La chiusura del deposito del Garittone e la situazione di ANM in commissione Infrastrutture

In commissione Infrastrutture la chiusura del deposito del Garittone e la situazione di ANM Napoli...

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In commissione Infrastrutture la chiusura del deposito del Garittone e la situazione di ANM

Napoli – Nella riunione presieduta da Nino Simeone approfondimenti sulla scelta dell’azienda di mobilità e sullo stato del procedimento di concordato preventivo, con la partecipazione dell’assessore alla Mobilità Mario Calabrese, dell’amministratore di ANM Nicola Pascale, del direttore di esercizio Fabrizio Cicala e di rappresentanti di tutte le sigle sindacali.

Le motivazioni dell’azienda di trasporti cittadina, che ha fissato al primo giugno prossimo la data della chiusura del deposito del Garittone, sono state al centro del confronto di oggi in commissione Infrastrutture, su richiesta dei consiglieri Esposito (Partito Democratico) e Lebro (La Città), che ha registrato anche un’informativa dell’amministratore unico Pascale sullo stato del procedimento di concordato preventivo in cui si trova l’azienda.

Il presidente Simeone, in apertura, ha ricordato il valore storico e geografico del deposito, ribadendo la necessità che l’eventuale riutilizzo dell’area non contempli ipotesi diverse da quelle a vantaggio dell’azienda stessa.

La scelta, ha spiegato l’amministratore Pascale, va contestualizzata alla luce della procedura di concordato preventivo, una procedura che vede prospettarsi, al termine del tempo concesso dal Tribunale, una liquidazione aziendale o una sua continuità, purché si verifichino determinate condizioni economico-patrimoniali. Tutte le scelte aziendali fin qui adottate vanno nella seconda direzione, quella di riequiliìbrare i costi e i ricavi, riducendo i primi e aumentando i secondi. Sul fronte dei ricavi si colloca la scelta della controlleria unica e l’azione di vendita diretta dei biglietti da parte dei conducenti e degli agenti di stazione, una novità che tra marzo e aprile ha fatto aumentare le vendite dirette di biglietti aziendali. Sul fronte della riduzione dei costi, si collocano le scelte di efficientamento della logistica, tra cui quella di chiudere il Garittone, che produce un costo compreso tra 800 mila e 1 milione di euro, una scelta necessaria che sarà però l’ultima, ha detto Pascale, ad incidere in modo pesante sul comparto gomma dell’azienda. Nesuna riduzione di personale farà seguito alla chiusura, mentre sulla utilizzazione successiva dell’area la decisione spetta all’Ammministrazione. Il piano delle azioni da mettere in campo, completo di effetti economici, sarà messo a disposizione delle rappresentanze sindacali già nelle prossime ore, ha assicurato l’amministratore, che ha ribadito le scelte annunciate che, entro la fine dell’anno, produrranno un risparmio di 5 milioni di euro di costi del personale. Sul taglio ai superminimi, deciso dalla Giunta e condiviso dal Consiglio, si sta procedendo, con la necessaria assistenza legale, a mettere in campo le azioni conseguenti con una modalità che eviti futuri contenziosi all’azienda. A breve, infine, arriveranno risposte anche sui premi per i lavoratori.

L’assessore Calabrese, dopo aver ricordato i pesanti tagli subiti negli anni dal comparto del trasporto pubblico locale, ha insistito sulla necessità di tagliare i costi e di mettere in campo azioni di incremento dei ricavi, scelte sicuramente messe in campo in modo tardivo dall’azienda ma che nel brevissimo periodo hanno portato ad incrementi enormi della vendita dei biglietti, 300 mila in più quelli aziendali venduti in pochi mesi. La scelta di non considerare essenziale il deposito di Capodimonte, senza peraltro determinare perdite di posti di lavoro, va nella direzione di risanamento, che sarà verificata anche alla luce del piano industriale che si attende dall’azienda.

Per i consiglieri intervenuti: si sacrificano ancora una volta i diritti dei lavoratori senza intervenire sulle imponenti voci di spesa, come i superminimi ai dirigenti, non ancora tagliati, e i costi della linea 6, non ancora in esercizio, mentre i lavoratori non hanno ancora ricevuto il premio di risultato del 2016 che l’Amministrazione e l’azienda si erano impegnati a pagare. Il gruppo del Partito Democratico si mobiliterà contro la chiusura del deposito e chiede di verificare i costi della linea 6 (Esposito, Partito Democratico); l’Amministrazione, inizialmente contraria a comnmistioni tra politica e management delle partecipate, ha imboccato la strada opposta, scegliendo di mettere al vertice delle aziende ex staffisti o ex dirigenti comunali, oltre a non esercitare il dovuto controllo. Ora si sceglie di chiudere il deposito per favorire altre partecipate, invece di tagliare i costi della dirigenza e di mettere a disposizione dell’azienda risorse per il suo risanamento e nell’interesse dei cittadini (Lebro, La Città); l’area nord della città è già fortemente penalizzata dalla mancanza di adeguati collegamenti su gomma e con questa scelta lo sarebbe ancora di più. Si tratta di una struttura strategica e per questo il gruppo di Forza Italia si opporrà alla sua chiusura (Guangi, Forza Italia); i lavoratori vanno tuelati, ma la chiusura del deposito non prevede nessun rischio di perdita di posti, mentre per migliorare il trasporto pubblico occorre creare le condizioni per farlo funzionare al meglio. L’ipotesi di destinare quest’area a sosta per i bus turistici va in questa direzione ed è condivisibile nell’interesse dei cittadini (Langella, Agorà); il confronto con l’azienda va fatto su un piano di ristrutturazione aziendale che illustri nel dettaglio costi e ricavi e azioni che si intende mettere in campo, così da mettere in condizioni i consiglieri di conoscere le opzioni adottate per salvare l’azienda (Coppeto, Napoli in Comune a Sinistra); la procedura di concordato serve a sanare l’azienda o a metterla in liquidazione? Per rilanciare il trasporto pubblico vanno scelte azioni che vadano in quella direzione, che non sono quelle di tagliare corse e autisti, per questo l’Assessore deve chiarire la volontà politica dell’Amministrazione (Moretto, Prima Napoli); va detto chiaramente se la chiusura e il sacrificio dei lavoratori servirà veramente a ridurre i costi, valutando anche le ricadute sugli utenti del servizio (Caniglia, Ce simme sfasteriati); se rimane ferma l’ipotesi della chiusura, va valutata l’alternativa di utilizzare come capolinea i parcheggi del Frullone e di Chiaiano (Cecere, Dema).

Contrario all’ipotesi di chiusura anche l’assessore dell’Ottava Municipalità Di Vaio che ha ricordato la difficile situazione della periferia nord, già penalizzata da tagli di linee di collegamento, annunciando la mobilitazione del territorio per scongiurare ulteriori scelte che possano avere ricadute in senso peggiorativo del servizio.

 

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