FOTOGALLERY- La tradizione vince ancora, Castellammare “in fiamme” per l’Immacolata

Ieri sera i tradizionali falò dell’Immacolata sull’Arenile stabiese, tra tradizione innovazione e sicurezza. Ieri sera...

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Ieri sera i tradizionali falò dell’Immacolata sull’Arenile stabiese, tra tradizione innovazione e sicurezza.

Ieri sera si è svolto il tradizionale falò, in occasione della festività dell’Immacolata sull’Arenile stabiese. Quattro piramidi di legna sono state collocate all’interno dello spazio dell’arenile e fatte incendiare per l’occasione dalla squadra dei vigili del fuoco in totale sicurezza. Grande la partecipazione all’evento della cittadinanza, inoltre a quella del primo cittadino Antonio Pannullo. Un corteo di luci pirotecniche ha anticipato l’accensione della legna decorando pittorescamente il lungomare. Non mancano come sempre le critiche di chi, tra la folla, non ha esitato a far notare che la tradizione volesse altro: ogni rione accende il proprio “fucaracchio” grazie al lavoro fatto dai più giovani che da settembre iniziano già a raccogliere la legna e si fa a gara sempre a chi realizza il falò più maestoso nelle varie zone della città: Moscarella, Acqua della Madonna, Aranciata Faito, Cicerone, Scanzano, Rione CMI, Il Mercato  ed i quartieri collinari. In effetti, la tradizione stabiese affonda le sue radici in una storia molto antica, ben diversa dallo scenario a cui abbiamo assistito ieri, infatti, come racconta il blog sorrentino: la leggenda, narra che una notte, un pescatore, a largo delle acque stabiesi, fu sorpreso da un’improvvisa tempesta che ingrossò il mare. Vistosi in balia delle onde non ebbe altro da fare che rifugiarsi nella fede, invocando l’aiuto della Beata Vergine Maria. Il pescatore perse conoscenza e durante il suo stato di incoscienza ebbe in visione proprio la Madonna. Al risveglio si ritrovò, ancora frastornato e inzuppato d’acqua sull’arenile di Castellammare ma il suo primo pensiero fu quello di ringraziare per il miracolo appena avvenuto l’Immacolata Concezione, accese un fuoco per riscaldarsi e chiamò a raccolta i passanti definendoli “Fratiell e Surell” esortandoli ad unirsi con lui in preghiera, intorno al falò per recitare un Rosario di ringraziamento alla Madonna che lo aveva salvato dalla sventura. Infatti, connesso all’evento del falò c’è quello di Fratielle e Surelle: dal dodicesimo giorno antecedente l’immacolata un devoto chiama a raccolta all’alba i fedeli gridando:  Fratiell e surell, ò Rusario à maronn, oggi è à primma stella ra Maronna,dove la stella sta ad indicare le dodici stelle che ornano il capo della Vergine. Soltanto il primo e l’ultimo giorno l’uomo viene accompagnato da un’orchestra e se non basta a fare da sveglia ai cittadini si usano una serie di petardi. La processione termina nella chiesa del rione dove si recita il Santo Rosario.

 

a cura di Annalibera Di Martino

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