EDITORIALE – Juve Stabia: come posso io, non celebrarti Pres?

Giovedì 12 luglio si è chiusa ufficialmente l’epopea stabiese di Franco Manniello. Una data a...

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Giovedì 12 luglio si è chiusa ufficialmente l’epopea stabiese di Franco Manniello. Una data a suo modo storica per la Juve Stabia, che ha salutato il Patron più vincente della sua storia. Dopo 10 anni di presidenza, cinque dei quali in solitudine (nel vero senso della parola), Franco Manniello si è fatto da parte, limitandosi a rimanere sullo sfondo del dipinto gialloblù, in cui il primo piano sarà preso dal neo Presidente Felice Ciccone.

Sarà strano, ai nastri di partenza della nuova stagione, per ogni tifoso non vedere più il Patron in tribuna, a bordo campo, in sala stampa. Insomma, Manniello per dieci anni ha rappresentato la sicurezza, la garanzia cui appellarsi anche nei periodi bui: “Tanto c’è il Presidente..” è il pensiero che innumerevoli volte ha accompagnato i discorsi e le considerazioni dei tifosi delle Vespe. Come riassumere quindi i 10 anni di gestione, vittoriosa ma soprattutto appassionata di Franco Manniello?

Jovanotti nei mesi scorsi nel suo inno all’allegria cantava: “Come posso io, non celebrarti vita?”. Spostando la frase in ambito gialloblù, la vita da celebrare non può che essere il Patron di mille battaglie, che per anni ha incarnato la vita della Juve Stabia, colui che, anche andando contro i propri interessi lavorativi, personali, economici e familiari, ha garantito l’esistenza delle Vespe. Dopo un decennio di presidenza, Franco Manniello ha deciso di uscire di scena, congedandosi dal suo popolo in modo leggero e silenzioso, abbandonando la verve da Ma(sa)nniello che spesso ha accompagnato la sua esperienza da Patron.

Ognuno di noi ha un proprio ricordo di Franco Manniello, da tenere caro nella memoria. L’incredulità nel sollevare la Coppa Italia di Lega Pro del 2011; i cori da capo popolo sul Viale Europa, divenuto nel 2011 estensione della Curva Sud del Menti; l’infuocata intervista al termine della finale d’andata con l’Atletico Roma; la commozione, avvolta in un’enorme bandiera gialloblù, del 19 giugno 2011, quando il miracolo si era compiuto; il ringraziamento al settore ospiti gremito dell’Olimpico di Torino, del Marassi di Genova e del Franchi di Firenze; la rabbia dopo due sfide playoff scippate più che perse: istantanee diverse, che raccontano le mille sfaccettature del Franco Manniello Presidente, in cui il denominatore comune è sempre stato l’amore sconfinato per i suoi colori.

Ringraziare Franco Manniello per tutto quanto fatto per la Juve Stabia, i suoi tifosi e tutta Castellammare è scontato quanto riduttivo. Proprio l’indifferenza cittadina, manifestatasi in tanti ambiti, ha rischiato di “regalare” al Patron delle Vespe il più amaro dei finali. Manniello non si è però scoraggiato, riuscendo in un’impresa seconda forse solo a quella del 19 giugno 2011: salvare, non sul campo, ma nel vero senso della parola, la squadra per cui ha sempre fatto il tifo, affidandola a chi gli ha prospettato il progetto più importante.

Con la stessa emozione del padre della sposa, che affida la figlia a chi dovrà accompagnarla per la vita, Manniello si è separato da uno dei più grandi amori della sua vita. Una separazione che sa appunto di amore, perchè avvenuta quando il Patron ha avuto consapevolezza di non poter più sostenere la Juve Stabia con le risorse che una piazza come quella stabiese inevitabilmente richiede.

Dieci anni fatti di gioie inarrivabili e di delusioni che bruciano ancora, ma di certo indimenticabili. Come posso io, non celebrarti Pres?

Raffaele Izzo

Juve Stabia TV


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