Messina: arresti per corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio

Messina: 11 misure cautelari per corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e fittizia intestazione di beni....

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Messina: 11 misure cautelari per corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e fittizia intestazione di beni. Sequestrata società commerciale.

Corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e fittizia intestazione di beni. Sono le ipotesi di reato al centro dell’operazione “Ottavo cerchio”, che ha portato stamani all’arresto di undici persone, di cui tre in carcere e otto ai domiciliari. Un trojan piazzato nei telefoni di due sospetti ha svelato un giro di mazzette che ha coinvolto, oltre ad alcuni imprenditori, anche un ex assessore e un dirigente del Comune della città dello Stratto, una “talpa” del Palazzo di Giustizia, funzionari del genio civile di Messina e Trapani. Le intercettazioni hanno registrato il passaggio delle tangenti durante le conversazioni degli indagati. La “talpa” un’autista di un Magistrato, secondo l’accusa ha passato notizie su indagini in corso e informazioni sugli spostamenti dei Pubblici ministeri. In cambio delle notizie avrebbe chiesto l’assunzione per una persona vicina. Ai domiciliari anche Giorgio Muscolino, già assessore alla toponomastica di una precedente Giunta di centrodestra e candidato nel 2018 alle nazionali nel centrosinistra.

Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dal Procuratore capo di Messina Maurizio de Lucia, sono partite la notte di capodanno del 2019, quando la saracinesca della tabaccheria Ferrante di Camaro era stata raggiunta da colpi di arma da fuoco. L’inchiesta era quindi scaturita dall’intimidazione subita dal commerciante, Pietro Ferrante, che però aveva negato di aver subito estorsioni, ma senza convincere la Polizia, la quale ha iniziato a intercettarlo. Sono emersi così i suoi contatti con un imprenditore pregiudicato, Marcello Tavilla. Quest’ultimo ai rivela la figura chiave di tutta l’indagine.

Tavilla è socio di Ferrante e lo è anche di un cittadino tunisino, nella società Blu Marine Service srl, attività di import export con l’estero di prodotti ittici. D’altronde, come chiarisce l’inchiesta, Tavilla aveva anche stretti rapporti con Antonino Bonaffini, detto “Ninetta”, imprenditore del settore ittico anche lui con precedenti. Bonaffini e Tavilla avrebbero attribuito in modo fittizio a Tavilla la titolarità dell’impresa Mareblu e di un conto corrente, nonostante Bonaffini ne conservasse piena disponibilità. Al riguardo, sono state sequestrate aziende, utili e un bene mobile.

Tavilla, che ha precedenti giudiziari, insieme all’amante Cinzia Fiorentino e a Pietro Ferrante, avrebbero fatto da mediatore per un accordo corruttivo con Felice D’Agostino funzionario del Genio Civile di Messina, il quale, in cambio di duemila euro per ogni appalto eventualmente aggiudicato, avrebbe favorito le ditte degli imprenditori Giuseppe Micali e Giovanni Francalanza.

Tavilla, come scritto nell’ordinanza dal Giudice per le Indagini Preliminari, aveva “un rapporto privilegiato”, con Angelo Parialò dipendente del Ministero della Giustizia e autista a disposizione di Magistrati in servizio a Messina. Parialò rivelava a Tavilla notizie riservate sulle indagini nei suoi confronti, comprese informazioni sugli spostamenti dei Magistrati. Inoltre, Parialò avrebbe fatto da intermediario con impiegati dell’Ufficio del Tribunale di Messina deputato quest’ultimo alla nomina di amministratori di condominio per fare nominare persone vicine a Tavilla e Fiorentino, che poi avrebbero beneficiato dell’assegnazione di lavori di manutenzione. In cambio, Parialò aveva ottenuto l’assunzione di una persona a lui vicina in una delle tante imprese di Tavilla.

Tavilla insieme alla Fiorentino, sarebbe coinvolto in un altro episodio di corruzione, con l’amministratore del complesso di case comunali di Camaro Sottomontagna, Giorgio Muscolino, 40 anni, accusato di aver intascato una mazzetta dal Tavilla per l’affidamento dei lavori per un parcheggio in un palazzo popolare per conto dall’agenzia che gestisce l’annosa emergenza baracche della città sullo Stretto. Muscolino è un ex assessore alla toponomastica della Giunta di centrodestra di un precedente sindaco, Giuseppe Buzzanca. È stato anche consigliere comunale per l’Udc, vicino prima all’ex deputato Pippo Naro, poi all’ex ministro Gianpiero D’Alia, si era poi candidato alle ultime elezioni, nel 2018, nella lista degli universitari, che faceva capo all’ex rettore, ora deputato del Pd, Pietro Navarra. L’ex assessore è adesso amministratore di condominio per A.Ris.Me, l’agenzia per il risanamento creata dal sindaco Cateno De Luca per gestire l’emergenza baracche. Muscolino è accusato di corruzione contraria ai doveri d’ufficio, perché avrebbe intascato 400 euro per l’affidamento diretto dei lavori per il parcheggio del complesso Sottomontagna, per un totale di 2400 euro.

Dal trojan piazzato nel cellulare dell’altra figura centrale delle indagini, quella dell’imprenditore Giuseppe Micali anche coinvolto nella corruzione di Felice D’Agostino il funzionario del Genio Civile di Messina, è poi venuta fuori un’altra storia di corruzione: quella di Giuseppe Frigone, funzionario del Comune di Messina in servizio al Dipartimento Immobili Comunali. In cambio di una mazzetta tra i 500 e i 1000 euro il funzionario gli avrebbe affidato in somma urgenza, quindi senza gara, i lavori di manutenzione straordinaria al mercato cittadino Sant’Orsola. Ma l’azione di Micali, sempre ascoltato dalla Polizia grazie al trojan, non si sarebbe fermata a Messina. L’imprenditore si sarebbe aggiudicato i lavori di dragaggio nel porto di Mazara del Vallo (TP), per un importo di oltre un milione. Insieme ad altri due imprenditori, indagati ma non destinatari di misure, avrebbe avuto rapporti illeciti con l’ingegnere capo del Genio Civile di Trapani, Giancarlo Teresi, la cui procedura di sostituzione è stata già avviata stamani dalla Regione. In cambio, Micali avrebbe dato a Teresi 700 euro per l’acquisto di un’auto Alfa Romeo d’epoca, un soggiorno gratuito in un hotel di Messina ed una cena per sei persone in un noto ristorante di Milazzo. Bonaffini, Micali e Tavilla sono stati portati in carcere, gli altri otto destinatari di provvedimento sono ai domiciliari.

Adduso Sebastiano

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