Napoli, identificati i membri della babygang che ha tenuto sotto ostaggio un vagone della metro

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Napoli, identificati i membri della babygang che ha tenuto sotto ostaggio un vagone della metro

A Napoli e nei comuni di provincia il fenomeno delle baby gang ha ormai preso piede e occupa quotidianamente le pagine dei giornali. La devianza giovanile, che ormai è slegata dal contesto socioeconomico in cui vivono le famiglie, preoccupa sempre di più la popolazione. Uno dei casi più emblematici e violenti fu l’aggressione ad Arturo, il minorenne pestato brutalmente da alcuni coetanei lo scorso dicembre. Da lì il fenomeno ha iniziato ad avere una certa attenzione, tanto da essere considerato uno dei fattori di insicurezza della città. Ieri due casi registrati a Napoli. Gli autori, in questo caso, sarebbero stati già identificati.

Questo quanto rilevato dal consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che per primo si è occupato dell’argomento: “Oltre a renderli noti per dimostrare la pericolosità delle baby gang, abbiamo anche inviato alla Questura affinché identifichino i responsabili di quei comportamenti vergognosi e inaccettabili”.
I video in cui si vedono ragazzini tormentare un anziano, costringendolo a scendere dalla metro, prima di cominciare a molestare una donna, e altri che invece addirittura gettano in un cassonetto della spazzatura una persona erano stati pubblicati proprio sugli account social del consigliere.
Tra l’altro, dopo la pubblicazione dei video, abbiamo avuto diverse segnalazioni da parte di persone che, nei fatti, hanno identificato un paio dei ragazzi che si vedono nei video sottolineando che loro e il resto dei gruppi, che sarebbero residenti tra Secondigliano e Scampia, non sono nuovi a comportamenti del genere” ha continuato Borrelli aggiungendo che “tutte le notizie utili all’identificazione saranno inviate alla Questura auspicando che ci sia anche un controllo sulle famiglie in modo che, qualora emergesse la loro inadeguatezza a educarli, vengano tolti alle famiglie stesse”.

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