Juve Stabia, ora è profondo gialloblu – EDITORIALE

Per la Juve Stabia il derby dell’Arechi non ha riservato sorpresa. La scossa non è...

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Per la Juve Stabia il derby dell’Arechi non ha riservato sorpresa. La scossa non è arrivata, come i realisti temevano, iniziando a far vacillare anche i tifosi e gli appassionati più ottimisti. Anche a Salerno la squadra di Caserta è uscita dal campo con le ossa rotte dopo una gara che ha visto la netta supremazia caratteriale, tecnica e tattica dei granata, capaci di sopraffare meritatamente le vespe nonostante gli 85 minuti in inferiorità numerica.

Se nelle precedenti tre sconfitte, con molta fantasia, le analisi di gara che filtravano dal club individuavano comunque aspetti positivi, la sconfitta contro i ragazzi di Ventura è senza appello, tanto da far preferire alla Juve Stabia il silenzio stampa post gara di tutti i tesserati.

Sorvolando sulla scena tattica del match, con la Salernitana che avrebbe potuto facilmente siglare altre tre reti ad una Juve Stabia tenuta a galla momentaneamente da una prodezza estemporanea di Forte, i contorni del campionato stabiese stanno assumendo i caratteri di un film horror: non Profondo Rosso ma Profondo Gialloblu.

La squadra stabiese appare totalmente in balia delle circostanze, non riuscendo a trovare un appiglio tecnico, tattico o motivazionale che funga da spinta per uscire, o quanto meno provare ad uscire, dal baratro. In un contesto del genere diventa francamente complesso valutare quali possano essere le soluzioni per superare il momento critico.

Una cosa però risulta palese e non va dimenticata. La situazione attuale è frutto di una pluralità di carenze e non può essere ammassata esclusivamente sulle spalle di Fabio Caserta. Certamente il tecnico ha le sue colpe ed alcune scelte anche ieri non hanno convinto (Elia costretto ancora a fare il terzino con risultati disastrosi in difesa – non per colpa sua – e solo parzialmente efficaci in fase di spinta o ancora la gestione dei cambi o ancora Calò privato della sua ideale posizione di regista e schierato mezz’ala) ma sarebbe ingeneroso e non obiettivo ritenere l’allenatore unico responsabile.

È palese che il lockdown sia stato gestito male in virtù di una preparazione atletica evidentemente sbagliata, che ora porta la squadra ad alzare bandiera bianca dopo un tempo, delle polemiche societarie che inevitabilmente hanno lasciato strascichi non superati da club e soprattutto squadra e di tanti elementi il cui rendimento è al di sotto delle aspettative. Nessun salto di qualità dopo il loro arrivo, a gennaio o la scorsa estate, ma anzi una certezza di inadeguatezza per molti di loro.

A questo punto conta solo tirare fuori il carattere, che già si sarebbe dovuto vedere nelle ultime due partite giocate quasi interamente con un uomo in più, cercando di non rendere atroci anche le ultime sei gare della stagione. L’impresa è difficilissima ma ancora possibile, a patto che la Juve Stabia sia la prima a credere nell’ancora realizzabile lieto fine del film stabiese.

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