La stagione del Napoli: tra alti e bassi

Il campionato di Serie A 2018-2019 è finito per cui i tempi sembrano maturi per...

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Il campionato di Serie A 2018-2019 è finito per cui i tempi sembrano maturi per redarre il bilancio sulla stagione del Napoli che si è appena conclusa. I partenopei approcciavano a questa stagione con la curiosità di scoprire cosa sarebbe stato in grado di fare Carlo Ancelotti, nuovo allenatore degli azzurri. Al termine dello scorso campionato tutto il mondo partenopeo era stato infatti scosso dalla decisione della società di allontanare Maurizio Sarri che tanto bene aveva fatto negli anni alla guida del Napoli e che in quel momento appariva difficilmente sostituibile. Per quanto il rapporto tra il tecnico toscano ed il presidente De Laurentiis fosse stato da sempre burrascoso, in pochi avrebbero potuto immaginare che alla fine le strade dei due si potessero realmente separare. Quello che tutti speravano fosse un strappo ricucibile, in realtà si è rivelato una frattura insanabile e così la scelta su chi dovesse essere il nuovo allenatore del Napoli è ricaduta su Carletto Ancelotti, uno dei tecnici più vincenti e richiesti su piazza.

L’arduo compito di Ancelotti: raccogliere l’eredità di Sarri

Per il tecnico emiliano scegliere di rimettersi in gioco ripartendo da una piazza come Napoli è stata una scelta tutt’altro che scontata. Sebbene l’ambiente partenopeo sia uno dei più calorosi ed affettuosi del panorama calcistico europeo, decidere di sposare il progetto Napoli sarebbe stato complicato per ogni allenatore, figuriamoci per un allenatore come Ancelotti da sempre abituato a vincere in ogni competizione. Se già la missione di rendere questa squadra “più europea” aveva giocato un ruolo decisivo nel processo decisionale del tecnico emiliano, ancor più determinante è stato l’obbligo di fare meglio di Sarri. Il tecnico toscano nell’ultimo anno sulla panchina dei partenopei si è reso protagonista di una stagione difficilmente replicabile, sia in termini di gioco espresso che in termini di punti conquistati, ben 92. Eppure, neanche quei 92 erano bastati per terminare il campionato davanti alla corazzata Juventus e per riportare all’ombra del Vesuvio uno scudetto che manca dai tempi d’oro di Maradona. Sarri, spesso criticato per alcuni suoi atteggiamenti poco mediatici ed accusato di essere un allenatore “perdente”, in realtà nel suo primo e, come raccontato da Sport Mediaset, forse ultimo anno sulla panchina del Chelsea è riuscito a concludere la Premier al terzo posto, garantendo ai Blues la partecipazione alla prossima Champions League, ed a conquistare la finale di Europa League che i londinesi giocheranno contro i cugini dell’Arsenal. In quella partita, che tra non poche polemiche verrà disputata a Baku, al 29 di maggio, secondo le scommesse online del sito Betway a quota 2,50 il Chelsea parte leggermente favorito per la vittoria della competizione e chissà che per Sarri non possa essere l’occasione buona per togliersi più di qualche sassolino dalla scarpa. In ogni caso, come logico che fosse, il Napoli sotto la guida di Ancelotti non è riuscito a replicare quanto fatto vedere sotto la guida “sarriana” ma la sensazione è che l’attenzione di tutti sia già rivolta alla pianificazione della prossima stagione.

Il bilancio della stagione dei partonepei

Come detto, sia in termini di punti conquistati in campionato che in termini di qualità di calcio espresso, l’ago della bilancia propende nettamente a favore della gestione Sarri. Mentre nella passata stagione il Napoli aveva conteso lo scudetto ai bianconeri sino quasi all’ultima giornata ed era stato in grado di minare le certezze della squadra di Massimiliano Allegri, il campionato che va a concludersi è stato a senso unico. Il dominio juventino è stato troppo netto ed alla fine i bianconeri si sono laureati campioni d’Italia con ben sei giornate di anticipo. La principale colpa imputabile ai partenopei è stata quella di non aver mai creduto sino in fondo che la conquista del titolo fosse possibile e questa mancanza di convinzione si è inevitabilmente tramutata in risultati poco convincenti. In Europa, invece, soprattutto nella prima fase dei gironi il Napoli aveva vinto e convinto anche se, dopo aver battuto in casa per 1-0 il Liverpool, ed aver conquistato due punti contro il PSG, alla fine il verdetto era stato impietoso ed era giunta l’eliminazione dalla Champions League. L’avventura europea del Napoli è così continuata in Europa League dove, dopo aver vinto senza troppi problemi ai sedicesimi e agli ottavi di finale, era giunta l’eliminazione ai quarti per mano dell’Arsenal, in una doppia sfida a senso unico. Implacabili sono giunte le critiche nei confronti del tecnico emiliano anche se, in tutta sincerità, sono poche le colpe a lui imputabili. Il Napoli ha dimostrato di avere ancora tanto da lavorare e si è palesata con estrema evidenza la necessità di mettere in atto un cambio generazionale. Se è vero che i vari Callejon, Albiol e Mertens sono entrati nel cuore dei tifosi ed hanno scritto importanti pagine della storia azzurra, è altrettanto vero che i partenopei necessitano di nuove soluzioni. La società, se vorrà fare il definitivo salto di qualità, dovrà intervenire pesantemente sul mercato nel tentativo di puntellare la rosa azzurra con giocatori pronti. Questa squadra ha dimostrato in più di un’occasione di essere di ottimo livello ma, al contempo, di necessitare di giocatori che possano risolvere le partite con le proprie giocate individuali. Non è un caso, pertanto, che l’attenzione della dirigenza sia indirizzata principalmente verso Federico Chiesa e Nicolò Barella, due giovani campioncini che a Napoli potrebbero sbocciare definitivamente e dar vita ad un ciclo destinato a durare nel tempo.

Per il Napoli la stagione che si è conclusa è stata caratterizzata da alti e bassi. Se è vero che anche quest’anno gli azzurri si sono affermati come la seconda forza del campionato, è altrettanto vero che i tifosi sognano qualcosa in più e l’unico obiettivo di Ancelotti è far sì che i sogni possano diventare realtà.

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