Euro2016 – i Top e i Flop della prima fase secondo ViViCentro

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Iniesta: passano gli anni, le competizioni internazionali, i compagni di squadra ma la classe dell’Illusionista resta sempre il valore più bello della Spagna, quasi come se il tempo e gli anni che passano non riuscissero ad intaccarla. Iniesta è il perfetto direttore dell’orchestra spagnola, che fa sempre la cosa giusta al momento giusto; mentre il numero 6 ha la palla tra i piedi i compagni si muovono già sapendo di ritrovarsi a breve il pallone sui piedi. Il migliore in campo in tutte e tre le partita della squadra di Del Bosque nonché pericolo numero 1 a cui Conte dovrà guardare lunedì alle 18:00.

Bale: il gallese ha trascinato la sua nazionale agli ottavi da capocannoniere, andando in rete in tutti e tre i match giocati (unico calciatore a riuscirci) e guadagnandosi il titolo di momentaneo capocannoniere insieme a Morata. Lontano dalla personalità di Cristiano Ronaldo, dilagante in campo e fuori e che al Real Madrid ne limita la libertà tattica, Bale è l’autentico condottiero che guida un’intera nazione verso un grandissimo sogno. Giocatore a tutto campo, con le doti atletiche di un terzino, la classe di un regista e la freddezza sotto porta di una punta.

Payet: tutti si aspettavano che fosse Pogba a guidare la Francia, invece è Dimitri Payet a recitare il ruolo di faro dei padroni di casa. Il regista del West Ham ha praticamente qualificato da solo i transalpini agli ottavi di finale, con due prestazioni super nelle prime due partite del girone. All’esordio contro la Romania Payet ha regalato l’assist del vantaggio a Giroud per poi assicurare la vittoria ai francesi con una saetta da fuori area a tempo quasi scaduto. Stesso finale nel match contro l’Albania, chiuso oltre il 90esimo ancora da una rete magnifica del centrocampista. La favola di Payet, che da ragazzo ha lavorato come commesso in un negozio di abbigliamento quando la sua carriera sembrava non decollare, sta prendendo forma e su di lui già sono vigili il Chelsea di Antonio Conte ed il Real Madrid di Zizou Zidane.

Flop

Ibrahimovic: alla vigilia della competizione la Svezia sembrava la nazionale che potesse mettere in difficoltà Belgio e Italia, mettendo in discussione la qualificazione degli Azzurri. Gli svedesi hanno però deluso e, più di tutti, ha deluso il gigante di Malmoe. Zlatan puntava molto su questi Europei, ultima uscita con la maglia della nazionale svedese, lasciata ufficialmente dopo la partita contro il Belgio. In tre partite Ibra ha fatto troppo poco, avendo solo procurato con un cross l’autogol dell’Irlanda nel match contro i verdi; per il resto Zlatan ha quasi sempre trotterellato per il campo, sia contro l’Italia che contro il Belgio, dimostrando forse di essere con la testa già al Manchester United di Mourinho. Chiude la sua carriera in nazionale con 62 gol in 116 presenze.

Muller: il fantasista tedesco è l’emblema della Germania poco brillante e deludente della prima fase. Pur essendosi qualificata da prima nel suo girone, i tedeschi non hanno mai impressionato, sembrando anzi in debito di ossigeno e con poche idee. Muller, da sempre leader tra i tedeschi, non ha messo in campo la solita “cattiveria”, così come deludenti sono stati i vari Gotze, Draxler e Ozil. Muller in campo è sempre apparso voglioso di fare bene, ed ha giocato partite generose ma del tutto prive degli spunti che lo hanno fatto diventare forse l’uomo più importante del Bayern di Guardiola.

Pogba: il più atteso prima di Euro2016. I francesi si affidavano alla vigilia a lui così come nel 1984 si erano affidati a Platini e nel 1998/2000 a Zidane. Pogba ha forse sentito troppo la pressione su di sé, risultando prevedibile e lento nelle giocate. Brutto l’esordio contro la Romania, che poi ha spinto Deschamps a relegarlo in panchina nel match contro l’Albania. Buona invece, seppur a sprazzi, la prestazione del gioiello juventino contro la Svizzera, a qualificazione già ottenuta. Troppo pochi, però, solo 30 minuti da campione per un calciatore considerato il fuoriclasse assoluto del continente. Adesso spetterà al C.T. francese la difficile scelta circa il minutaggio da riservare a Pogba negli ottavi di finale.

Raffaele Izzo

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