Napoli, gli ultimi interventi nel dibattito del Consiglio Comunale

Napoli, gli ultimi interventi nel dibattito del Consiglio Comunale Il dibattito sulle due delibere propedeutiche...

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Napoli, gli ultimi interventi nel dibattito del Consiglio Comunale

Il dibattito sulle due delibere propedeutiche alla riedizione del piano di riequilibrio ha visto gli ultimi quattro interventi dei consiglieri, prima della replica dell’assessore Panini e dell’intervento del primo cittadino Luigi de Magistris.

Per il consigliere Vincenzo Moretto (Prima Napoli), bisogna essere onesti e riconoscere che il provvedimento non era un mero atto dovuto in quanto solo per 237 comuni, le nuove norme sul bilancio ed i tagli dei trasferimenti hanno causato difficoltà, così non è stato nella maggioranza dei comuni. E’ importante ripetere il ruolo di indirizzo e controllo svolto dal Consiglio Comunale e i giusti  rilievi fatti in passato sui debiti fuori bilancio, sul disavanzo del 2015-2016; tutti i debiti che saranno pagati nei prossimi anni, ed è giusto chiedersi se non sarebbe stato meglio dichiarare il dissesto come accaduto nel 1993; non si ravvedono, ha concluso Moretto, buoni risultati di questa amministrazione: è ancora impossibile procedere a nuove assunzioni, la situazione di ANM è quella che tutti conoscono. A questo si aggiunge il fallimento di Napoli Sociale ed il fallimento di Bagnoli Futura. Serve, per salvare veramente Napoli, rispettare i nuovi obiettivi ed i prossimi appuntamenti della città, serve l’umiltà di avviare un confronto con le opposizioni in Consiglio Comunale, finora troppo mortificate nel loro ruolo

Secondo la consigliera Eleonora De Majo (Dema) bisogna concentrarsi sul destino della città, e questa maggioranza ha sempre agito nella consapevolezza che il rischio del dissesto non è solo un problema politico ma una tragedia sociale. Esistono fatti incontrovertibili dei quali bisogna tener conto, come la situazione debitoria ereditata nel 2011, la congiuntura dei tagli ai trasferimenti, i cambi normativi sul bilancio armonizzato. E’importante sottolineare perché il Consiglio Comunale deve essere un luogo di verità, che la norma per il salvataggio di Napoli è nata in città, in opposizione a quelle forze politiche che non hanno lottato per Napoli. La prossima sfida politica è quella di uscire dal provincialismo e lavorare con altri comuni, in sede Anci e in Parlamento, per ricontrattare il debito, non pagare i debiti ingiusti, rispettando gli impegni con uno stile diverso in materia di riscossione, di lotta all’evasione e di dismissione del patrimonio.

Il consigliere Marco Nonno (Misto – Fratelli d’Italia), annunciando l’astensione del suo gruppo sulle delibere, ha ricordato che ci sono punti fermi che non vanno dimenticati: i tanti aiuti economici che questa amministrazione ha ricevuto dal governo, che non giustificano le continue critiche sui tagli avanzate da molti componenti della maggioranza; non si tratta di un salvataggio, ma semplicemente di un’attribuzione del debito alle future generazioni; se sono innegabili le responsabilità di questa amministrazione che governa da sette anni, tuttavia, è un bene che ci sia stato un dialogo per evitare il dissesto, che sarebbe stato un danno per l’intera città.

Salvatore Pace (Dema) ha ricordato che scelte politiche e geopolitiche negli ultimi anni – ad esempio il riparto dei fondi per l’istruzione, distribuiti in modo disomogeneo tra le varie regioni e città – hanno  determinato un trattamento peggiore per Napoli e per le città non allineate politicamente al Governo;  la scelta di mantenere una situazione di subalternità per le regioni meridionali è distribuita equamente tra il periodo fascista, gli anni del governo Berlusconi e Lega e quelli del centro-sinistra; solo la battaglia condotta da Napoli e portata in sede Anci ha evitato il nuovo saccheggio che voleva portare tutte le risorse alle grandi città del Nord

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