Napoli, Consiglio Comunale sull’informativa sulla delibera della Corte dei Conti

Consiglio Comunale sull’informativa sulla delibera della Corte dei Conti Presieduto alternativamente dai vice presidenti Giuangi...

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Consiglio Comunale sull’informativa sulla delibera della Corte dei Conti

Presieduto alternativamente dai vice presidenti Giuangi e Frezza, è iniziato il dibattito in Consiglio comunale dopo l’informativa dell’assessore al Bilancio Panini sulle iniziative a seguito della delibera della sezione regionale della Corte dei conti sul piano di rientro.

Nel suo intervento, Valeria Valente (PD) ha rilevato la mancata assunzione di responsabilità da parte dell’amministrazione e il tentativo, giocato sulla pelle della città, di mistificazione della realtà; l’amministrazione è ora di fronte alle accuse gravi della magistratura contabile sul suo operato e sui rischi ai quali espone la città: si sono gonfiate le entrate, si sono male contabilizzate le risorse provenienti dallo dallo Stato, si sono occultati debiti che dovevano essere registrati, tutti elementi che, per tempo, le opposizioni in Consiglio avevano denunciato. E’ ora chiaro che l’amministrazione ha fatto la scelta chiara e politica di utilizzare la spesa pubblica, a debito, per aumentare il consenso in città. In parlamento il partito democratico si è impegnato a costruitre norme per aiutare i comuni in difficoltà, ma è bene chiarire che il Comune di Napoli è l’unico ente che è, contemporaneamente, in predissesto e in condizione di ente strutturalmente deficitario; per questo non saranno sufficienti a salvarlo le norme che in Parlamento si prova a costruire per aiutare i Comuni in difficoltà; tra questi, il Comune di Napoli è ultimo in graduatoria, ad esempio, per capacità di riscossione dei tributi e delle multe. Se resterà, grazie al lavoro che si farà in parlamento, un ente in predissesto, il Comune è comunque ad un punto di non ritorno: siamo ora a 2 milardi e mezzo di disavanzo, partendo dagli 850 milioni iniziali, e questo nonostante le anticipazioni di liquidità ricevute dal Governo (per 1 miliardo e 400 milioni). Questo significa che i cittadini continueranno a pagare troppo e il disastro peserà sulle future generazioni, mentre non viene, dall’amministrazione, nessuna indicazione di prospettiva per riaggiustare i conti, mentre si si dovrebbe pensare alla città.

Per Matteo Brambilla (Movimento 5 Stelle) la nuova consiliatura si è aperta sulla base di errori e realtà falsate, tutte già denunciate, come dimostra il fatto che l’amministrazione non ha neanche comunicato al Consiglio la sentenza 13 della Corte dei Conti del 2016 che già rilevava nei conti un errore di 366 milioni; l’amministrazione ha fatto partire con un anno di ritardo l’armonizzazione contabile e una delle prime cause di squilibrio è il fatto che non è stato fatto il riaccertamento straordinario dei residui né è stato costituito il fondo rischi, è stato calcolato in modo errato il fondo crediti di dubbia esigibilità, c’è stata la mancata iscrizione nelle passività delle anticipazioni ricevute dallo Stato e la finzione sul debito CR8; soprattutto, dalle audizioni della Corte è emerso che il Comune non sa quanto incassa dai fitti del patrimonio e non sa neanche la sua consistenza (un tesoro che da solo equivale al patrimonio dell’intera Lombardia). In onclusione, con il fallimento del piano di rientro e il continuo tentativo di spalmare in avanti il recupero, l’amministrazione fa venir meno il patto con le future generazioni sulle quali si rovesciano le scelte e gli errori di questa amministrazione che, anche con gli strumenti che le verranno dati, non sarà capace di far fronte ad un disavanzo di oltre 2 miliardi, e questo perché nell’organizzazione comunale esistono tali carenze organizzative (rilevate anche dalla relazione della nuova segretaria generale del Comune) che rendono evidente che siamo di fronte ad un disastro amministrativo.

