Campania, persi sei milioni di euro all’anno ignorando la Green Economy

Il dato è emerso durante una riunione al Circolo Nautico Stabia La Regione Campania perde ogni...

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Il dato è emerso durante una riunione al Circolo Nautico Stabia

La Regione Campania perde ogni anno ben sei milioni di euro all’anno (500mila ogni mese) per il mancato riutilizzo di carta e cartone. Una risorsa economica e un potenziale guadagno che enti pubblici ed imprenditori privato continuano ad ignorare.

Il dato è emerso nel corso della tavola rotonda sulla “Green Economy” che ha visto esperti e imprenditori confrontarsi nel salone del Circolo Nautico Stabia. Introdotti dal presidente dello storico circolo stabiese, l’avvocato Roberto Afeltra, si sono confrontati sui temi dell’ecosostenibilità il professore Claudio Quintano, già rettore dell’università Parthenope e oggi docente al Suor Orsola Benincasa e Aldo Savarese, amministratore delegato di aziende del packaging ecosostenibile.

Savarese ha spiegato: “In Campania e in particolare nella provincia di Napoli siamo ancora troppo lontani dalle percentuali di raccolta differenziata del centro e nord Italia e questo significa che paghiamo per stoccare materiali riciclabili come la carta e il cartone anziché guadagnarci reinserendoli sul mercato dopo averli sottoposti a processi di lavorazione e riciclo. Il nostro territorio – ha aggiunto Savarese – ci fornisce la possibilità di creare posti di lavoro e figure professionali altamente specializzate se sono si palesasse la volontà delle istituzioni a investire e formare nel campo della Green Economy”.

Poi a parlare è Quintano, rivolgendosi agli studenti dei due licei (classico e scientifico) di Castellammare: “Innanzitutto dobbiamo formare le nuove generazioni ad una cultura dell’ecosostenibilità anche con incentivi didattici. Qui in Campania, e nello specifico a Castellammare di Stabia abbiamo importati risorse naturali, una di queste potrebbe essere il fiume Sarno. Lavorare sui temi dell’ecosostenibilità e della cosiddetta economia verde potrebbe addirittura dare nuova vita ad uno dei corsi d’acqua più inquinati del mondo. Per fare ciò – ha aggiunto Quintano – è necessario che vi sia un’inversione di tendenza nella gestione e nella promozione della Green economy e ciò può accadere solo se il mondo accademico e le aziende vengano affiancate in questo percorso dalle istituzioni”.

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