Centosessantadue. Buon compleanno, Porto d’Ischia!

Gianni Sasso campione paraolimpico isolano, diventa Ferdinando II di Borbone. Sabato 17 settembre 2016 è...

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Gianni Sasso campione paraolimpico isolano, diventa Ferdinando II di Borbone.

Sabato 17 settembre 2016 è stata celebrata la rievocazione dell’inaugurazione del porto d’Ischia. Uno spaccato di storia che ha cambiato per sempre la geografia economica e il futuro dell’isola d’Ischia in quel memorabile giorno, 17 settembre 1854, attraverso, un evento che costituì una pietra miliare per lo sviluppo dell’intera isola.

Ecco ciò che riporta Giuseppe D’Ascia, all’epoca si può dire cronista, nella sua Storia dell’Isola d’Ischia:

«In uno stato miserabile era l’isola ridotta, quando in Luglio 1853 veniva per la prima volta a villeggiare Ferdinando II e la sua famiglia nella casina reale alla villa dei Bagni. Giunto Ferdinando in Ischia decise mutar quel lago, in cui la casina si specchiava, in porto. Tosto fu dato mano all’opera. L’Ispettore di acque e strade Luigi Oberty, ed il luogotenente del genio Domenico Milo ne levarono la pianta, e ne presentarono il progetto al re che lo approvò. Si diede mano all’opera dallo stesso Tenente Milo, che restò incaricato della direzione de’ lavori, colla gratificazione di ducati dieciotto al mese, oltre duc. 179.40 pagatigli per indennità di via. Prima quel lago, due volte l’anno, dava un’abbondante pesca a Natale e Pasqua, che il Comune d’Ischia, concedea in fitto, per un estaglio a suo profitto: ridotto a Porto perdeva quel provento, ma ne venia indennizzato dal governo con un annuo assegno. Il servizio amministrativo fu affidato a Camillo Quaranta, nello stesso modo che si era adoperato per la costruzione del bacino di raddobbo del porto militare di Napoli. In seguito allo stesso Quaranta fu affidata la direzione dell’opera. Servi di pena furono impiegati ai lavori. Tutte le barche dell’isola vennero astrette a trasportar materiali, e della mercede statuita metà – Dio sa come! – fu pagata in contanti, la resta in maltrattamenti e busse regalate dal Quaranta, o da chi facea per lui. Si era dato principio all’opera nel 25 luglio 1853 coi lavori di taglio e di getto. Nello stesso anno veniva costruito l’acquedotto che da Monte Buceto dovea portar l’acqua alla Villa de’ Bagni che ne difettava: una guardia forestale fu posta a guardia di quello, per qualunque devastazione o danno. Nell’anno 1854, si erano effettuiti i lavori di cavamento all’accennato porto fino al 12 Giugno Nel 31 Luglio vi penetrava per la prima volta il real piroscafo il Delfino eseguendo, nel darvi fondo, una salva festiva di ventuno colpi di cannone. Nel dì 17 Settembre alle ore 5 p.m. il Porto veniva inaugurato alla presenza della corte, isolata in una pagoda posta su di una collina a nord dell’entrata di esso. Tutti i legni di qualunque fossero tonnellaggio furono obbligati di venire a prender parte alla regata. Il giornale uffiziale di Napoli nel giorno appresso 18 Settembre 1854 num. 203, descriveva la cerimonia così: «Circa dugento legni pavesati a festa fra il rimbombo di artiglierie ed i concenti di bande musicali entravano colla festiva sollennità di una regata nel porto novello, e vi facevano varie evoluzioni. Un’immensa calca di spettatori era radunata sulla riva del porto. Il re colla sua real famiglia, che da vari mesi soggiornava in Ischia godevano di sì delizioso spettacolo, da un loggiato a bella posta costruito su d’una collina a ponente dell’entrata del Porto». Noi aggiungeremo qualche altra particolarità a questo cenno trascritto. Precedea la Lancia del particolar servizio del re, comandata dal capitano Criscuolo, che da marangone, (cormorano ndr) sommuzzatore, di Santa Lucia, era divenuto capitano della lancia particolare di Ferdinando II. Ma sotto il cappello gallonato, e le spalline dorate, era sempre il Criscuolo- Lazzarone; il Criscuolo Palombaro, sì agli atti, che alla foggia, al linguaggio, alla rozzezza, all’ignoranza, alle scurrilità, ai pregiudizi. Seguivano le altre lance di particolar servizio; indi i reali piroscafi, il Tancredi, la Saetta, il Delfino, l’Antelope, la Cristina: poi i legni della marina mercantile dell’isola, principiando dalle paranzelle, terminando ai minuti gozzi da pesca. Il Giornale Ufficiale di Napoli del 27 Settembre 1854 n. 210 descriveva nelle sue colonne quest’accennata funzione, e la sua narrazione terminava con le parole seguenti: «Così veniva aperto ai marini un asilo avverso alle procelle, ed un ricovero avverso alle tempeste della vita – Un porto onde assicurare il debole naviglio, ed un altro più sicuro contro le traversie dell’anima sotto la tutela di Colei che tutto l’orbe redento saluta Stella del Mare». Il Monitore Ufficiale del 22 Settembre proclamava nelle sue colonne, vari atti di clemenza in occasione dei lavori eseguiti, dai condannati ai ferri, a quel lago tramutato in porto. L’isola venne intersegata da commode e ridenti strade, altre di maggior vantaggio ne vennero progettate; ma ostacoli sursero nell’attuazione e le opere rimasero insterilite in vani progetti».

