Sorrentino: “Juve Stabia, sono stato molto vicino al ritorno”

Nel corso della puntata di Juve Stabia Live Talk Show abbiamo avuto il piacere di...

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Nel corso della puntata di Juve Stabia Live Talk Show abbiamo avuto il piacere di sentire un grande ex della Juve Stabia e del Chievo Verona, il portiere Stefano Sorrentino. Ecco le sue parole:

“La gara tra Juve Stabia e Chievo Verona sarà molto tesa. Ci sono pesanti punti in palio per entrambe. I padroni di casa hanno bisogno di vincere per salvarsi mentre il Chievo deve agganciare i play off. Le vespe stanno soffrendo troppo dopo il lockdown e sono a rischio retrocessione, i clivensi hanno bisogno di punti per fare gli spareggi promozione.

Dopo la retrocessione dei veneti c’è stato il progetto di svecchiare la rosa e iniziare un nuovo ciclo ma penso che l’obiettivo sia ancora la Serie A. Purtroppo qualcosa è andato storto e ora hanno bisogno disperato di punti per giocarsi gli spareggi. Dopo tanti anni di A mi aspettavo qualcosa in più per la salvezza.

Sono stato alla Juve Stabia da giovanissimo e ho giocato molto poco. Sono stati sei mesi importanti per la mia crescita umana e ho un buon ricordo della piazza stabiese anche se non ebbi molte chance di giocare. Arrivai con tanta voglia di giocare ma non ci riuscii. Mi allenavo con giocatori importanti e per un giovane come me fu importante per crescere. Ho incontrato uomini veri alla Juve Stabia che hanno forgiato il mio carattere da calciatore e non solo. Sono stati la mia fortuna.

 

Provedel? Ivan lo conosco bene, siamo stati compagni al Chievo. Mi piace tantissimo come portiere e gli auguro di salvarsi insieme alla Juve Stabia. Tifo per le vespe sia per lui sia per i miei amici Vitiello e Izco. Mi auguro che la Juve Stabia si salvi e riparta da loro. Sarebbe importante.

Ringrazio la Juve Stabia per avermi cercato a lungo. Da settembre a Natale scorso sono stato corteggiato da Polito e da Izco e Vitiello. Purtroppo ho rifiutato per motivi familiari e soprattutto per professionalità. Le vespe avevano bisogno di un portiere forte e io, a 40 anni, non mi sentivo più pronto per salvare i gialloblu. Tant’è che ho cambiato proprio ruolo e palcoscenici. Non avrei mai voluto creare difficoltà alla società e alla città. Se mi avessero chiamato in estate sarei venuto di corsa, ma a campionato in corso ero fermo già da qualche mese e ho preferito non venire a far danni.

Ho un bel ricordo della mia parata al rigore di Cristiano Ronaldo. E’ un onore parare un rigore al più forte del mondo ma alla fine perdemmo 3-0 quindi la gioia fu effimera. Oltre al rigore, però, credo di aver fatto bene anche in altre occasioni (ride, ndr). Ora sono felice della mia nuova avventura da attaccante al A.C Torinese.

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