Serata di riflessione su un tema legato alla violenza contro le donne

“L’altra faccia della violenza: la violenza assistita da minori in ambito familiare” e l’argomento proposto...

LEGGI ANCHE

“L’altra faccia della violenza: la violenza assistita da minori in ambito familiare” e l’argomento proposto dall’Associazione l’Incrocio delle idee

Serata di riflessione su un tema legato alla violenza contro le donne

Castellammare di Stabia – Anche questo 25 novembre, Giornata Mondiale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, l’Associazione Socio Culturale, l’Incrocio delle Idee, l’ha voluto fissare con un tema immediatamente collegato, “L’altra faccia della violenza: la violenza assistita da minori in ambito familiare”.
Una proposta del sodalizio stabiese, ha esordito la presidente dell’associazione Giovanna Massafra nell’avviare la serata, “che non vuole essere esaustiva del problema, e mai lo potrebbe essere; una giornata non come semplice ricorrenza, se pure importante, ma come iniziativa attraverso la quale vuole provare a trasmettere un chiaro messaggio relativamente ad una delle forme più gravi di violazione dei diritti umani”.
Una giornata, per quanto commentata da molti, compresi addetti ai lavori, “giornata di chiacchiere”, la cui importanza di celebrarla, ha aggiunto la Massafra, sta anche nel voler provare a fissare nella mente di tutti noi, di abbandonare l’idea che le questioni possono essere affrontate a scadenze prestabilite, ma essere operativi, ognuno per la propria competenza e possibilità, ogni giorno.
La violenza assistita dunque, un fenomeno sicuramente sottostimato dagli adulti in famiglia, dagli operatori nelle istituzioni e che tende a restare sommerso. Le conseguenze emotive, e non solo emotive, è stato ancora detto, che coinvolgono i figli che assistono alle violenze in famiglia, sono inimmaginabili ma molte volte tendono a perdersi ed essere considerate secondarie se non proprio non considerate, in relazione a quello che è il clima di violenza presente in famiglia.
Alcuni dati diffusi dall’ISTAT di donne che hanno subito violenze ripetute da partner e che avevano figli al momento della violenza che hanno ulteriormente evidenziato la gravità del fenomeno.
1,3 miliardi di bambini sono vittime, in tutto il mondo, di violenza. Tre bambini su 4 donne che subiscono violenza, sono vittime.
La Campania registra, purtroppo, il dato più alto in Italia, di violenza assistita.
La parola è poi passata a Carla Longobardi, una ventenne, studentessa universitaria, impegnata nel sociale che ha espresso il suo pensiero a proposito del femminicidio, guardandolo da un particolare punto di vista.
Non è frequente che in queste occasioni, ha affermato Massafra nel presentarla, veniamo a conoscenza di come i giovani le pensano a tale proposito perché comunemente le discussioni sono fra identiche generazioni.
L’aspetto patriarcale, ha affermato la Longobardi, ha ancora i suoi negativi effetti, un modello sociale che delega il potere al capo famiglia, modello che ancora adesso, molto spesso giustifica la violenza psicologica e fisica.
Uno schema che anche se ripudiato, arriva a noi in modo sottile provocando danni ai quali ogni giorno assistiamo, anche se, ha ancora affermato la giovane studentessa, qualcosa nell’uomo sta cambiando.
Occorre trovare un punto d’incontro abbandonando il concetto di conflittualità uomo donna, costruendo un percorso in questa direzione, auspicando un aiuto e dunque un cambio di quella che è l’attuale comunicazione sociale.
Alfonsina de Filippis, insegnante della scuola d’infanzia a Cava dei Tirreni, fondatrice e per sette anni presidente dell’associazione Frida contro la violenza su donne e bambini, ha ammaliato la numerosa ed eterogenea platea, impostando il suo intervento raccontando la sua storia e altre storie legate alla sua attività nell’associazione.
