Tangenti sanità, 21 arresti in Lombardia: c’è anche Rizzi, fedelissimo di Maroni

Fabio Rizzi insieme con Roberto Maroni E’ il ‘padre’ della riforma della Sanità. Insieme a...

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Fabio Rizzi insieme con Roberto Maroni

E’ il ‘padre’ della riforma della Sanità. Insieme a lui arrestate altre 20 persone. Maroni: “Molto incazzato, subito commissione ispettiva” e annuncia che la Regione sarà parte civile. Salvini: “Chi sbaglia non merita la Lega”. Il gip: “Strumentalizzate le idee del partito che rappresentano”

Quattro mesi dopo l’arresto del vicepresidente della Regione, Mario Mantovani, un nuovo scandalo in sanità si abbatte sulla Regione Lombardia con l’opposizione che chiede a Maroni di farsi da parte. In manette finisce Fabio Rizzi, 49 anni, ex senatore, plenipotenziario di Maroni e ‘padre’ della Riforma della sanità lombarda (provvedimento di cui il governatore lombardo si è detto più volte fiero), coinvolto anche un membro del suo staff, Mario Longo, le compagne di Rizzi e di Longo e undici funzionari pubblici che avrebbero favorito sempre e soltanto l’Odontoquality dell’imprenditrice Maria Paola Canegrati, gruppo specializzato in servizi e forniture dentistiche.

“Favorita la sanità privata”. Le conseguenze per i cittadini? La gestione degli ambulatori odontoiatrici – rispondono i magistrati – era “organizzata con modalità tali da favorire il ricorso, da parte del privato cittadino, alle prestazioni in regime di solvenza, talvolta con modalità tali da indurre l’utente in errore in ordine all’impossibilità di ottenere la prestazione tramite il pagamento del solo ticket sanitario o, addirittura, gratuitamente”.

Il gip: “Strumentalizzate le idee della Lega”. Gravissime le accuse messe nero su bianco dal gip Giovanna Corbetta nell’ordinanza: “Hanno fatto – scrive riferendosi a Rizzi e a Longo – del potere politico lo strumento per accumulare ricchezze, non esitando a strumentalizzare le idee del partito che rappresentano”. Di più: “La sfrontatezza e la facilità che tutti gli indagati svolgenti una pubblica funzione dimostrano nel violare costantemente i loro doveri istituzionali e le norme dello Stato – annota ancora il gip – portano ragionevolmente a ritenere che lo spaccato di illegalità che traspare dalla presente indagine costituisca per tutti l’abituale modo di gestire la ‘res publica’, totalmente svilita in ragione del proprio personale rendiconto”.

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Perquisizioni in Regione. Era in corso la commemorazione delle vittime delle forze dell’ordine quando in Regione si sono presentati i carabinieri del Comando provinciale: si sono diretti nell’ufficio di Rizzi e hanno iniziato a perquisirlo. Erano gli investigatori dell’operazione ‘Smile’ alle prese con l’inchiesta che parla di tangenti connesse all’esternalizzazione dei servizi odontoiatrici in aziende ospedaliere lombarde.

Tangenti Lombardia, Montanari: ”Accuse pesantissime al braccio destro di Maroni”

Maroni: “Sono molto incazzato”. Ricevuta la notizia, il governatore ha chiamato a raccolta la maggioranza: tutti i capigruppo e tutti i capi delle delegazioni in giunta. Poi si è presentato in consiglio dove ha detto: “Sono molto incazzato. Il mio primo sentimento è di stupore e di grande delusione se le accuse dovessero essere confermate”. Poi il governatore ha annunciato “una commissione ispettiva” e “un piano straordinario sulla corretta applicazione delle procedure, ospedale per ospedale, gara per gara”. Il governatore ha anche annunciato: “Non vogliamo coprire nessuno, ci costituiremo in giudizio, la Regione è infangata. Chiunque abbia sbagliato mi risponderà”.

Salvini su Fb: “Chi sbaglia non merita la Lega”. Netto anche Matteo Salvini, segretario della Lega, che su Facebook ha scritto: “Chi sbaglia davvero, non merita la Lega. Ma spero che le accuse si rivelino una bufala”. Raffaele Cattaneo (Ncd), presidente del Consiglio regionale, invece, ha commentato sconfortato: “E’ un altro colpo alla credibilità del Consiglio”.

Le accuse sui finanziamenti per la campagna elettorale. Secondo le accuse, Rizzi sarebbe stato remunerato dal gruppo imprenditoriale della Canegrati con il finanziamento della campagna elettorale per le regionali del 2013. Poi con versamenti tra cui una tangente di 50mila euro (pagata in contanti grazie all’intermediazione di un soggetto accusato di riciclaggio) e una serie di finte consulenze per 5mila euro al mese fatturate dalla moglie che per questo motivo è stata messa ai domiciliari. La questione del finanziamento della campagna elettorale compare in un’intercettazione. Longo dice a qualcuno al telefono: “Ti dico una cosa riservatissima, la campagna elettorale di Fabio l’ha sostanzialmente finanziata al 100% la dottoressa Canegrati”.

Il Tweet del governatore. Ironia della sorte ha voluto che i primi tweet della giornata di Maroni – quando ancora la bufera non si era scatenata – fossero a commento della rassegna stampa del settore sanità. Commentando un paio di articoli, uno sul pronto soccorso pediatrico, l’altro sulle cure dei malati cronici, il governatore aveva coniato l’hashtag #sanità eccellente in Lombardia.

Il Pd e 5 Stelle chiedono le dimissioni di Maroni. “Cos’altro deve succedere per chiedere a Maroni di andarsene a casa? – è il commento del segretario lombardo del Pd Alessandro Alfieri – Non è stato capace di garantire discontinuità rispetto agli scandali precedenti. Arrestato il vicepresidente di Maroni, Mantovani, indagato con richiesta di rinvio a giudizio il suo braccio destro, Garavaglia, arrestato Rizzi, quello a cui Maroni aveva dato la delega di fare la riforma della sanità in cui si parlava di controlli”. Così anche i 5 Stelle: “Il problema politico è enorme: venga ad annunciare che si dimette per il bene dei lombardi”. Durissimo anche Umberto Ambrosoli (Patto Civico): “È da anni che diciamo che la sanità Lombarda va messa in sicurezza rispetto alle aggressioni del malaffare e di una pratica corruttiva sempre estesa. Che sia oggi coinvolto proprio il presidente della commissione Sanità è un fatto di gravità forse maggiore anche rispetto agli episodi degli ultimi tre anni”.

Tangenti sanità, 21 arresti in Lombardia: c’è anche il leghista Fabio Rizzi

di ALESSANDRA CORICA e ANDREA MONTANARI 

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