IL PESCARA A CAGLIARI HA EVIDENZIATO TUTTI I SUOI LIMITI CARATTERIALI

Diciamolo francamente. Una sconfitta a Cagliari, contro la corazzata rossoblù, che come rendimento interno ha...

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Diciamolo francamente. Una sconfitta a Cagliari, contro la corazzata rossoblù, che come rendimento interno ha uno score impressionante, certificato dalle 13 vittorie su 14 gare disputate – nemmeno squadre del livello di Barcellona, Napoli e Juventus hanno saputo fare di meglio – era ampiamente pronosticabile nel pre-gara e non può e non deve meravigliare nessuno, sebbene alla vigilia erano state riposte tante speranze in questo match in casa abruzzese, dove l’inguaribile ottimismo trasudava da tutti i pori. Inoltre, dopo 9 risultati utili di fila, una sconfitta non può essere considerata al pari di un dramma, sempre sportivamente parlando.

Piuttosto, spunti di riflessione, possono derivare da come è maturata questa sconfitta, che qualcuno ha definito essere una “beffa”, ma che ha evidenziato, a nostro sindacabile e personalissimo giudizio, i limiti caratteriali e di personalità di questa squadra, incapace di chiudere una gara, che aveva visto l’undici abruzzese passare in vantaggio dopo appena 120”, grazie ad un ottimo ed intelligente schema proposto su punizione e finalizzato da Torreira.

Partita che si era subito messa in discesa per la squadra abruzzese, che da quel momento in poi ha avuto una serie sesquipedale di occasioni per rendere il suo vantaggio ancora più pinguo, ma che, anche a causa della giornata non esaltante del suo bomber, Lapadula, il quale non solo ha sbagliato porta in occasione della sua clamorosa autorete, ma che si è dimostrato anche più impreciso del solito, è tornata a casa con le pive nel sacco. L’impressione è che se “Lapacadabra” non gira, in avanti si fa molta fatica. Almeno in fase di concretizzazione.

La squadra biancazzurra, con questo atteggiamento “garibaldino”, votato all’attacco a “testa bassa”, si è andata spegnendo nella seconda frazione, permettendo al Cagliari di uscire dal suo guscio, e di approcciarsi, seppur con colpevole ritardo, al match in maniera consona a quelle che sono le sue potenzialità, nonché ambizioni. Le due reti sarde, infatti, non sono frutto del caso, ma delle maggiore personalità e forza caratteriale dell’undici isolano, doti emerse dopo un periodo di “rodaggio” nel match, ma che alla distanza hanno fatto la differenza.

Gli abruzzesi non hanno potuto fare altro che prestare il fianco a quella che si è dimostrata essere una squadra completa sotto tutti i punti di visti. Massimo Oddo dovrà lavorare proprio sotto questo aspetto. Perché in serie A non ci si va solo facendo proclami a destra e manca, ma anche dimostrandosi una squadra con grinta e con carattere. La strada che porta alla promozione diretta è irta e piena di ostacoli, sebbene ancora ampiamente percorribile. A patto che non si ostenti troppo la sicurezza nei propri mezzi. E che si lavori sull’aspetto mentale. Ma questo siamo sicuri che a Pescara lo sanno. Almeno, ce lo auguriamo. Sabato, intanto, a Pescara scenderà l’Ascoli, per il più classico dei testa-coda. Il Delfino sarà chiamato ad una prova di carattere, grinta e orgoglio.

CHRISTIAN BARISANI

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