Per Mara Carfagna (Forza Italia) occorre rigettare semplificazioni, strumentalizzazioni e banalizzazioni; molte delle preoccupazioni della Corte coincidono con le preoccupazioni che le opposizioni, spesso accolte dall’amministrazione con indifferenza e scherno, hanno espresso sulla gestione economica e finanziaria del Comune. La situazione rilevata dalla delibera della Corte dei Conti vede ora un maggiore deficit, una maggiore esposizione debitoria ed, ancora, irregolarità, trucchi contabili, elusioni. Questa amministrazione, che ha ereditato una situazione molto difficile, si era impegnata solennemente a migliorare la situazione ereditata; invece, anche potendo godere di condizioni di favore, come l’accesso al fondo di rotazione e le anticipazioni di cassa, ha peggiorato la situazione. Al di là del ricorso – su cui l’amministrazione non ha ancora informato il Consiglio – ci troviamo oggi di fronte ad una impressionante esplosione del disavanzo, aumentato a dismisura. E’ innegabile che la nuova normativa contabile ha messo in difficoltà i comuni; in sede di legge di bilancio si potranno aprire spazi per proposte più ragionevoli, e noi faremo la nostra parte con senso di responsabilità istituzionale, ma questi sforzi non basteranno perché il Comune dovrebbe fare ora tutto quello che non è riuscito a fare negli ultimi 6 anni, come migliorare la riscossione e valorizzerete il patrimonio; senza una accelerazione, che era stata già promessa ad aprile, ci sono solo chiacchiere e ogni sforzo per salvare i comuni e salvare i cittadini e i territori sarà stato inutile.

Il consigliere Pietro Rinaldi (Napoli in Comune a Sinistra), apprezzando il tono costruttivo degli interventi finora espressi, ha definito necessaria una confluenza dialettica di tutte le forze politiche presenti in aula in favore di quelle norme che si attendono dal governo centrale, in un momento così delicato del dibattito parlamentare sulle sorti dei cittadini di tanti comuni italiani. Uno sforzo comune – sul quale poi ognuno si dividerà nel merito nelle fasi successive – ma che al momento deve avere il comune obiettivo di arginare il fallimento della città. Bisogna  rispondere con trasparenza e sincerità sul  merito o demerito di questa amministrazione nell’essere riuscita ad arrivare fin qui, evitando il dissesto in passato, e prendere atto degli sforzi compiuti. Dopo aver espresso valutazioni sulla vicenda CR8, sulla vicenda ABC, sulla riscossione delle multe del 2003, Rinaldi ha chiesto un fronte comune per interpretare le norme – in un campo nel quale non esiste giurisprudenza – per resistere al dissesto e assicurare il salvataggio economico della città, a fronte di avvenimenti certi e non influenzabili dall’Aula connessi alle pronunce della Corte dei Conti e del Parlamento.

La consigliera Eleonora De Majo, apprezzando il clima costruttivo presente oggi in aula, ha invitato a non appiattire la discussione sulla sola delibera 240, ricordando che il ruolo della politica deve essere un altro. De Majo ha ricordato che i dati oggi a disposizione  fanno pensare ad una nuova questione meridionale, per queste ragioni è necessario tener presente le conseguenze del dissesto finanziario sui cittadini, ed è giusto riflettere sulla genealogia di questo momento, che non esclude le responsabilità delle precedenti gestioni. Pur riconoscendo che alcuni punti del piano di riequilibrio non hanno funzionato, bisogna tener conto delle responsabilità dei grandi evasori, i primi dai quali bisognerebbe esigere l’appianamento dei debiti. Tutte le forze politiche devono ora darsi la mano, perché ciò che è in ballo è il salvataggio di Napoli e di tante città meridionali, in un quadro nel quale hanno pesato le conseguenze della crisi del 2008 ed il ruolo delle grandi banche.  Non ci sono alternative alle soluzioni che si intravedono ora – ha concluso De Majo – anche se la possibilità di spalmare il debito in trent’anni non è costituzionalmente orientata.

Il consigliere Vincenzo Moretto (Prima Napoli) ha parlato di una situazione complicata che impone assunzioni di responsabilità da parte della maggioranza sui motivi che hanno portato alla situazione odierna. Solo allora si potrà ragionare su come non far pagare ai cittadini le conseguenze del dissesto. E’ auspicabile che il ricorso dell’amministrazione venga accolto, ma al momento lo stesso non risulta convincente. Sull’efficienza del sistema di riscossione, Moretto ha ricordato gli elementi non veritieri inseriti in bilancio e, sulla situazione di Anm, delle società in liquidazione come Napoli Sociale, Moretto ha parlato di una situazione catastrofica che nulla ha a che vedere con ciò che viene riportato. Se la squadra che dovrà gestire l’ulteriore indebitamento a trent’anni è la stessa, se non ci sono assunzioni di responsabilità, ha concluso Moretto, i problemi restano tutti sul campo e rischieremmo solo di aumentare un deficit in costante aumento.

