Il Presidente della Regione siciliana prevede per l’Isola oltre 4 miliardi di fondi extra regionali

Lo annuncia il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, in una intervista dopo l’approvazione all’Ars...

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Lo annuncia il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, in una intervista dopo l’approvazione all’Ars del Bilancio e della Legge di stabilità.

La Sicilia, per fortuna, non gioca la sua partita su questo bilancio, ci attende nei prossimi anni l’investimento di oltre 4 miliardi di fondi extra regionali a nostra disposizione”, afferma Nello Musumeci, “Quella appena votata è l’unica manovra possibile dopo la batosta del bilancio 2015, accertata dalla Corte dei Conti. Cercare una chiave politica fra i capitoli del bilancio sarebbe un esercizio ipocrita”.

Musumeci evidenzia come il bilancio predisposto dal Governo regionale fosse quello consegnato all’Ars il 20 dicembre, cioè prima della decisione definitiva della Magistratura contabile che costrinse la Regione a coprire un disavanzo da 2,1 miliardi di euro.

Quando ti arriva una sentenza a metà gennaio fa presente il Presidente Musumeci che dice di cancellare 380 milioni in due anni neppure Luigi Einaudi potrebbe trovare una soluzione accettabile. E meno male che il restante miliardo e 600 milioni lo si potrà spalmare in trent’anni grazie all’accordo raggiunto dal nostro governo con lo Stato. Fa rabbia constatare che a dicembre avevamo previsto una dotazione razionale per tutti i capitoli più sensibili – trasporto pubblico, consorzi di bonifica, forestali, teatri, Esa, Pip – e poi ci siamo ritrovati un coltello puntato al collo che ci diceva di tagliare subito 191 milioni ed altrettanti nel bilancio 2020.  Una rabbia ancora maggiore se si pensa che si tratta di una contestazione relativa al bilancio del 2015 e quindi di un governo che non era il mio”.

La Sicilia per fortuna non gioca la sua partita su questo bilancio, attende l’investimento di 4 miliardi di fondi extra regionali a nostra disposizionecontinua il Presidente MusumeciChi mi conosce bene sa che per me le dimissioni sono come le querele: non si annunciano ma si presentano. E io non ho alcuna intenzione di dimettermi”.

Secondo il governatore “la coalizione deve ritrovare lo spirito di squadra“ e precisa che “il rimpasto in questo momento non è all’ordine del giorno. Lo vorrò fare ma lo saprete il giorno dopo che lo avrò fatto“.

L’opinione.

Purtroppo se c’è qualcosa che noi siciliani (ma anche i concittadini italiani) non riusciamo a conoscere con trasparenza e leggibilità, sono soprattutto i conti dei nostri Comuni, Enti e specialmente quelli della Regione. Nella fattispecie, mentre in Sicilia le generalizzate dichiarazioni dei nostri politici parrebbero da sempre annunciare l’arrivo della svolta, addirittura dell’eldorado, al contrario e di tutta evidenza, aumenta solo l’estorsione fiscale, i debiti pubblici e privati, il sottosviluppo infrastrutturale, manutentivo, la disoccupazione nonché l’emigrazione. Si rammenta che il Presidente della Regione Nello Musumeci a gennaio 2018 comunicava che la Regione Sicilia aveva un disavanzo di 5 miliardi e 900 milioni di euro e un indebitamento di 8 miliardi e 35 milioni di euro. Ma gli italiani in generale e particolarmente i siciliani, ci rifiutiamo culturalmente di chiederci da dove arrivino i soldi in ogni aspetto della vita pubblico-sociale. Sicché persino ci compiaciamo, quasi fossimo in uno stato psicotico collettivo, di farci raccontare che con l’ingegneria contabile, il cosiddetto pareggio contabile di bilancio, sia esso statale, regionale che comunale, si risolvino le passività, quando invece esse vengono, come sempre, forzosamente “spalmate” per decenni sugli impotenti (per via delle antidemocratiche leggi nazionali e regionali) cittadini produttivi, lavoratori, privati e operosi (lentamente immiserendoli) che pertanto ripianano di fatto con i loro sacrifici, esistenza e unica vita, gli: sperperi, sprechi, clientelismo, voto di scambio, ingordigia, remunerazioni, pletore di mantenuti, concubinaggio, bacini elettorali, pacchetti di voti, privilegi, logge, confraternite, fondazioni, associazioni, ecc. dell’annoso sistema pubblico-politico-giuridico-burocratico, nazionale, regionale, distrettuale e locale. Continueranno dopo di noi a pagare anche i nostri ragazzi che ci malediranno rivoltando le tombe dei loro genitori. Ma come civilmente se ne può uscire ?

Adduso Sebastiano

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