Quest’opera, per il tempo grandiosa, sfruttò le più attuali conoscenze scientifiche. A cominciare dall’invenzione, nel 1690, della campana subacquea di Edmund Halley (lo studioso dell’omonima cometa), e dalla sua evoluzione: lo scafandro di Kliengert (1797), apparecchio molto voluminoso con un enorme elmo collegato tramite tubi a una pompa a mano manovrata in superficie, perfezionato a sua volta da un ingegnere tedesco, Augustus Siebe nel 1837, e fece da battistrada al futuro enorme lavoro per la costruzione del canale di Suez inaugurato nel 1869. Il ruolo di Ferdinando II fu però determinante. Molto probabilmente, meno di un decennio dopo, l’antico lago vulcanico non avrebbe avuto la stessa sorte con Umberto Primo, il re sabaudo, che aveva tutt’altri interessi che tagliare il breve istmo che divideva l’alveo vulcanico dal mare.

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Ferdinando II e Maria Teresa d’Austria

Alla toccante cerimonia di festeggiamento di questo importante anniversario non poteva mancare il nuovo Re di Ischia Gianni Sasso, che con le sue ottime prestazioni alle paraolimpiadi di Rio 2016, ha tenuto alto il nome di Ischia fuori dai confini dell’angusto scogli. L’atleta foriano un Re emozionato, ha salutato tutti i partecipanti, sia da bordo della “Rondine” l’antico veliero, datato 1924, del Comandante Pietro ”Capefierr”, sia durante il percorso per le strade cittadine ed ha riferito: “Sono davvero molto orgoglioso di poter rappresentare Re Ferdinando II e di sentire l’affetto degli isolani. Un’emozione ancor più forte di quella di Rio. E’ bellissimo poter prendere parte a questi eventi di un’isola, la mia isola che porto sempre nel cuore”.

Molto ricco il programma presentato dalla giornalista Carmen Cuomo, tradotta in inglese da Mary Patricia O’Mahony, cui hanno partecipato la banda musicale Città di Ischia, la cantante Nunzia Ferrandino, l’associazione Largo dei Naviganti, tanti figuranti in costumi d’epoca, il gruppo musicale “La Ghironda” diretto dal  M° Carmine Pacera e infine il gruppo rock “Belly Shakers”. Per terminare degnamente la serata, uno spettacolo pirotecnico ove i fuochi, a ritmo musicale, sorgevano dalle acque con speciali effetti scenici.

Luigi Castaldi

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