Mario Coppeto (Napoli in Comune a Sinistra) che ha invitato a riflettere sulle scelte finora compiute che non sono  state sufficienti a mettere in sicurezza l’Amministrazione. Per fare di più occorre attendere non solo l’esito del lavoro importante compiuto dall’Anci nell’ambito degli emendamenti alla legge di bilancio, ma anche, a partire dall’aggiornamento del regolamento delle dismissioni, dare un segnale incisivo per favorire la leva della vendita del patrimonio immobiliare perché è evidente che l’atteso non è stato ancora soddisfatto. Come si accellera il tema della Napoli Riscossione, come diamo le gambe necessarie alla Napoli Holding per svolgere il suo ruolo, questo va chiarito, ma va anche detto con forza che i cambiamenti normativi hanno messo in discussione i contenuti del patto e questo va spiegato ai cittadini. Sulla delibera della Corte dei Conti, alcuni rilievi appaiono di grande gravità e suscitano dubbi sull’operato dell’Amministrazione, ma il cambiamento del pacchetto normativo non solo ha messo in discussione le ragioni del patto, con il fondo di svalutazione crediti  che è diventato un macigno che contribuisce al disavanzo e questo per la normativa tecnico contabile cambiata. Gli enti locali finanziariamente più deboli pagano le scelte internazionali in materia di finanza che per contenere il debito ha scaricato sulle periferie il costo di risanamento dei conti.

Marco Nonno (Fratelli d’Italia) che denuncia un debito che la maggioranza che si è alternata alla guida della città si trascina da vent’anni, ma non si ha difficoltà a mettersi a disposizione per una mobilitazione comune purché si ammettano le responsabilità degli errori compiuti.

Elena Coccia (Napoli in Comune a Sinistra) per la quale si sta parlando del fallimento delle politiche liberiste e contro questo occorre invertire la tendenza. Bisogna chiedersi dov’era prima la Corte dei Conti, che sembra oggi diventata un tribunale speciale Si sono succedute norme stringenti, tagli sempre più gravi ai servizi e si è innestata la spirale maggiori risorse-maggior debito che sembra non interrompersi più e la Corte dei Conti sembra essere quella che detta cosa si può o non può dare ai cittadini. E invece va detto che ci sono regole che bisogna evadere se non sono giuste, e va abolito l’art. 81 e far ritornare pubblica la Cassa Depositi e Prestiti.

Luigi Felaco (Dema) per insistere sul fatto che il prezzo della crisi non devono pagarlo i cittadini, sicuramente non chi non ha, e per esortare ad andare nella direzione di sostegno forte a questi cittadini. Va stilato un nuovo patto di governo concordato con i territori e i cittadini per rilanciare un’azione amministrativa che sia chiara.

Salvatore Pace (Dema) che ha sottolineato i dati sulla povertà e sul Pil della regione per definire ingiusta una tassazione insostenibile imposta alle regioni meridionali. Il Comune ha una visione che non svende il pubblico e mantiene le fasce di esenzione per i più deboli e cerca di assicurare la casa a chi non può pagarsela. Napoli sta provando a riscrivere le regole del diritto nel senso della libertà e della dignità contro chi preferisce la vicinanza al potere.

Federico Arienzo (Partito Democratico) per il quale la discussione ha assunto una piega sbagliata, con la sottolineatura che tutto il bene starebbe solo dalla parte dell’Amministrazione, mentre il problema vero resta quello di salvare la città dal dissesto. Non tutti i comuni sono in dissesto e c’è chi riesce a mantenere i conti in ordine. Buon senso è sotteso alla mozione che le opposizioni presentano, così come responsabilmente hanno fatto proposte negli anni scorsi, concludendo con l’appello a non fare discorsi ideologici ma ad affrontare concretamente i problemi e i bisogni dei cittadini.

Marco Gaudini (Verdi Sfasteriati) ha sottolineato che uno sguardo rivolto al futuro si tenta di bloccare l’esperimento politico della giunta de Magistris; tutti i Comuni che sono andati al Parlamento hanno espresso al di là del colore politico le difficoltà degli enti locali a partire dalla Costituzione italiana non salvare le politiche di questa amministrazione ma prendere dalle difficoltà dei Comuni accantonando la propaganda elettorale e la politica fatta di proclami e guardiamo all’interesse delle città, conclude con l’appello a guardare al futuro e a fare qualcosa di concreto per il nostro popolo.

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