Napoli, approvato il bilancio consolidato in Consiglio Comunale

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Il dibattito in Consiglio , presieduto alternativamente da Alessandro Fucito e dal vicepresidente Salvatore Guangi, sulla delibera di approvazione del bilancio consolidato è iniziato con l’intervento della presidente della commissione Bilancio Manuela Mirra che ha ricostruito il lavoro della commissione sottolineando che il Comune per la prima volta affronta il bilancio consolidato e che i tempi messi a disposizione sono stati sufficienti all’approfondimento dei consiglieri dal momento che il consolidato è uno strumento tecnico non adatto ad approfondire i bilanci delle singole partecipate.

Mara Carfagna (Forza Italia) ha parlato del bilancio consolidato come di un passaggio importante dal punto di vista della trasparenza per conoscere la situazione patrimoniale economica e finanziaria e soprattutto i risultati dell’attività svolta dall’ente nel suo insieme, comprese le partecipate; invece, il bilancio consolidato presentato dall’amministrazione non rappresenta in maniera veritiera e corretta lo stato di salute dell’ente per diversi motivi: definizione troppo ristretta del Gruppo Amministrazione Pubblica e consolidamento di sole 8 partecipate, scarsa chiarezza sia sulla riconciliazione tra crediti e debiti tra Comune e partecipate che sul conto sul patrimonio; altro elemento negativo, l’enorme entità del debito del Comune nei confronti delle partecipate nella più ampia situazione debitoria del Comune, che non è migliorata grazie alle anticipazioni di liquidità concesse dal governo, a causa delle mancate entrate da tributi e dismissione patrimonio, gli altissimi costi del personale delle partecipate che non sono state sottoposte a nessun processo di razionalizzazione e efficientamento e forniscono servizi scadenti.

Per Matteo Brambilla (Mov. 5 Stelle) il bilancio consolidato mostra che il Comune non sta gestendo se stesso e le partecipate e non ha certezze sul reale stato patrimoniale dell’ente; non risulta per nulla giustificato l’ottimismo dell’amministrazione; i rilievi partono dalla relazione tecnica dei revisori, che hanno evidenziato ad esempio la mancanza dell’inventario e la mancata appostazione di somme per i contenziosi; sono insufficienti e non trasparenti i dati contenuti nel consolidato e riguardanti la compensazione di debiti e crediti sia tra Comune e partecipate – con veri e propri errori, ad esempio, sul saldo tra Comune e ABC – che tra le partecipate, l’indicazione del capitale sociale di Napoli Holding, la mancanza di dati certi sui crediti vantati da Napoli Sociale in liquidazione, tutti questi sono elementi che evidenziano scarsa responsabilità da parte dell’amministrazione aggravando la situazione delle finanze comunali e l’accumularsi del debito ai danni delle generazioni future.

Valeria Valente (PD) ha rilevato che l’atto in discussione, in quanto fotografia dello stato dell’ente e delle sue partecipate alla luce dei consuntivi, non può aggravare i danni già fatti dalle scelte di bilancio fatte negli ultimi anni; paradossale che l’amministrazione, nella crisi drammatica di Anm, con l’allarme dei lavoratori e i disagi dei cittadini, nel documento presenti uno stato di salute rassicurante (con 554 milioni di attivo a fronte di altri Comuni, come Milano, che presenta un attivo di soli 50 milioni); va inoltre evidenziato che i revisori dei conti hanno ribadito i rilievi critici già presentati sul bilancio, segno che nel frattempo nessuna correzione è stata fatta alle politiche economiche e finanziarie, ad esempio sulla reale consistenza del patrimonio; molte le omissioni, in particolare sui rapporti intergruppo; infine, nonostante la legge lo consenta, è un dato preoccupante che il consolidato sia stato costruito su preconsuntivi, tranne in due casi su otto, in cui si disponeva di veri e propri bilanci consuntivi approvati; l’atto contabile e tecnico non offre dunque alcuna certezza e il PD non lo voterà.

