Caserta, furti in casa: preso un albanese grazie al Dna

Caserta, furti in casa: preso albanese grazie al Dna A Napoli e Caserta, oggi grazie...

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Caserta, furti in casa: preso albanese grazie al Dna

A Napoli e Caserta, oggi grazie ai carabinieri della compagnia di Caserta, sono stati eseguiti 18 arresti. Si tratta di sedici albanesi e due italiani, indagati per furto e rapina aggravati, estorsione e ricettazione dalla Procura presso il tribunale di S.Maria Capua Vetere. L’indagine è stata diretta dalla Procura a seguito di alcune cruenti rapine in casa, degenerate in vere e proprie aggressioni nei confronti delle vittime.

La vicenda: il tutto è nato dopo una rapina violenta all’interno di un’abitazione,  a Liberi, in provincia di Caserta, nel corso della quale i malviventi avevano ingaggiato una violenta colluttazione con un amico dei proprietari di casa che, trovandosi al”interno dell’abitazione, aveva reagito mettendo i malviventi in fuga. Il sopralluogo effettuato dai carabinieri all’interno della casa aveva, infatti, consentito di rinvenire numerose tracce di sangue riconducibili ai rapinatori, che hanno permesso l’identificazione grazie alla comparazione del Dna due cittadini albanesi. Oltre alle prove del Dna, i carabinieri si sono serviti delle intercettazioni telefoniche e ambientali.

L’episodio più cruento si è verificato il 16 maggio 2017 durante un furto in abitazione commesso a Giugliano. Uno degli albanesi, ha sparato contro un poliziotto libero dal servizio, che rispondeva al fuoco con l’arma d’ordinanza, ferendo il malvivente poi tratto in arresto.

Per quanto riguarda il modus operandi, era sempre lo stesso: prima gli albanesi si contattavano e si davano appuntamento in un punto d’incontro prestabilito. Sul posto, dopo aver spento i telefoni cellulari per evitare di essere localizzabili, venivano definiti i ruoli ed i compiti di ciascuno, dopodiché l’autista accompagnava il “gruppo esecutivo” nella località prescelta, per poi allontanarsi.   Solo alle prime ore del mattino, dopo la commissione di più furti nella stessa zona, i malviventi contattavano l’autista per farsi venire a recuperare in un punto preventivamente concordato. Il gruppo agiva sempre armato di pistole e con grossi arnesi atti ad offendere, i rapinatori utilizzavano abiti scuri ed operavano scalzi per evitare di far rumore e mettere in allarme le vittime.

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