Campania, 43 bottiglie di plastica ogni cento metri di spiaggia

I dati dell’indagine di Legambiente sono inquietanti I dati inquietanti dell’indagine di Legambiente: tre rifiuti...

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I dati dell’indagine di Legambiente sono inquietanti

I dati inquietanti dell’indagine di Legambiente: tre rifiuti per ogni metro di spiaggia in Campania. Sotto accusa anche la cattiva depurazione. Sono tre i rifiuti per ogni metro. Soprattutto plastica, di ogni dimensione e colore. Per un totale di 18.744 rifiuti disseminati in poco più di 170 mila metri quadri monitorati, in 29 spiagge campane. E’ un quadro a tinte fosche quello dipinto dall’indagine Beach Marine Litter 2019 di Legambiente, tra le province di Caserta, Napoli e Salerno.

La plastica è, neanche a dirlo, il rifiuto più presente (l’83% del totale dei rifiuti rinvenuti, più della media nazionale), seguita a ruota da vetro e ceramica (4%), legno trattato (4%) e carta e cartone (3%). Resta significativo il problema dei mozziconi di sigaretta, in media 126 ogni cento metri. Così come i cotton fioc, che ammontano al 7,8% di tutti i rifiuti monitorati) e che, finendo per cattiva abitudine nei wc, “fotografano” la maladepurazione delle regione. In attesa che vengano realmente sostituiti da alternativa biodegradabile, come pure sarebbe obbligatorio dallo scorso gennaio. E mentre sono sempre di più i Comuni che bandiscono il monouso, l’indagine racconta che ogni 100 metri di spiaggia si trovano 30 stoviglie (piatti, bicchieri, posate e cannucce) e 43 bottiglie di plastica.
Sotto accusa, dunque, la cattiva gestione dei rifiuti urbani (riguarda l’85% dei casi), ma anche un problema atavico, la “carenza dei sistemi depurativi”, responsabile del 9% degli oggetti ritrovati (la media nazionale si attesta sul 8%). E non meno significativo è l’impatto di pesca e acquacoltura, responsabile del 6% degli oggetti monitorati, (a fronte di una media nazionale del 7%): reti abbandonate, lenze, scatoline delle esche. Qualche dato nel dettaglio? Su 2234 rifiuti censiti sulla spiaggia di Marina Grande di Bacoli il 94% è rappresentato da plastica; nel casertano presso la spiaggia Oasi dei Variconi su 1446 rifiuti censiti il 90% riguarda la plastica. Sulla spiaggia di Cristoforo Colombo di Salerno dove su 1031 rifiuti trovato 88% riguardano la plastica.
“Negli ultimi anni – spiega Francesca Ferro, direttore Legambiente Campania – ci siamo concentrati sullo studio delle plastiche spiaggiate e galleggianti, per capire la natura del problema e valutare la provenienza stessa del rifiuto. Oggi il marine litter è una delle due più gravi emergenze ambientali globali insieme ai cambiamenti climatici, poiché mette a rischio la biodiversità marina e la salute dell’uomo. La leadership normativa dimostrata dal nostro Paese, seppur apprezzabile non basta. Siamo stati i primi paesi in Europa a mettere al bando gli shopper in plastica, e abbiamo anticipato la direttiva europea per i cotton fioc di plastica e le microplastiche nei prodotti cosmetici. Ora però è il momento di alzare l’asticella e recepire al più presto la nuova Direttiva europea con obiettivi e target di riduzione ancora più ambiziosi. In Campania sono tante le amministrazione virtuose che hanno messo la bando la plastica monouso. È questa la strada giusta, non c’è più tempo: è necessario mettere in campo misure di contrasto alla plastica e ai rifiuti galleggianti per proteggere la bellezza dei nostri territori, diffondere cittadinanza responsabile e consapevole e incentivare il turismo sostenibile”.

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