Arresto Antinori. Barbara Bella, ‘la reclutatrice’ della Matris: “Lo facevo solo per aiutare le donne ad avere figli”

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La versione di Barbara Bella, organizzatrice di eventi accusata di aver procacciato donatrici di ovuli: “Ero stata una paziente del professore e mi ero affezionata alla causa”. Soldi? “Solo un rimborso spese, questa donazione è un gesto d’amore”

“L’ho fatto per trasmettere una morale: ho solo cercato di aiutare delle donne che non riescono ad avere figli”. La figura di Barbara Bella, organizzatrice di eventi, ha ruotato per almeno un anno attorno alla clinica Matris di Severino Antinori a Milano. È suo il nome fatto dalle giovani che hanno accettato di diventare donatrici di gameti per la clinica del famoso ginecologo, ora ai domiciliari. E che hanno fatto venire a galla, attraverso i loro racconti, un mercato nero di ovuli all’interno di questo tempio privato della riproduzione assistita. “Ma io non ho mai lavorato per Antinori – ripete come un mantra a pochi giorni dall’arresto del professore – e non ho mai fatto nulla per soldi”.

Dalle denunce delle ragazze presentate ai carabinieri emerge come fosse lei a reclutare le donatrici di ovuli per la Matris. Non è così?
“Io ero stata una paziente di Antinori e mi ero affezionata alla causa. Cosa devono passare le donne che non riescono ad avere figli è inimmaginabile. Ti dicono di adottarli. Fosse facile farlo”.

Quindi è vero che ha portato delle ragazze alla clinica perché donassero ovociti per l’eterologa?
“Ho cercato di trasmettere questo spirito di solidarietà verso il prossimo, verso altre donne”.

Le ragazze sono state pagate però. Non è esattamente spirito di solidarietà.
“Ho sempre parlato alle ragazze di rimborso, ripetevo che se volevano donare dovevano farlo per sentimento, per amore”.

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Mille euro promessi in anticipo come ricompensa significa farlo per amore secondo lei?
“Non è che una con quattro soldi diventa ricca, al massimo ci va a fare una vacanza. Anche perché possono donare due volte all’anno, di più è difficile. Però ripeto, era un rimborso spese. E delle questioni di soldi se ne occupava Antinori”.

Conosceva le difficoltà economiche delle ragazze che hanno accettato? Diverse erano senza lavoro.
“Se devo essere sincera proprio no, non ne sapevo nulla”.

Una delle giovani ha raccontato ai Nas come la sua proposta di donare gli ovuli sia arrivata come forma di aiuto. “Venendo a conoscenza della mia situazione economica”, c’è scritto nella denuncia..
“Io non ho mai affrontato questioni di soldi, sono cose che non mi competono: facevo la mia proposta a delle giovani che credevo potessero essere sensibili al tema, tutto qui. Con il mio lavoro sono a contatto con tante persone”.

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“Non so di cosa stia parlando. Io ho trasmesso una morale, quella della solidarietà. Se poi uno l’ha fatto solo per avere un ritorno economico non ci posso fare nulla”.

Se durante l’intervento risultava impossibile prelevare ovuli, nonostante le visite e le cure ormonali e l’operazione stessa, niente rimborso però, giusto?
“A quelle ragazze venivano fatte tantissime visite per diventare donatrici, tutto gratuito. Ma per la Matris avevano un costo. Il professore ha deciso di non pagare, lo capisco: uno si para un pochino, no?”.

E perché?
“Se una ragazza fingeva di fare la cura ormonale e gli ovuli non c’erano? Uno si prende degli impegni: c’erano tante coppie in coda che aspettavano di avere un bambino”.

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