Pompei, rinvenuto un altro cavallo nella villa romana Civita Giuliana

Osanna, direttore del Parco Archeologico: “Scaveremo tutta la villa” Dopo la scoperta di un promo...

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Osanna, direttore del Parco Archeologico: “Scaveremo tutta la villa”

Dopo la scoperta di un promo cavallo, da cui è stato poi ricavato un calco, nella villa romana scavata a Civita Giuliana, nell’area nord esterna alla cinta muraria di Pompei, è stato rinvenuto un terzo cavallo nella stalla.

Altre ossa sono venute fuori in queste ore e da un primo esame condotto dall’archeozoologa Chiara Corbino (che sta seguendo lo scavo nella villa profanata dai tombaroli). Il direttore del Parco Archeologico, Massimo Osanna, scherza: “Voleva essere tirato fuori quel cavallo e la realizzazione del calco ci ha restituito informazione importantissime per la storia di Pompei. Probabilmente i cavalli erano pronti a essere montati per darsi alla fuga. Ecco perché non possiamo escludere che proseguendo lo scavo, fuori dalla stalla potremmo trovare sia i resti di un carro sia i resti ossei di quegli uomini che si apprestavano a scappare dalla furia dell’eruzione del 79 dopo Cristo”.

Spenti i riflettori sull’eccezionale scoperta di Civita Giuliana, il Parco archeologico lavora a completare l’esplorazione del sito e a immaginarne la gestione futura. L’intervento è costato 250 mila euro, compresi i saggi per localizzare i cunicoli scavati dai tombaroli dal casolare di fronte nel corso degli anni. Tra le aree esplorate anche un pezzo di campagna coltivata nel 79 dopo Cristo, ancora con le tracce dei solchi lasciati dagli antichi contadini: qui, sono stati prelevati campioni di terreno per risalire attraverso le analisi di paleobotanica alle colture tipiche dell’antica Pompei.
Ancora due settimane di lavoro attendono gli archeologi nella proprietà Russo oggetto di un’occupazione temporanea. La famiglia Russo produce Lacryma Christi dal 1948 a Trecase, paese ai piedi del Vesuvio tra Torre Annunziata e Boscotrecase. E da subito ha accolto la richiesta della soprintendenza di scavare nel proprio appezzamento agricolo. Il Parco archeologico sta per avviare l’esproprio dell’area, mentre è pronto un bando di gara per scavare dentro il casolare che è sul ciglio della strada. Sul bilancio 2019 saranno stanziati i fondi per il recupero dell’intera villa e per fare indagini oltre la strada, nella zona dalla quale si diramano i cunicoli clandestini.

Inoltre, conclude Osanna: “Il mio sogno è quello di ristrutturare il casolare Russo, un bell’esempio di architettura rurale vesuviana, e trasformarlo in centro accoglienza per i visitatori una volta che avremo scavato e sistemato la villa. Qui, potrebbe sorgere un polo didattico per raccontare Pompei dopo l’eruzione, alla luce del rinvenimento della tomba di un pompeiano morto tra fine I e II secolo dopo Cristo. Racconteremo la microecologia del Vesuvio che sopravvive e di cui si trovano tracce ancora oggi”.

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