Roma-Sassuolo, Spalletti: “Non sono uno sfigato, sono fortunatissimo. Le prossime 4-5 partite possono determinare la volata finale”

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NOTIZIE AS ROMA – La Roma, ormai fuori dall’Europa League, è chiamata ad una difficile rimonta nel derby di Coppa Italia contro i “cugini” biancocelesti oltre che a rimanere attaccata al treno scudetto. Le distanze dalla Juve capolista sono considerevoli (8 lunghezze) ma il calendariodele prossime gare potrebbe agevolare i giallorossi. La Juve se lavedrà contro la Sampdoria in trasferta, mentre la squadra di Spalletti ospiterà il Sassuolo che sta attraversando un momento difficile. Queste le parole del mister nella consueta conferenza stampa pre partita:

“Ho visto buonissime intenzioni e disponibilità a rimettere a posto quello che viene fuori da una sconfitta del genere. La pesantezza dei duelli, degli scontri quando esci sconfitto fanno ancora più male. Per cui ci sono molte botte da rimettere a posto, da vedere che fine hanno. Avete visto anche in TV che Edin ha preso un calcio e una botta in faccia, ci sono stati altri contrasti, però di infortuni veri e propri per il momento non se ne ha il sentore. L’allenamento di oggi è fondamentale per andare a vedere se le sensazioni sono giuste o no. Poi non ci sono situazioni di cui bisogna parlare in modo approfondito”.

Il Sassuolo rispetto al sesto posto dell’anno scorso che squadra è? E su Di Francesco?
“È un professionista di assoluta qualità, l’anno scorso ha fatto qualcosa di al di sopra delle aspettative, quest’anno ha avuto delle difficoltà ma è una cosa normale: non è facile tenere una squadra come quella lì a quel livello. Ci può stare un momento in cui le cose non vanno per il verso giusto ma hanno giocatori forti che abbiamo guardato anche noi. Hanno Defrel, Berardi che è un nazionale, hanno un modo di giocare che portano avanti da anni. È una squadra con una vocazione offensiva, fraseggio, verticalizzazione, è una squadra forte in un momento in cui non sta evidenziando tutta la sua qualità”.

Manolas e Ruediger sono due ottimi giocatori ma non hanno il fraseggio. Come si migliora l’autorevolezza nel possesso palla?
“Secondo me ci sono degli spunti corretti nella domanda che fai, degli spunti di dialogo nel senso che spesso quando si va a parlare di comandare la partita si vede che le squadre forti incominciano da dietro, con il portiere che gioca con i piedi. Ogni tanto si è parlato di mettere De Rossi sulla linea difensiva ed è un discorso corretto. Napoli e Juventus hanno buoni registi difensivi, noi qualche cosa sotto questo aspetto dobbiamo migliorare. Ruediger e Juan Jesus lo sanno fare ma si può migliorare. Noi abbiamo margini di miglioramento clamorosi. Leggo analisi parziali. Che tempo ho avuto io per lavorare su questi qui per essere a livello di questi club? Ruediger durante la preparazione si è fatto male, Peres è arrivato il giorno prima che iniziasse il campionato, Vermaelen e Fazio una settimana prima… Mario Rui si è fatto male. Metti dentro questi giocatori, devi vedere come metterli in campo, come lavorarci. In quel periodo lì si è preso qualche gol di troppo e voi giustamente ce lo avete fatto notare. Ora la difesa è tutta un’altra perché è passato un po’ di tempo. Con tutte queste partite ravvicinate,poi, non t’alleni. Ti alleni individualmente, ma non puoi fare un allenamento intensivo. Io l’altra sera la difesa l’ho vista perfetta: in alcuni momenti abbiamo fatto il 3 contro 3, siamo stati 30 metri più su come squadra, gli siamo saltati addosso sempre, abbiamo soffocato quasi ogni tentativo di ripartenza. Noi non siamo stati bravi in quel secondo tempo lì andando a parlare delle 2 partite nel complesso. Ci vuole tempo, bisogna che tu li faccia esercitare nella situazione reale. Tra giugno e ora si vede la differenza. I registi della squadra li fanno i difensori centrali che salivano a centrocampo. In alcuni momenti in cui li abbiamo schiacciati come linea difensiva,lì ci siamo andati meno di quello che bisognava fare ma l’inizio dell’azione l’abbiamo fatta bene”.

Come è cambiato lei nell’ultimo mese e mezzo? Parlava di ossessione della vittoria, poi ha detto ‘forse sono io che porto sfiga…’
“Io non sono sfigato: ho raggiunto un livello di vita e professione per cui la sfortuna non può togliermi niente se non la mancanza di una vittoria. La sfiga non mi può determinare niente rispetto a ciò che ho raggiunto. Tutti si parla degli episodi e quindi ho detto in questa maniera. Io sono fortunatissimo, professionalmente ho raggiunto quel livello lì, io sono a posto. Secondo me fortuna e sfortuna hanno una connessione con il sudore, con l’impegno. Sto a fare l’allenatore con la Roma, tu stai a fare la psicoanalisi a me…avete mandato agenti sotto falso nome a vedere che luna ho oggi. Poi non ce l’ho fatta a leggere tutta la rassegna stampa, ma prometto che durante la settimana mi metto in pari. Siete sempre a tentare di capire che luna ho e a fare un’analisi a me, a volte gli articoli sportivi mi sembravo oroscopi. Io sono una persona fortunatissima. Spero che possa tu avere la stessa fortuna”.

Sfigato però lo hai detto tu, non il collega…
“Sì, ma sfigato o nolo determina quello che la fortuna può darti e la sfortuna può toglierti. A me non può togliere nulla, ho allenato 20 anni in serie A, voi quanti siete? Vi interessano più le ombre, l’umore… quante volte mi hai scritto che vedo ombre dappertutto? Io lo dico per prendere per culo te, come tu tenti di prenderci me. Stai tranquillo che io alleno pure il prossimo anno”.

Cosa ne pensi della possibilità che Lotito diventi presidente della Lega di B?
“Sapete come la penso sulle ultime elezioni: mi sentivo più dalla parte dei giocatori ma non essendo dentro le trattative non ho potuto giudicare. La conoscenza dei programmi non mi garba e devo ancora documentarmi. Però faccio l’allenatore, voglio parlar di calcio e sono anche apprezzato. Se vuoi ti posso dire le presenze di Ricci con il Sassuolo in campionato (20) e in Europa League (7), se volete su queste cose ci sia sta anche un’ora”.

Per ridare stimoli a questi giocatori, si può pensare al calendario? È un ultimo momento per poter sperare di ribaltare le cose in campionato?
Mi è sempre sembrato di essere molto disponibile e regolare nel trattare la squadra avversaria in conferenza. Si usa trovare dei momenti e dei perché. Se la squadra fa vedere di essere quello che è stata le può vincere anche tutte e cinque le partite. Dopo 4 o 5 partite gli scenari possono cambiare. Se sei lì nel gruppetto in cima è la volata che conta, li puoi recuperare negli ultimi 100. Alla squadra è stato detto che queste 4-5 partite possono determinare la volata. Non hai capito? Son nervoso.”

Claudia Demenica                                                          Copyright vivicentro common

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