Napoli, “A scuola di astroparticelle”: le parole di A. Marino del CNR

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Napoli, presso il complesso universitario della Federico II, Monte Sant’Angelo, questa mattina, si è tenuta la premiazione del concorso “A scuola di astroparticelle”

L’iniziativa è collegata a percorsi di alternanza scuola – lavoro, in cui è stato possibile ammirare una forte sinergia tra l’Università Federico II, gli enti di ricerca e le scuole superiori del territorio campano. Si tratta di un’iniziativa di una divulgazione scientifica a cui partecipano 18 scuole superiori con 600 studenti e 21 progetti su tematica attuali della ricerca scientifica.

La cerimonia di premiazione ha avuto inizio con i saluti di benvenuto di alcune delle maggiori personalità delle istituzioni scientifiche napoletane, il tutto moderato dalla Dottoressa Carla Aramo dell‘INFN di Napoli.

La Redazione di ViViCentro ha avuto modo di parlare con la Dottoressa Antigone Marino, all’evento in rappresentanza dell’Istituto ISASI del CNR.

Quest’anno ha notato una maggiore partecipazione nei ragazzi, e una diverso approccio alla materia e ai loro lavori?

E’ il terzo anno che il mio istituto, il CNr partecipa, ed effettivamente c’è stata una differenza rispetto agli anni precedenti: la sensazione è che la scuola abbia bisogno di eventi come questi che gli consenta di uscire dall’istituto scolastico ed entrare in contatto con la realtà. In questo progetto, i ragazzi hanno giocato a fare i piccoli scienziati, sfruttando le loro capacità e il loro mondo che è quello dei social media.

Lei ha quindi notato anche una maggiore consapevolezza nell’approccio alla materia della fisica?

Si, i ragazzi ono molto interessati alla scienza, che affascina ma fa anche paura. Però pian piano i ragazzi si sono aperti, e sono nati degli elaborati, in cui gli stessi ragazzi si sono trovati, al momento dell’esposizione, ad essere dei piccoli Piero Angela, e noi ci auguriamo che poi alcuni di loro da grandi  diventino dei divulgatori, o magari il comunicatore o lo scienziato. Sono usciti dalla loro comfort zone, e questo credo, sia un momento molto importante per loro, che hanno avuto modo di confrontarsi così con la platea.

 

a cura di Vincenza Lourdes Varone

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