4 chiacchiere con…Michele Pazienza

 Michele Pazienza parla ai microfoni di Vivicentro per l’ottava puntata di “4 chiacchiere” Ospite della...

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 Michele Pazienza parla ai microfoni di Vivicentro per l’ottava puntata di “4 chiacchiere”

Ospite della nuova puntata di 4 chiacchiere è l’ex giocatore del Napoli Michele Pazienza. Con il centrocampista parliamo di Napoli, della stagione in corso che vede gli azzurri in lotta su ogni fronte: “In linea generale parliamo di un Napoli sorprendete nella fase iniziale: hanno iniziato la stagione con un modulo diverso e molto probabilmente sono riusciti a sorprendere gli avversari. Poi andando più avanti ci sono state delle difficoltà a livello collettivo in quanto gli azzurri non riuscivano più ad avere quell’effetto sorpresa che li aveva contraddistinti all’inizio. Più passa tempo e più alla fine le squadre ti studiano, analizzano come bloccarti e come farti male. Negli azzurri evidentemente tutti hanno capito che se eviti di concedere loro la profondità li puoi fermare.”

 Il problema principale: la continuità

Azzurri partiti a razzo ma poi qualcosa è andato storto. Ma cosa? Con Pazienza proviamo a spiegarlo ma più che parlare di moduli secondo l’ex azzurro il vero problema è la testa: “I partenopei sono un’ottima squadra ma peccano di continuità. Il problema alla fine è mentale: la testa conta più delle gambe. Quando il giocatore inizia a essere sereno e libero mentalmente riesce a dare il 110%. Quando Gattuso dice che la sua squadra per ora pecca dal punto di vista mentale ha assolutamente ragione: se non riesci a dare continuità di risultati più che il modulo e le gambe conta la testa . Ci vuole tempo, anche se in Italia è una cosa che difficilmente si capisce”.

Tempo, come quello che è servito a Lozano per diventare oggi l’uomo in più per Gattuso: “Ci sono giocatori che, avendo caratteristiche diverse, riescono ad adattarsi velocemente. Altri  invece hanno un carattere diverso e potrebbero metterci un po’ di tempo. Un po’ come Lozano, ma questo è normale”.

Il fattore stadio

Un problema, che non bisogna sottovalutare, potrebbe essere il giocare a porte chiuse. Esperienza che Pazienza ha vissuto: “Mi è capitato una volta e ti posso assicurare che è un’altra storia: è un calcio assolutamente diverso. Questo però non deve essere un alibi essendo un problema di tutte le squadre. Si può senza dubbio dire che il Diego Armando Maradona pieno è diverso da tutti gli altri stadi, parlarne però come una delle probabili motivazioni per cui non si riesce a ottenere continuità non mi sembra il caso“.

L’assenza di Osimhen

Se da una parte manca il pubblico, al Napoli è mancato l’uomo forse più atteso della stagione: Victor Osimhen: “Osimhen mi ha sorpreso in positivo – ha detto in esclusiva Pazienza-  è stato un ottimo colpo per il Napoli. È un giocatore fondamentale per lo schieramento di Gattuso. Anche se bisogna dire che  quando lui è stato in campo ha vissuto la fase in cui il Napoli non riusciva a sorprendere . Giocando con il 4231 c’erano riferimenti precisi per gli avversari e si faceva fatica a trovare gli spazi ma il suo rientro sarà molto importante“.

 

Con il rientro sempre più vicino di Osimhen, per gli azzurri è tempo di concentrarsi sul campionato in cui bisogna raggiungere la qualificazione in Champions League: “Ha le qualità per posizionarsi tra le prime quattro. Non è semplice ma è doveroso provarci“.

La sfida contro la Fiorentina

Testa allora a domenica, alla sfida contro la Fiorentina. Una partita speciale per Pazienza che ha vestito entrambe le maglie: “Sono due squadre che hanno obiettivi diversi. La Fiorentina sembra in netta ripresa rispetto a quanto abbiamo visto nelle partite precedenti. Il Napoli invece deve dare una sterzata e  cercare una continuità di risultati che non deve derivare per forza giocando bene. A volte anche se trovi due-tre vittorie di fila senza giocare un calcio spettacolare  puoi avere quella fiducia per poi poter abbinare il risultato al bel gioco”.

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