Il Podio Gialloblù di Catania – Juve Stabia 1 – 0

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PODIO

Medaglia d’oro: a Paolo Branduani, che risponde presente dopo la defaillance della gara con la Cavese. Partiamo subito da una precisazione necessaria: quando un portiere è il migliore in campo vuol dire che ha tenuto a galla la propria squadra in costate sofferenza. Nel caso della Juve Stabia e di Branduani non è così, con l’estremo difensore delle Vespe costretto a sporcarsi i guantoni solo nel secondo tempo. Nella prima frazione di gioco il Catania crea solo il calcio di rigore trasformato dal proprio 10, mentre nella ripresa i siciliani si scontrano con un super Branduani. Nei secondi 45 minuti, tre interventi importanti per il numero 26 gialloblù, di cui due strepitosi su Marotta, consentono alla Juve Stabia di rimanere in partita fino alla fine.

Medaglia d’argento: a Fabrizio Melara, a suo agio nel ruolo di terzino destro. Prova convincente, per qualità, quantità ed intensità per l’esterno romano, schierato sulla linea difensiva come avvenuto nel secondo tempo di Caserta. Melara non soffre Di Piazza e compagni, proponendosi anzi spesso al cross, soprattutto nel primo tempo. Rifornimenti a ripetizione per Paponi e Torromino arrivano dai piedi di Melara, bravo spesso a creare la superiorità numerica sull’out destro affiancando Canotto. A sorprendere nella gara del 7 della Juve Stabia, non tanto la qualità, costante nelle sue prestazioni, quanto la continuità e la freschezza fisica messe al servizio della squadra.

Medaglia di bronzo: a Max Carlini, polmoni, cuore e testa delle Vespe. L’equazione trova conferma anche nel match di oggi: quando il centrocampista ex Reggiana gira, con lui tutta la squadra trova i giusti movimenti. Gara di sostanza e di qualità per Carlini, che cambia almeno tre posizioni nell’arco dell’intero match, risultando sempre l’elemento che più di altri va vicino a trovare il bandolo per sbrogliare la matassa. Come una pallina di gomma, il 29 schizza da una parte all’altra del campo, aiutando la squadra a rinculare ed al contempo fornendo il contributo massimo nel farla ripartire. E’ lui che quasi replica il gol a tempo (molto) scaduto di Vibo Valentia, trovando però un grande Pisseri sulla sua strada.

CONTROPODIO

Medaglia d’oro: a Lino Marzorati ed alla sua giornata storta. Prestazione horror per il centrale delle Vespe che macchia con errori grossolani una gara che, probabilmente, sarebbe invece finita in parità. La gara di Marzorati “finisce” al decimo del primo tempo quando la Juve Stabia è in pieno controllo del match: il 19 stabiese svirgola una palla semplice, innescando la rapida ripartenza del Catania, con Marotta che in area di rigore viene a contrasto con Marzorati. Per l’arbitro è rigore. Questa volta purtroppo non c’è Giannone dal dischetto. Penalty decisamente inesistente, segnalato con parecchi secondi di ritardo dal direttore di gara lontanissimo dall’azione, ma soprattutto nato da una scelta ingenua di Marzorati, con Troest ancora in corsa per fermare il centravanti del Catania. Dopo il doppio errore nella stessa azione, l’ex Prato esce dal match, rischiando più volte di combinare altri pasticci. Venuto meno nella gara dove, più di tutte, serviva l’esperienza dei vecchi. C’è da dire che il buon Lino non era al meglio, ma non basta per giustificare appieno tutti questi errori.

Medaglia d’argento: a Luigi Canotto, destinatario delle occasioni per pareggiare. Giornata opaca per l’esterno ex Trapani, che si danna in modo alternato sulle due fasce, ma che nel momento clou finisce sempre con l’essere troppo frettoloso, a tratti spasmodico. Nell’acoro dei 90 minuti le palle più nitide per arrivare al pari capitano sui piedi del 18, che però compie la scelta sbagliata: prima centra in pieno Pisseri da pochi passi, poi, nella ripresa, tenta la conclusione da posizione molto angolata, con compagni ben posizionati in area, e poi di testa da circa un metro, grazia il portiere etneo incornando alto. Perfetto, al solito, fino al 90% dell’azione; caotico invece nel decisivo 10% finale.

Medaglia di bronzo: a Giacomo Calò, in netto calò psicofisico. La sensazione è che il genietto del centrocampo stabiese stia, più di altri, andando sotto pressione dopo una stagione di altissimo livello ma ovviamente sfiancante e, in queste ultime settimane, pesante anche dal punto di vista mentale. Pochissime le idee che si concretizzano dai piedi di Calò, che sbaglia spesso la scelta o la misura del lancio a memoria. Lasciano rammarico anche le occasioni non concretizzate proprio dal 5 della Juve Stabia, che in due occasioni non riesce a inquadrare la porta da quella che è una delle sue mattonelle preferite.

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