Juve Stabia, Mastalli si racconta: dal Milan alla Juve Stabia

Il capitano della Juve Stabia, Alessandro Mastalli, nella serata di ieri si è concesso una...

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Il capitano della Juve Stabia, Alessandro Mastalli, nella serata di ieri si è concesso una chiacchierata su Instagram col giornalista Nicolò Schira.

Tanti i temi toccati dal centrocampista della Juve Stabia, dagli inizi al Milan fino alle vittorie con le Vespe.

Questo un estratto delle sue dichiarazioni:

Fisicamente sto bene anche se la situazione è purtroppo surreale. Stare lontano dalla passione dei tifosi, dalle famiglie e gli affetti non è certo semplice. Passo le giornate a casa, a Pompei, svegliandomi presto e dedicandomi all’allenamento insieme al resto della squadra vedendoci su Skype: ogni giorno l’allenamento è diverso. Dopo la seduta la giornata è pressoché libera e mi dedico a film, pc, libri ed al disegno che è una delle mie passioni, soprattutto quello inerenti i personaggi della Disney.

Da bambino mi sono ispirato subito al mio papà perchè la passione per il calcio me l’ha trasmessa lui; ciononostante non mi ha mai pressato a seguire le sue orme e mi ha sempre lasciato libera scelta, dandomi consigli senza mai essere invadente. Sicuramente essere allenato da Pippo Inzaghi, uno degli idoli della mia infanzia, è stata un’emozione; abbiamo imparato tanto insieme perchè per lui era la prima esperienza da allenatore: mi ha insegnato tanto anche dal punto di vista umano. La sua grande stagione anche al Benevento mi fa ovviamente piacere. Poi la trafila giovanile l’ho completata con Brocchi fino all’esordio in Serie A con la prima squadra, evento tutt’ora emozionatissimo. In quegli anni tanti calciatori mi sono stati vicini: Boateng, Pazzini, Poli.

Con Castellammare e la Juve Stabia l’amore è scoppiato subito perchè tutto l’ambiente mi ha voluto fortemente. Il presidente Manniello mi ha chiamato spesso per convincermi a firmare per la Juve Stabia quindi la voglia di provare quest’esperienza è stata più forte del dispiacere di allontanarmi da casa. Dopo i primi tempi difficili la fiducia della società e dei tifosi mi ha permesso di dare il meglio. Non pensavo di poter diventare il capitano della squadra dopo poco più di un anno: significa che giocatori molto più esperti di me hanno scelto di “affidarsi” a me in aspetti molto importanti. Il momento più intenso della scorsa stagione è la partita della promozione, con la Vibonese. Lo stadio pieno che a pochi minuti dal termine aspettava la fine della partita sarà un’immagine indimenticabile per me. Da Caserta ho appreso e continuo ad apprendere tanto; già prima che diventasse allenatore, quando era vice, mi sono avvicinato tanto a lui carpendo tanti piccoli segreti del ruolo. La mia crescita è soprattutto merito suo.

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