Le 5 donne morte di parto: oggi task force ministeriale anche a Brescia

Oggi le ispezioni della task force del Ministero della Salute, dopo quelle a Bassano del...

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Oggi le ispezioni della task force del Ministero della Salute, dopo quelle a Bassano del Grappa e a San Bonifacio-Verona dove, nei giorni scorsi sono morte, sempre in sala parto, Marta Lazzarin e Anna Massignan, altre due delle 5 donne in totale, si sono estese anche negli Spedali Civili di Brescia dove, il 2 scorso, è deceduta Giovanna Lazzari madre di due bambini, il primo di un anno e l’altro di quattro anni e mezzo,  e moglie di Roberto Coppini.

Gli ispettori, precisa il ministero “devono acquisire le carte e tutte le relazioni tecniche” e accertare se a determinare i decessi abbiano contribuito difetti organizzativi e se siano state rispettate tutte le procedure previste a garanzia della qualità e sicurezza delle cure. Inoltre, secondo quanto si apprende, con l’invio degli ispettori negli ospedali il ministro Lorenzin intende avviare anche una verifica sull’efficacia delle linee guida sulle donne in gravidanza. Fra l’altro, due delle donne morte in questi giorni sarebbero state obese e quindi con maggiori rischi di complicanze.

  • I precedenti
  1. VERONA – Il 25 dicembre una 34enne di Meledo di Sarego, nel vicentino, Anna Massignan, è morta nell’ospedale di San Bonifacio, in provincia di Verona, dopo che l’antivigilia di Natale era caduta in casa. Sottoposta ad un cesareo d’urgenza è morta sotto i ferri, mentre il neonato è deceduto successivamente in un altro ospedale.
  2. TORINO – Nella notte del 26 dicembre è morta per arresto cardiocircolatorio in sala parto all’Ospedale Sant’Anna di Torino, Angela Nesta, di 39 anni, incinta al nono mese di una bimba. Poco prima aveva dato alla luce la sua primogenita, nata morta. Secondo l’ospedale si è trattato di una “complicanza rarissima e imprevedibile”. La procura di Torino ha aperto un’inchiesta.
  3. BASSANO DEL GRAPPA – Il 29 dicembre, all’ospedale di Bassano del Grappa, è morta Marta Lazzarin, blogger di 35 anni ricoverata nel pomeriggio alla 27esima settimana di una gestazione che non le aveva mai dato problemi. Era arrivata al pronto soccorso con forte febbre e dolori addominali. Si era perforato il sacco amniotico e il feto era morto, probabilmente da un paio di giorni. Marta è entrata in coma dopo un arresto cardiocircolatorio durante il travaglio per espellere il feto. Vani i tentativi di rianimarla.
  4. FOGGIA – Quello stesso 29 dicembre una ragazza di 23 anni, incinta di nove mesi di una bambina, è morta in casa a Foggia per cause da accertare. In pochi minuti, il corpo è stato portato agli Ospedali Riuniti della città pugliese. I medici, con un cesareo post-mortem, hanno tirato fuori la piccola, rianimandola. La neonata è in discrete condizioni.

Nonostante questo, gli esperti del settore dicono che non c’è alcun motivo di allarme, L’Italia rimane il luogo dove partorire è meno pericoloso come si evince dallo studio di un rinomato Centro Internazionale secondo cui il tasso di mortalità nelle sale parto del nostro Paese è il più basso del mondo: 4 decessi l’anno per ogni 100 mila parti andati a buon fine. In Svezia sono 5, in Francia 10, negli Stati Uniti 17.

Intanto si apprende che per domani ci sarà la relazione finale sulla morte di Angela Nesta, la 39enne morta a Torino al nono mese di gravidanza.

Sempre domani, alle 15, al Santuario Valverde di Rezzato, nel Bresciano, saranno celebrati i funerali di Giovanna Lazzari, la 30enne morta all’ottavo mese di gravidanza all’ospedale di Brescia insieme alla bambina che aveva in grembo.

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