Roma-Pescara, Spalletti: “Partita insidiosa, l’Europa League ci ha tolto energie mentali. Personalità da migliorare”

ROMA-PESCARA  – A tre giorni esatti dalla bella vittoria in Europa League contro il Viktora...

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ROMA-PESCARA  – A tre giorni esatti dalla bella vittoria in Europa League contro il Viktora Plzen, che ha consegnato ai giallorossi il primato nel girone E oltre alla certezza del passaggio ai sedicesimi di finale di questa competizione, la Roma tornerà in campo domani alle 20.45 all’Olimpico contro il Pescara. Dopo la débâcle di Bergamo, si sono allungate a 7 le lunghezze dalla Juventus capolista, ma mancano ancora 25 partite e tanti punti da assegnare per parlare di verdetti. Alla vigilia della sfida contro gli abruzzesi, mister Spalletti ha risposto alle domande dei cronisti presenti nalla sala stampa del Fulvio Bernardini a Trigoria. Queste le sue parole:

“Totti in gruppo, Mario Rui se oggi va tutto liscio  nella partita con la Primavera dalla prossima settimana ritorna con noi, Florenzi e Nura proseguono il percorso, Manolas ed El Shaarawy hanno avuto dei risentimenti muscolari ma vengono gestiti con allenamenti specifici per inizio settimana e a metà settimana rientrano con la squadra”.

Gli scommettitori quotano la Roma tra 13 e 14 perdente. Quale insidie nasconde questa partita visto che il Pescara è quotato così alto?
“Partita insidiosa perché quando fai le cose facili poi diventano altrettanto pericolose. Le cose facili se vuoi che siano così falle difficili. La partita di Europa League ci ha tolto energie mentali, i calciatori l’hanno disputata bene, si è visto che l’hanno preparata molto bene. Questa è una partita per noi insidiosa, dobbiamo fare molta attenzione”.

De Rossi potrebbe festeggiare le 400 con la Roma…
“Gli si fanno i complimenti, sono tutte partite giocate con qualità importante, con personalità e risultati importanti alle spalle, magari non hanno vinto moltissime cose ma molti risultati sono importanti. Daniele ha la Roma dentro, ha fatto vedere di tenere alle sorti di questa squadra. Gli si dice bravo e di continuare così”.

Nel post partita con il Viktoria le è stato chiesto perché non rinnova e lei ha detto di non essere riuscito ad eliminare la patologia dei cali di tensione che sono tipici di questa squadra. Ma è veramente responsabilità dell’allenatore questa patologia? Qui sono passati tanti allenatori, da Ranieri a Garcia a lei che avete vinto tanto…
“Per me è solo responsabile l’allenatore, che può determinare molto perché è un ruolo importante. I calciatori possono determinare tanto ed anche la società e tutti si deve essere convinti di poter incidere, questo penso faccia la differenza. Se fossi presidente vorrei un allenatore che la pensi in questa maniera qui. Effettivamente metterebbe un po’ di timore a vederla così la cosa da fuori. Se la Roma mi richiamasse, però, io ci ritornerei”.

È fisiologico il momento di minore brillantezza di Strootman? Giocherà Paredes?
E’ un po’ fisiologico quando si torna dopo un infortunio così importante e lungo. Ci sono dei momenti dopo un inizio brillante per la troppa voglia di rimettere subito tutte le qualità dove si perde la lucidità. Sotto l’aspetto dell’impegno lui è a posto, sotto l’aspetto della lucidità deve crescere. Bisogna continuare a farlo giocare, a dargli l’importanza che ha perché per noi è fondamentale”.

Ruediger può continuare su questi livelli? Come sta Vermaelen?
“Se Ruediger comincia a diventare lento nel modo di pensare dietro c’è solo il portiere. Si guarda la risposta dentro il campo nelle partite, ma anche le risposte che ti dà quando ci parli. Si sente bene, recupera facilmente dopo aver fatto fatica. Esce e fa il defaticante, per cui il ginocchio sta bene e quindi si va dritti per questa strada tenendo conto che c’è qualcuno che sta recuperando come Vermaelen, che ha fatto contrasti e cose con grande rapidità nelle ultime partitine, siamo vicini, manca un po’ di minutaggio per poter dire ‘ok, la partita la fa’”.

Gerson è un po’ sparito dai radar. Nura, infortunatasi negli stessi tempi di Ruediger, oggi non è stato pronto per il test con  la Primavera…
Su Nura non sono preparato, mi dai l’occasione di andarmi ad informare appena esco di più, così pensano ‘guarda come è attento il mister’. Gerson secondo me è cresciuto. Ci sono state partite in cui sono voluto andare sul sicuro ma ci sarebbe stata la possibilità di andarlo a stimolare. È cresciuto come velocità ed impatto fisico. Soprattutto il tenere botta sul contatto fisico gli può dare aperture su nuovi ruoli. Già da un punto di vista tecnica ha velocità di piede, io lo penso anche davanti alla difesa. Mi sembra che ci voglia anche un pochino di sostanza per difendere bene la palla. Mi dice spesso che ha giocato anche sulla fascia ma non ce lo vedo come quarto di centrocampo esterno. È un giocatorino che bisogna continuare a seguire, non è preciso quale sia il suo ruolo adatto ma la sua età consente che ci sia un po’ di cambiamento come posizione in base alla sua crescita”.

Nel valutare la differenza con la Juve si è spesso parlato di cattiveria. Questa cosa si può allenare e se sì come?
“Penso sia difficile. Si può allenare non parlandone. Se si va a stimolare quello che è un difetto che viene soprattutto dal pensiero perché è la troppa tensione che metti in un determinato momento che fa sì che sbagli ancora di più, se invece uno ci arriva tranquillo e magari con più fiducia degli ultimi episodi successi, poi in quel confronto lì è più facile. L’essenziale è che il giocatore abbia nel dna la qualità, l’estro il genio di fare gol, poi la personalità è un’altra cosa di cui bisogna parlare. È un modo di essere in un contesto, è la qualità di stare zitto nel momento in cui hai tante cose da dire, o di prendere un calcio e stare zitto perché porta vantaggi quando la situazione porterebbe a reagire. La personalità è saper subire in quel momento lì sapendo che dopo ci trovi un vantaggio dopo, e non optar per la reazione immediata. Abbiamo bisogno di qualcosa in più a livello di personalità”.

La Roma a che punto è sulle palle inattive?                                
“Dobbiamo assolutamente tentare di migliorare, perché gli altri fanno meglio di noi. Ci succede alle volte di batterle male. Viste le qualità che abbiamo sia nel batterle che come fisicità con Ruediger, Manolas, Dzeko, De Rossi, Strootman potremmo portare a casa un vantaggio da queste situazioni. C’è chi ci fa più attenzione e ci basa di più il risultato della partita. Noi ci fidiamo forse più del nostro modo di portare la palla intera, di andare dietro la linea difensiva e riuscire a far gol. Bisogna stare attenti perché il Pescara ha qualche giocatore forte sulle palle inattive. È un’insidia un calcio di punizione contro. Il Pescara ha anche molti ex romanisti e questo li stimolerà moto. Son tutte insidie che dobbiamo portare in superficie”.

Diretta testuale di Claudia Demenica

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