C’è ancora molto timore a denunciare, ha affermato la de Filippis e, sbagliando, non lo si fa per amore dei figli senza sapere che questi ultimi soffrono maggiormente in situazioni conflittuali e violenti. Oltre al fatto, ha ancora detto, che le istituzioni non sempre pongono la necessaria attenzione, come attenzione a trovare tempo per capire i ragazzi deve essere una finalità degli insegnanti.
Basta piangere i morti, con processioni e candele, ha sottolineato l’insegnante di Cava dei Tirreni, occorre mettere insieme, perché tutto funzioni, associazioni che rinunciano alla scrivania e al telefono e vanno fra la gente, una scuola con insegnanti formati, eliminare stereotipi, educare alle emozioni, cambiare l’attuale uso delle parole.
In tutto il suo intervento colmo di realtà e concretezza, più volte ha posto l’accento sull’errore di “resistere per i miei figli”, sul continuare ad amare ed essere succube.
Tecnico ma di una semplicità notevole, l’intervento dell’avvocata Ersilia Trotta, Coordinatrice regionale di Cammino (Camera Nazionale Avvocati per la famiglia, relazioni familiari e minorenni). Consigliere dell’ordine degli avvocati di Salerno e collaboratrice con il Garante regionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza professor. Scialla.
Violenza fisica, ma anche violenza psicologica e soprattutto una violenza più subdola, ha esordito la Trotta, che è quella economica che rende la donna subalterna quando appunto, non ha una autonomia economica.
L’obiettivo principale, ha affermato, non è quello di punire il carnefice, ma è quello di intercettare il fenomeno ed esaminare l’origine del conflitto. I figli apprendono quello che succede in famiglia, si, importante è quanto la scuola fa a tale proposito, ma la prima formazione avviene in famiglia.
“Il minore che assiste alla violenza in famiglia è anch’esso vittima e questo concetto è stato inserito nella legge che prende il nome di Codice rosso, che rappresenta un primo segnale positivo, anche se molto meglio si poteva fare”.
Anche l’avvocato Trotta ha sottolineato la necessità di fare rete con tutti gli attori che costituiscono la comunità, così come ha evidenziato l’esigenza di condurre le donne che subiscono violenza a denunciare e che evitano di farlo per paura di ripercussioni sui propri figli, donne che vanno aiutate prima che avviene la tragedia.
Alcuni racconti di episodi legati alla sua attività professionale e di volontariato hanno completato l’interessante intervento.
L’iniziativa è iniziata di botto, con la lettura di un racconto del libro di Serena Dandini, “Ferite a morte”, a cura dell’attrice Giulia Conte, che della stessa autrice ha offerto all’attento pubblico un’altro ed emozionante racconto.
Non una semplice lettura, ma una vera e propria interpretazione, anche la lettura della lettera di speranza di una madre al proprio figlio.

da sinistra Giuliana Mura, Gaemaria Palumbo e Giulia Conte

Prima dell’ultimo intervento, dal fondo della sala il sax del maestro Gaemaria Palumbo ha cominciato a intonare le note della canzone “Alfonsina y el mar” che è stata cantata, in acustica da Giuliana Mura.
Un successo di Mercedes Sosa che racconta di Alfonsina, poetessa, donna del popolo, una donna pubblica, una femminista che si è battuta per i diritti delle donne, morta suicida.
Una serata interessante, che ha informato, che ha messo in campo opinioni e visioni differenti del problema che hanno comunque condotto a un comune punto, quello di non sottovalutare la questione, di fare rete, e da qui la proposta/sfida della presidente dell’Associazione l’Incrocio delle idee Giovanna Massafra, di unirsi e attivarsi per contribuire a combattere questo gravissimo fenomeno che sta sempre più interessando la comunità a tutti i livelli e tutti i ceti sociali.
Giovanni Mura

Juve Stabia premiata a Palazzo Farnese per la promozione in B

Juve Stabia ricevuta e premiata nell'aula consiliare di Palazzo Farnese per la storica riconquista della Serie B
Pubblicita

Ti potrebbe interessare