Presepi dal Mondo: la CPS per promuovere la conoscenza tra i popoli

Presepi dal Mondo: anche quest’anno la CPS è presente per promuovere la conoscenza tra i...

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Presepi dal Mondo: anche quest’anno la CPS è presente per promuovere la conoscenza tra i popoli. Anna Cesario: “conoscere le altre culture è il presupposto fondamentale per capirsi”.

Presepi dal Mondo: la CPS per promuovere la conoscenza tra i popoli

La redazione ha incontrato Anna Cesario, responsabile del desk progetti Paesi in Via di Sviluppo della CPS – Comunità Promozione e Sviluppo. È la diciassettesima edizione dell’evento Presepi dal Mondo. “Abbiamo aperto una bottega di commercio equo-solidale nel 2004. La tradizione è l’allestimento di una mostra che presenta i presepi così come vengono visti e immaginati nei vari paesi del Sud del mondo. Ognuno rappresenta lo spirito e la creatività dei popoli attraverso i materiali utilizzati nei vari Paesi. E i risultati sono diversi per forme, caratteristiche e concezione” spiega Anna Cesario.

“Tra i presepi che la fanno da padrone ci sono quelli del Perù, in cui c’è una tradizione di arte presepiale molto sviluppata. L’artigianato peruviano è pieno di fantasia e colore. In Perù il materiale usato di più è la terracotta, che viene lavorata con forme che cambiano ogni anno, e poi decorata. Ci sono i presepi tradizionali e le novità che arrivano ogni anno. Il Perù è stato uno dei più colpiti dalla pandemia in America Latina. È stato un anno difficilissimo”. Infatti, i materiali utilizzati sono sempre e solo strettamente locali e naturali, mai sintetici. Ciò al fine di valorizzare i materiali locali.

“Tra i presepi da altri Paesi abbiamo la Bolivia, che ha presepi sempre di terracotta ma con lavorazione diversa: base di terracotta e inserti in ceramica colorata. Sono molto vivaci e particolari. La Colombia usa diversi materiali. Usano molto le foglie di mais, i petali di rosa, oppure la iuta. In Kenya usano la pietra saponaria. Nell’aspetto somiglia al marmo, ma è più morbida da lavorare. È una pietra chiara, che però spesso presenta una serie di sfumature che vanno dal rosa, al giallino, al grigio chiaro. Ogni pezzo è praticamente unico, sia perché gli oggetti sono lavorati a mano, sia perché ogni pezzo di pietra ha una colorazione tipica. Non si trovano mai due oggetti perfettamente identici”.

Dal 2017 stiamo organizzando questo evento presso i locali del Circolo della Legalità, con un ingresso su piazza Principe Umberto e tre ingressi sul lungomare. È particolare e significativo che si tratti di un bene confiscato alla criminalità organizzata, assegnato ad SOS Imprese Rete per la Legalità. Si tratta di un’associazione anti-racket e anti-usura della quale siamo partner in alcune iniziative”.

La location di quest’anno, secondo Anna Cesario, è particolarmente significativa e ha un valore importante “perché è anche perfettamente in linea con le nostre attività di promozione della pace e della legalità, per una cultura della convivenza e dell’integrazione: è una sede che ha un valore molto importante.

Chiaramente, quest’anno la mostra si svolgerà su un arco temporale molto più ristretto. Aprivamo a fine novembre, mentre quest’anno inauguriamo il 12 dicembre. Abbiamo aspettato che le norme lo consentissero. Per cui, gli ingressi saranno limitati ad un massimo 2 persone per volta, sarà fondamentale l’uso della mascherina, la misurazione della temperatura e l’igienizzazione delle mani”.

Castellammare, ma non solo: “Sicuramente nel corso degli anni è diventato un appuntamento tradizionale e atteso anche da parte di persone non di Castellammare: infatti, qualcuno ha espresso il suo dispiacere per non poter visitare la mostra quest’anno. Cercheremo di fare qualche video da pubblicare sui social in modo da renderla minimamente fruibile anche a chi non potrà materialmente visitarla. Tutto ciò per avvicinarci a chi non potrà materialmente esserci”.

Rispetto alla decisione di tenere comunque la mostra, Anna Cesario dichiara: “Sappiamo che l’affluenza sarà ridotta. Ma per noi era importante esserci proprio quest’anno come segno di speranza e fiducia. La mostra dei presepi per noi non è un evento commerciale, ma è un evento culturale che promuoviamo per avvicinare le persone alle altre culture, nella fattispecie per far vedere come viene vissuta e rappresentata la natività nelle altre culture attraverso la rappresentazione del presepe con la sensibilità, la fantasia e la creatività dei diversi popoli”.

Rispetto agli altri eventi: “Annualmente realizziamo anche una sfilata, evento nato grazie a un progetto avviato in Senegal: il centro di formazione professionale intitolato a Don Gennarino Somma. È un centro di formazione in sartoria e prevede un corso di formazione di tre anni. Ha già formato diverse ragazze che grazie a questo percorso potranno poi inserirsi nel mondo del lavoro. L’idea è stata di presentare al pubblico in Italia le realizzazioni fatte dalle ragazze, il frutto del percorso. È in linea con la mostra dei Presepi, per avvicinare le persone alle altre culture tramite le varie espressioni del loro lavoro e della loro arte: far sfilare le ragazze con vestiti e tessuti africani a volte adattati al gusto occidentale per avvicinare le persone. Abbiamo sempre abbinato alla sfilata i piatti etnici, oppure l’esibizione di un gruppo musicale africano. Il criterio di fondo è che conoscere le altre culture è il presupposto fondamentale per capirsi. Molte incomprensioni, molte difficoltà a integrarsi mancano dalla mancanza di conoscenza. Quindi, cerchiamo di individuare modalità che possano favorire la conoscenza tra i popoli”.

Riguardo alle collaborazioni con altre associazioni del territorio, Anna Cesario ricorda il Centro Asharam. “Abbiamo collaborato con molte associazioni in maniera stabile o periodica, tipo il centro Asharam. I nostri volontari lavorano spesso insieme a loro. Sicuramente per noi è importante creare una rete territoriale nella quale le varie associazioni che operano nel territorio possano interagire e collaborare. La collaborazione non divide le potenzialità, ma le moltiplica”.

 

Lorenza Sabatino

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