Per chi si alza il sipario? Arte politicamente “incompresa”

Per chi si alza il sipario? Arte politicamente “incompresa” Nell’era del Covid-19 con il susseguirsi...

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Per chi si alza il sipario? Arte politicamente “incompresa”

Nell’era del Covid-19 con il susseguirsi di lockdown totali e in versione light, sembra che la società si sia mostrata insofferente soprattutto rispetto alla chiusura di teatri e centri sportivi… Insomma si è sofferto della nostalgia dell’Arte.
Non solo per via della crisi economica che ha flagellato i lavoratori dello spettacolo e degli impianti sportivi, palestre e scuole di danza, ma SEMBRA che molti abbiano sofferto per il vuoto lasciato dall’impossibilità di coltivare le proprie passioni artistiche, culturali e sportive.
Il palinsesto televisivo ha provato a colmare il vuoto lasciato dall’Arte con programmi a Lei dedicati: in questo i canali Rai 5 e Rai 3 sono riuscite ad accogliere nuove platee di pubblico.

Resta però la cruda verità:
L’Arte è UNA QUESTIONE POLITICA e
ALLA CLASSE POLITICA ATTUALE NON INTERESSA DELL’ARTE .

Lo dimostrano i fatti: ad oggi le istituzioni scolastiche, le accademie dove ci si può dedicare allo studio delle discipline artistiche sono ancora da considerarsi “isole isolate”…Quello che è peggio, è che ANCORA OGGI, chi ha una formazione artistica in ITALIA è considerato come un “destinato ad emigrare all’estero” perché qui non troverà lavoro – a meno che non goda delle conoscenze opportune.

Dal 1 Gennaio 2021 è terminata per Giuseppe Picone la carica in qualità di Direttore del Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo di Napoli.

La Sua Biografia parla chiaro:
Classe 1976, nato a Napoli, Giuseppe Picone è il volto italiano della danza classica nel panorama mondiale. Promettente allievo alla scuola del Teatro San Carlo di Napoli, a soli dodici anni è entrato nelle grazie di Beppe Menegatti, uno dei principali registi teatrali italiani, per interpretare il giovane Nijinsky alla première dell’omonimo spettacolo, a fianco dell’immensa Carla Fracci.
Qualche anno dopo, appena sedicenne, su invito personale del ballerino e coreografo francese Pierre Lacotte, debutta al Ballet National de Nancy come solista nel ruolo di Petruska di M. Fokine. A questo prestigioso ruolo ne seguono altri, tra cui spicca quello nell’opera “L’Ombre” dello stesso Lacotte. Inoltre, è stato il primo italiano a mettere piede sul famigerato palco dell’American Ballet Theatre di New York, quando partecipò come solista al balletto “Cenerentola” di Ben Stevenson.

Le sue parole di commiato come Direttore sono state amare (ha rilasciato una dichiarazione per il giornale on-line Informadanza.com) : la condizione attuale per i ballerini italiani sono pessime, denuncia il fatto che sussistano modalità operative sbagliate, che sarebbe necessario abbassare l’età pensionabile a 40/42 anni per favorire il cambio generazionale, assicurare pensioni dignitose, rivedere tutto il contratto nazionale, ridimensionare la figura dei sindacati. Per tanti giovani tersicorei e talentuosi coreografi italiani, non vede futuro qui, in Italia.

 

 

Non pochi sono gli “ignoranti” che credono che la Politica sia un qualcosa “di astratto”, basato sul ciarlare e al prendere parte alla trasmissione “Porta a Porta” da Vespa.

Quando si guarda il telegiornale, spesso le notizie inerenti ai lavori svolti dalle commissioni catturano poco l’attenzione… Molto più facile e veloce seguire i leader di partito su facebook, twitter e instagram per sapere quello che serve sapere.
Eppure è quello che succede in commissione quello a cui dovremmo prestare attenzione, dovremmo interessarci di CHI prepara le proposte di legge, degli emendamenti che vengono apportati a bizzeffe, pur di rallentare l’iter legislativo e TIRARE AVANTI la legislatura pur di non perdere la poltrona e il relativo stipendio.

