Juve Stabia, quando i sogni diventano realtà. La storia di Carillo, M.Turi: “Il suo punto di forza? Il suo essere atleta”

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Juve Stabia, quando i sogni diventano realtà

Il calcio è fatto di sogni e, al di là di tutto, qualche volta sono sogni che si realizzano. Lavoro duro e spirito di sacrificio, condito da aspetti che rendono forte un ragazzo come la famiglia alle spalle e la voglia, tanta, di arrivare. Qualche uscita in meno con gli amici, ma qualche allenamento in più nelle gambe. I sogni, quel qualcosa che la notte ti illuminano, che ti spingono a dare di più, come nel caso di Luigi Carillo, oggi alla Paganese in Lega Pro girone C, ma di proprietà del Pescara in serie A.

Difensore centrale, mancino, e si sa in Italia con una struttura fisica del genere (1,87m di altezza) ce ne sono pochi, classe 1996, 8 agosto, appena 20 anni e una carriera lunga davanti a se. Prodotto del settore giovanile della Juve Stabia, ma in precedenza prelevato dalla scuola calcio Saint Joseph di San Giuseppe Vesuviano dei fratelli Antonio e Gianfranco Annunziata, club vicino al settore stabiese e che spesso ha consegnato nelle mani dei tecnici della Juve Stabia i propri ragazzi: Langella e Rubino oltre ai fratelli Ranieri e Boccia per citare qualche nome, oggi ancora alle Vespette. Dal Viareggio alla Primavera e al debutto, il passaggio al Catania e ancora presenze in B. Il ritorno e l’avvio dell’esperienza in Lega Pro poi l’Akragas in questa stagione nell’affare Zibert e ora il salto definito in A, anche se c’è prima la Paganese.

Chi lo conosce bene, suo ex allenatore, è Mario Turi e noi l’abbiamo ascoltato in esclusiva: “Come tutti i ragazzi arrivati a Castellammare, si è cominciato con i giovanissimi. Siamo cresciuti insieme, poi siamo passati agli allievi dove lui giocava sotto età fino alla Primavera. Lo conosco da piccolo: non aveva un ruolo definito, giocava alla sucola calcio da terzino sinistro, poi decisi, per la struttura di fargli ricoprire il ruolo di difensore centrale. E’ tutto merito suo. Ragazzo eccezionale dal punto di vista dell’intelligenza e dell’applicazione. Viene da una famiglia incredibile, e segue alla lettera ogni consiglio che gli si viene dato. Merita tutto quello che si sta costruendo. Ha già diverse presenze tra Lega Pro e serie B, anche a Catania, oltre alla Primavera ha fatto qualche presenza. Il suo punto di forza è la fisicità e l’attenzione della quotidianità. Poi è mancino e della sua forza ce ne sono in pochi in quel ruolo in Italia. Un prospetto da seguire, classe ’96, ha solo 20 anni e una lunga carriera. E’ bravo nel gioco aereo, ha un sinistro pulito ed è molto tattico”.

a cura di Ciro Novellino

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