Vincenzo Moretto (Prima Napoli) ha dichiarato che già la scelta di includere nel consolidato quattro società partecipate su otto è di per sé discutibile. Tra queste società non si rileva inoltre l’effettiva situazione debitoria di Anm, in costante crescita. Il consolidato offre infatti una fotografia non realistica dell’azienda di mobilità, e la situazione descritta dal documento non consente di guardare all’interno della holding. Il richiamo dei revisori alla riclassificazione del patrimonio resta, quindi, l’unico modo per avere contezza del patrimonio disponibile, ed una fotografia realistica delle partecipate. Per questo desta perplessità la relazione dei revisori dei conti, che evidentemente non si sono voluti assumere responsabilità, limitandosi a fornire raccomandazioni che di fatto, al momento, non consentono la quantificazione reale del debito.

Mario Coppeto (Sinistra Napoli in Comune a Sinistra) ha ricordato all’Aula come oggi ci si confronti con una fotografia della situazione economico-finanziaria dell’Ente, così come previsto dalle nuove norme, grazie alla quale si fa chiarezza sul rapporto di debito e credito con le partecipate; una fotografia non può che attenersi alla situazione che c’è, realisticamente; su una cifra complessiva di poco più di 42 milioni di euro di crediti vantati dalle partecipate, viene ad esempio chiarita la natura dei rapporti debitori con società come ABC, e con la stessa ANM, e di avere contezza dell’effettivo cospicuo valore patrimoniale della città, sulla cui piena valorizzazione sarebbe utile insistere.
Per Salvatore Pace (Dema) va espressa una valutazione politica e di impatto sul bilancio sociale della città, non di mera natura tecnica, in quanto si sarebbero avuti esiti diversi se si fossero fatte altre scelte sulla sorte delle partecipate e dei lavoratori. Decidendo di non svendere ai privati e depauperare il patrimonio e investendo sulla scelta di mantenere i servizi nella sfera pubblica si è scelto di andare oltre le cifre, e di andare a toccare la vita reale dei cittadini, liberandoli ad esempio della camorra dal ciclo dei rifiuti, rendendo pubblica l’acqua, di assumere le maestre. In questo processo possono esserci state defaillances, ma va riconosciuto lo sforzo collettivo per rilanciare la città, senza disonestà intellettuali.

Nella replica al dibattito, l’assessore Panini ha risposto alle osservazioni dei consiglieri, ribadendo la valenza tecnica dell’atto ma da usare in chiave politica, in particolare per mettere in rilievo che, dopo decenni in cui la narrazione associava pubblico a perdita, e la necessità di rivolgersi al mercato per arginare questa deriva, il consolidato del Gruppo Comune Napoli mostra una tenuta economica, mostra che il pubblico costa, sì, ma comporta valori economici e sociali assolutamente importanti. Dopo essersi soffermato su alcune delle osservazioni venute dal dibattito, in particolare su Napoli Sociale e ABC, ed aver spiegato che alcune difficoltà delle partecipate ad avvalersi di opportunità, quali la rottamazione delle cartelle, riguardano anche le partecipate ed altre città, ha richiamato il lavoro che si sta facendo con l’Associazione dei Comuni per introdurre correttivi; ha concluso confermando che inizia ora il lavoro sulle singole criticità sollevate dai revisori che comunque si sono espressi positivamente sui meccanismi tecnici adottati nella redazione dell’atto.

Sulla situazione generale, senza nostalgie per epoche nelle quali il pubblico veniva considerato come ammortizzatore sociale, va sottolineato che così come finora nessun lavoratore è stato licenziato, si continuerà a lavorare, per Anm, ad esempio, risanando, garantendo servizi e senza licenziamenti.
Dopo le dichiarazioni di voto, sfavorevole da parte di Brambilla (Movimento 5 Stelle), che ha anche annunciato l’uscita dall’aula del suo gruppo; di Pace (Dema), che ha invece ha annunciato voto favorevole del suo gruppo, la delibera è stata approvata all’unanimità dei presenti, 21 consiglieri, essendo uscite dall’Aula le opposizioni.

Fonte: Ufficio stampa Consiglio Comunale

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