 

LA Politica ha a che fare con quello che sarà il prezzo della farina, il destino dei rapporti con gli altri paesi, il funzionamento delle Scuole, degli Ospedali e anche dei Teatri e delle Accademie.

La Politica, si può dire, è nata quando si è iniziato a seppellire i morti.
Non è una questione religiosa, è una questione di Civiltà.

E’ voler dare dignità ad un corpo, un volto, una vita che è stata e che merita di non essere abbandonata alle intemperie del tempo a consumarsi fino a ridursi a scheletro. Prendersi cura di quel corpo anche l’ultima volta, riporlo con rispetto e seppellirlo con dignità.
Un vero e proprio rito, una celebrazione che avviene in tutto il mondo, indipendentemente da ciò a cui si crede…

 

Il Teatro, il mestiere dell’attore, del danzatore, del musicista, hanno anch’essi una ritualità e prima degli anni moderni, erano molto più considerati.
Molto più dell’economia, è l’Arte (in tutte le sue espressioni), la foto identificativa dell’Italia agli occhi del mondo.

Ma per gli Italiani, chi sceglie carriere artistiche è ancora purtroppo considerato come uno che prima o poi dovrà aprire gli occhi e TROVARSI UN LAVORO SERIO (a meno che non sia fortemente supportato alle spalle).
Queste dinamiche rivelano che il nostro non è un Paese che riconosce il valore dell’Arte: non importa quanto lavoro ci sia da parte dei privati o delle piccole realtà per tenere su il sipario, se LA POLITICA non interviene con riforme strutturali che impostino per il futuro un modello di società dove Arte – Scienza e Ricerca siano i pilastri fondanti, continueranno ad esserci talenti sprecati lasciati all’abbandono e ci ridurremmo ad una società di automi con gli occhi fissi sugli schermi che emettono luce blu -tra l’altro dannosa per la Salute.

Viene automatico pensare che la Classe politica attuale, tema una società fatta da cittadini istruiti e appassionati della Bellezza – forse perché altrimenti ci penserebbero bene prima di votarli(?)…

L’Arte, la Bellezza salveranno l’Umanità? Solo quando una parte dell’Umanità di un certo tipo di classe dirigente, farà un bagno di Umiltà, rinunciando al proprio egoismo e ritirandosi a vita privata -magari trovandosi un lavoro appropriato, e la Politica sarà fatta da chi davvero intende questo come un Mestiere, tra i più alti perché richiede totale dedizione, competenza e capacità gestionale (ebbene Sì, proprio quella che in genere si richiede “ai governi tecnici”).

Solo allora forse, ci incammineremo sul un sentiero che porterà un Progresso per tutta la società, che vedrà il progresso scientifico, senza dimenticare del progresso umanitario.

Badiamo bene nel non dimenticare ciò che è stato e ricordarci che per quello che vale, siamo noi a designare i rappresentanti che poi scelgono chi ricoprirà incarichi di responsabilità…

Quindi a dirla tutta, se oggi le cose vanno male, è perché siamo stati innanzitutto noi Cittadini a disinteressarci alla Politica, affidando le nostre speranze e fiducia all’Uomo della Provvidenza di turno.

La Politica è segno di Civiltà, e l’essere civile implica la partecipazione alla res publica.
Non è necessario candidarsi per “fare politica”; già vivere la Cittadinanza in maniera partecipativa mantiene i nostri rappresentanti “sulle spine”, così non penseranno tanto alla comodità delle poltrone su cui siedono, ma “al peso della responsabilità” che grava sulle loro spalle.

L’Arte serve a ricordarci che siamo soltanto fatti di carne e ossa, che però possono diventare “di più” quando l’Anima, lo Spirito, l’Intelletto vengono curati ed Elevati ai più alti valori morali, etici e civili.

 

Stéphanie Esposito Perna

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