Napoli si ‘americanizza’: arriva il taser per immobilizzare i malviventi

L’apparecchio genera spasmi muscolari Un dispositivo classificato tra le armi da difesa «meno che letali»...

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L’apparecchio genera spasmi muscolari

Un dispositivo classificato tra le armi da difesa «meno che letali» che fa uso dell’elettricità per paralizzare i movimenti del soggetto colpito facendone contrarre i muscoli: si chiama taser, ma in realtà non è altro che una pistola elettrica ufficialmente catalogata come arma propria.

Dal 5 settembre sarà sperimentata in alcunecittà italiane, tra le quali c’è Napoli. Stamattina il taser – giunto in dotazione anche alla Polizia di Stato – è stato anticipato alla stampa dai carabinieri del comando provinciale di Napoli all’interno della caserma Cesare Battisti di Bagnoli, dove ha sede anche il poligono di tiro dell’Arma.
Il comandante del Nucleo Radiomobile maggiore Dominici ha spiegato che a Napoli ci saranno due apparecchi in via sperimentale. Ci sono prescrizioni molto restrittive per poter scaricare l’elettricità su un soggetto che da’ segni di escandescenza, ma potrebbe essere un deterrenze per riuscire a superare momenti di crisi particolari, che spesso a Napoli si verificano nei vicoli più “caldi”. La pistolaelettrica emette una scarica che genera spasmi muscolari e lascia al suolo tramortito il soggetto che viene colpito. Così si può procedere all’arresto in tutta sicurezza.
Si parte dunque con una fase sperimentale anche a Napoli. Il decreto del ministro dell’interno Matteo Salvini prevede la sperimentazione dell’arma nelle seguenti città: Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Palermo,Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia e Brindisi.
La distanza consigliabile per un tiro efficace è dai 3 ai 7 metri ma va mostrato senza esser impugnato per far desistere il soggetto dalla condotta in atto. Se il tentativo fallisce si spara il colpo, ma occorre sempre considerare per quanto possibile il contesto dell’intervento ed i rischi associati con la caduta della persona dopo che la stessa è stata attinta. Bisogna inoltre tener conto della visibile condizione di vulnerabilità del soggetto (ad esempio una donna incinta) e fare attenzione all’ambiente circostante per il rischio di incendi, esplosioni, scosse elettriche.

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