Prima riunione della commissione per il monitoraggio del Patto per Napoli

   Prima riunione della commissione per il monitoraggio dei finanziamenti “Patto per lo sviluppo della...

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 Prima riunione della commissione per il monitoraggio dei finanziamenti “Patto per lo sviluppo della città metropolitana di Napoli”.

Alla sua prima riunione, la commissione di costituita da Consiglio comunale per il monitoraggio per l’attuazione del “Patto per Napoli”, presieduta da Marco Nonno, ha approfondito oggi con la partecipazione dell’assessore alle Infrastrutture Mario Calabrese ed i responsabili delle unità operative competenti i progetti e lo stato di attuazione in ambito di infrastrutture e trasporti tra quelli che, con 308 milioni di euro, sono stati finanziati con il “Patto per lo sviluppo della città metropolitana di Napoli”.

 Una grande opportunità per Napoli, ha introdotto il presidente Nonno, che però concentra l’attenzione su alcune aree della città, per cui è importante non solo esaminare le eventuali criticità che nel corso dell’attuazione si possono verificare ed i tempi per la realizzazione degli interventi, ma anche le possibilità concrete di utilizzare economie eventuali per rispondere ai bisogni delle periferie, in particolare di quella occidentale.

Un quadro generale dell’attuazione dei progetti finanziati dal Patto è stato offerto da Sergio Avolio, responsabile dell’unità operativa autonoma Attuazione delle politiche di coesione e da Valeria Palazzo, responsabile dell’unità organizzativa autonoma Coordinamento degli interventi del Patto per Napoli; con l’assessore Calabrese sono stati approfonditi alcuni aspetti riguardanti infrastrutture e trasporti; non essendo potuti intervenire alla riunione di oggi gli assessori Del Giudice e Piscopo, ai progetti di natura ambientale e urbanistica del Patto la commissione dedicherà approfondimenti nelle prossime settimane.

Il primo vincolo, nel Patto per Napoli, è costituito dalla scelta iniziale di portare a termine il progetto delle linee metropolitane, a cui sono destinati gran parte dei fondi del Patto: 42 milioni per la chiusura dell’anello con la stazione di Capodichino della linea 1; circa 118 milioni sono destinati all’acquisto di nuovi treni per la metropolitana, 10 milioni al deposito di Piscinola, 7 milioni all’apertura dell’uscita Sanità della metro di Materdei, 32 milioni a due interventi sulla linea 6; un terzo delle risorse del Patto sono quindi concentrate su progetti per il completamento della rete dei trasporti su ferro. Il finanziamento del Patto ammonta a 308 milioni di euro ai quali si aggiungono circa 10 milioni provenienti da altre fonti di finanziamento per progetti, come le bonifiche e per il completamento dell’università di Scampia, inseriti in un’unica governance che fa capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Amministrativamente, quasi tutti i 16 interventi previsti (molti dei quali suddivisi in progetti) sono stati avviati, e per alcuni le procedure si sono già concluse e si è nella fase della rendicontazione; il modello di gestione del Patto è assimilabile al modello di gestione dei fondi europei, con procedure e fasi molto ben definite. Tra tutti gli interventi, in fase avanzata è quello che riguarda le scuole, in particolare 87 scuole cittadine, alle quali sono destinati fondi del Patto e anche parte dei fondi del Programma Operativo Nazionale Metro per lavori connessi alla certificazione antincendio e all’adeguamento antisismico. Sono state avviate, ha spiegato Valeria Palazzo, anche le gare per la riqualificazione dei percorsi pedonali tra la collina e il mare, sei le scale inserite nel progetto di riqualificazione. E’ stata cantierizzata l’area per la riqualificazione della Marinella, ha concluso Avolio, aggiungendo che al momento uno dei punti critici, ancora da definire, è quello che prevede l’ampliamento ed il potenziamento della rete tranviaria nell’area est della città di Napoli, rispetto al quale si sta valutando la fattibilità di un’infrastruttura di tipo BRT – Bus Rapid Transit in sostituzione di un allungamento della linea dei tram o, anche, ad integrazione di questa. Si tratta di un progetto, ha spiegato Valeria Palazzo, strettamente collegato alla riqualificazione della zona orientale alla quale vanno fornite infrastrutture che accompagnino il processo di riqualificazione basato su deindustrializzazione, bonifiche e trasformazioni urbane che coinvolgono anche i privati; agli interventi infrastrutturali si accompagnano interventi per la creazione di aree verdi e il restauro di archeologie industriali.

Sugli interventi nella zona orientale la commissione ha a lungo discusso, con i consiglieri che hanno sottolineato: la necessità di fare particolare attenzione per non riproporre esperienze negative del passato, come quella della linea tranviaria di Poggioreale fino a Stadera, mai completata, e quindi alla compatibilità delle opere che si progettano con i piani di mobilità e trasporti, oltre che con le fonti di finanziamento (Moretto di Prima Napoli); che l’adozione di BRT richiede la destinazione di corsie preferenziali interdette, nel caso dei bus rapidi, al transito di altri mezzi pubblici (Langella di Agorà); che in quelle aree, già gravate dal transito di mezzi pesanti verso e dal porto, sarebbe più opportuno l’utilizzo di mezzi su gomma di piccole dimensioni per il trasporto pubblico, oggi completamente carente, mentre occorre risolvere alla radice il problema del transito da e verso il porto con una nuova bretella autostradale tra Ponticelli e il porto stesso e riattivando la linea tranviaria all’interno della zona portuale (Palmieri di Napoli Popolare).

L’assessore Calabrese ha assicurato che su questi aspetti è possibile l’interlocuzione con l’Autorità portuale, con la quale è già aperto un tavolo di discussione su diversi problemi; ha inoltre annunciato che è imminente la firma del contratto per l’acquisto di 60 nuovi bus che potrebbero così entrare in funzione con l’apertura delle scuole; in generale, con Anm, va ripreso un discorso relativo alla revisione dell’offerta di trasporto su gomma che potrebbe essere opportunamente rimodulata in ragione dell’estensione avvenuta delle linee su ferro per evitare doppioni e riuscire a meglio servire le zone periferiche prive di metropolitana. Si potrebbe così mettere a disposizione della zona orientale un maggior numero di bus proprio per sopperire alla carenza di trasporti su ferro. Se la valutazione dei costi/benefici della soluzione BRT o tram per estendere il trasporto pubblico di collegamento tra la costa e l’interno a Est della città ha una valenza prevalentemente tecnico economica, il progetto va comunque inquadrato nella riqualificazione dell’intera zona orientale che ha un suo tassello importante nella riqualificazione dell’asse di via Marina.

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