La FIOM segnala l’assenza della politica per la questione Fincantieri

A bocce quasi ferme Vivicentro incontra il sindacalista della FIOM Santorelli, per parlare dell’attuale situazione...

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A bocce quasi ferme Vivicentro incontra il sindacalista della FIOM Santorelli, per parlare dell’attuale situazione del cantiere stabiese della Ficantieri

La FIOM segnala l’assenza della politica per la questione Fincantieri

Castellammare di Stabia – Finiti i commenti, consumati prevalentemente su Face book, e i comunicati stampa dei consiglieri comunali che hanno sentito il bisogno di esternare il loro pensiero sulla questione Fincantieri, i riflettori si sono spenti e il problema è precipitato nel profondo buio, in attesa di chissà quale altro evento.

Come si ricorderà la nave Ammiraglia della Marina Militare, la Trieste, è stata trasferita in anticipo presso il cantiere ligure di Muggiano, per il completamento dei lavori, situazione che ha messo ancora più in evidenza la crisi dell’opificio stabiese causando forti preoccupazioni dei lavoratori per il loro incerto futuro.

Il sindaco Gaetano Cimmino che assicura che il lavoro sarà garantito per almeno i prossimi dieci anni per tutte le maestranze stabiesi ed anche per gli operai dell’indotto, dopo un contatto telefonico con l’Amministratore Delegato della Fincantieri Giuseppe Bono.

Consiglieri di opposizione che hanno evidenziato l’atteggiamento dell’azienda che ha respinto con forza la richiesta avanzata dal sindacato, dal sindaco, da parlamentari e forze politiche, di costituire un tavolo per analizzare il problema e trovare possibili soluzioni.

Altri consiglieri, sempre di opposizione, che non intravedono nessuna situazione di crisi della Fincantieri e che la stessa ben sta disegnando la sua strategia aziendale generando utili come non mai.

Ancora consiglieri, che hanno ritenuto ridicolo le telefonate del sindaco all’A.D. sostenendo, nel contempo, che occorre vigilare affinché tra cinque anni si possa tornare ad avere un cantiere sede di costruzione di nuove navi e non di un’officina di supporto.

Abbiamo incontrato il segretario FIOM CGIL Antonio Santorelli al quale a bruciapelo gli abbiamo chiesto del perché, ed è quanto noi abbiamo avvertito, dell’assenza del sindacato su questa questione.
La FIOM è presente sul territorio, ha precisato Santorelli, probabilmente è poco percepita la sua azione per un aspetto organizzativo della CGIL nel suo complesso.

Si sta, infatti, discutendo di quella che è la funzione di questa realtà territoriale all’interno dell’organizzazione, che per la crisi complessiva che sta subendo, si è anche determinato uno scollegamento con la città.
“Ma è presente con determinazione all’interno del cantiere – ha affermato il sindacalista – e lo dimostrano le adesioni dei lavoratori alla nostra organizzazione che sono aumentate e la maggioranza che abbiamo conseguito, attraverso il voto, nel consiglio di fabbrica”.

Su 563 dipendenti la FIOM a Castellammare, ha ben 160 iscritti, e 3 rappresentanti su 5 nel Consiglio di Fabbrica.
Come un fiume in piena Santorelli mette sul tavolo del nostro incontro, tutti i suoi pensieri, la sua esperienza da sindacalista, le sue preoccupazioni e le sue proposte.

Da ben duecento anni a Castellammare si costruiscono navi e i nostri lavoratori, ricchi di professionalità, sono chiamati a prestare la loro opera in altri cantieri.
Pur con una carenza strutturale, si è riusciti a costruire una nave di 240 metri, la più grande esistente fino ad ora, sia per stazza sia per dimensioni. E dunque un no deciso a un cantiere di supporto ad altri ubicati in luoghi diversi dell’Italia.

Qual è la spiegazione per la quale la situazione è quella che è nota a tutti e sicuramente non quella auspicabile?

“La politica è assente. Noi come sindacato non siamo stati capaci di far comprendere il nostro punto di vista in ambito regionale. Manca un’idea politica di piano industriale e una logica in questa direzione, la visione è altra.

Il presidente De Luca pensa solo a Sorrento e al turismo. Terziario avanzato e turismo non bastano. La politica deve guardare la Fincantieri con una prospettiva a lungo termine, caso contrario alla prima crisi, a essere colpita e dunque a soffrire, sarà Castellammare.

La Regione per Santorelli, ha un’altra idea dello sviluppo della Campania e guarda con particolare attenzione all’area salernitana.
Manca un’interlocuzione politica anche a Castellammare, una città che tende sempre più a chiudersi con un’amministrazione che invece dovrebbe avere un ruolo più determinante perché istituzione più vicina ai cittadini.
La città non parla ai cittadini, afferma Santorelli.

Regione e Comune che comunque hanno un’altra visione dello sviluppo della città, e un sindacato che incontra difficoltà nelle sue attività, proprio per mancanza di azioni politiche capaci di disegnare un percorso di sviluppo all’interno di una centenaria storia rappresentata appunto dal cantiere navale.

Per sottolinea l’assenza della politica Santorelli, oltre ai finanziamenti promessi e mai arrivati, porta altri due esempi. Protocolli d’intesa, Fincantieri e Regioni, ovunque attivati mentre quello che riguarda il nostro territorio è rimasto nei cassetti regionali. Così come la costituzione di un’accademia navale a Castellammare, il progetto Accademy, che è svanito nel nulla.

Perché a suo parere queste scelte da parte della Fincantieri?

“Continuo a dire per mancanza della politica attiva. La Fincantieri in altre realtà si è adoperata anche con azioni al di fuori dei cantieri per lo sviluppo della comunità. Nulla si sta facendo per ottenere quanto era stato promesso in termini di finanziamenti, anche se destinati alla sicurezza dell’area portuale e comunque opere utili anche per il cantiere”.

I maggiori ostacoli il sindacato li incontra in Ragione, dove è difficile parlare con un assessorato, con un assessore perché tutto è in mano al presidente.

Il grido dall’arme del sindacato, relativamente a direttive dell’azienda che ha deciso di disarmare giorno dopo giorno il cantiere per trasformarlo in uno stabilimento per la cantieristica, non è stato purtroppo colto. E’ l’amara constatazione del segretario della FIOM.

E allora quali sono le prospettive e quali azioni s’intende mettere in campo?

“Le prospettive sono quelle descritte, se non c’è una mobilitazione collettiva. Occorrono iniziative finalizzate a reperire fondi per la trasformazione del cantiere, per la sua crescita e dunque lo sviluppo del territorio.
Il sindacato deve attivarsi maggiormente per scuotere e mettere sempre più al centro la questione, guardando a lungo termine. Deve provare a mettere insieme tutte le realtà per predisporre una vertenza che rilanci la città guardando il cantiere”.

Più volte Santorelli ha sottolineato la professionalità delle maestranze stabiese, un patrimonio che non può e non deve essere disperso e che è esaltato sia dalla Marina Militare sia dalla stessa Fincantieri.

“I cioccolatini – è la conclusione del segretario FIOM – non ci sono mai piaciuti, a noi interessa trasformare la realtà che è intorno a noi e non per meri interessi personali”.

Non importa chi sarà a fare la prima mossa, ma la necessità di riaccendere i fari per far luce ed evidenziare il problema Fincantieri, che è lì che attende riflessioni, discussioni e conseguenti azioni, è impellente e va attivata.
Giovanni Mura

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