Landini a Messina per il rilancio della città e della Sicilia. Sviluppo, lavoro e giovani

Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha fatto tappa in città per partecipare all’iniziativa...

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Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha fatto tappa in città per partecipare all’iniziativa organizzata dalla Cgil Messina.

“I giovani sono le vittime maggiori della crisi italiana” ha iniziato così il segretario generale della CGIL di Messina Giovanni Mastroeni al convegno odierno organizzato dal sindacato in una sala gremita del Royal Palace Hotel alla presenza del segretario generale della Cgil Maurizio Landini

“Serve un grande piano di investimenti partendo dal Sud che riduca le tasse per i lavoratori e i pensionati che saranno in piazza a novembre, lotti contro l’evasione fiscale e riduca le enormi diseguaglianze che in questi anni si sono realizzateha continuato Mastroeni – Accanto a questi punti centrali, vi sia poi una politica industriale che risolva le tante vertenze aperte, che sia rispettosa dell’ambiente, un rafforzamento delle politiche attive del lavoro e degli ammortizzatori sociali, la revisione dello sblocca cantieri, l’avvio dei lavori per le infrastrutture necessarie al Paese specie al Sud, un piano straordinario di occupazione nel lavoro pubblico, una modernizzazione della pubblica amministrazione e il rinnovo dei contratti del pubblico impiego”.

“La nostra realtà, e soprattutto la città, ha avuto un calo di 9,4 abitanti al giorno, la metà sono giovani –  ha evidenziato il Segretario della CGIL di Messina soffermandosi sulla situazione della città – tutto questo porta ad una proiezione al 2050 di 200 mila residenti, nel marzo 2018 eravamo 231 mila la situazione è quindi drammatica, bisogna quindi ripristinare nel nostro territorio le condizioni minime di fiducia e di speranza perché si possa immaginare ancora un futuro per Messina sulle rive dello Stretto. Se non si ferma questa emorragia demografica, se le migliori intelligenze vanno a cercare fortuna altrove se non si crea un minimo di sviluppo e nuovo lavoro la città e il nostro territorio soffocheranno. Messina e la sua Provincia all’interno di una visione che coinvolge il Mezzogiorno vive una situazione caratterizzata da una disoccupazione di massa”.

Per contrastare la fuga di giovani nel Mezzogiorno si deve dare la possibilità a tutti di realizzarsi attraverso il lavoro. Per questo serve un piano straordinario di investimenti, sul piano delle infrastrutture come strade e ferrovie, asili, scuole, ospedaliA dirlo è Maurizio Landini, segretario generale nazionale della Cgil a Messina “Allo stesso tempo serve una seria politica industriale che metta al centro la salvaguardia dell’ambiente e l’idea di una riconversione ecologica dei sistemi produttivi. Credo sia questo il modo per affrontare la situazione e su questo serve anche un ruolo del governo nei rapporti con l’Europa. Serve infine che gli imprenditori riprendano a fare investimenti nel nostro paese”.

“Penso che occorra una riforma fiscale nel nostro paese e i lavoratori dipendenti e i pensionati devono pagare meno tasse perché sono quelli che ne pagano di più – ha proseguito Landini – Ridurre il carico fiscale per lavoratori dipendenti e i pensionati è un modo anche per aumentare le pensioni e gli stipendi ed è quello di cui si ha bisogno per aumentare i consumi. Il nostro paese deve poi combattere l’evasione fiscale perché l’Italia è il paese che ha il livello di lavoro nero, evasione fiscale, corruzione e intervento della malavita organizzata nell’economia più alto di tutta Europa”.

“E’ su questo che bisogna agire facendo delle scelte politiche che vadano in questa direzione – ha sottolineato il Segretario generale della GgilCombattere l’evasione fiscale, la malavita organizzata e la corruzione è assolutamente possibile, sono scelte politiche che si devono fare”.

Landini ha esposto anche il suo avviso sul Ponte sullo Stretto “Bisogna avere un piano generale, perché avere un ponte su cui non passa nulla perché non costruisci niente o dove non ci sono altre infrastrutture, non mi pare una grande idea. Noi abbiamo bisogno invece di un piano straordinario complessivo: l’Italia é una grande penisola al centro del Mediterraneo. Quindi il punto è se l’Italia può diventare per l’Europa e il Mediterraneo una piattaforma logistica, ma anche turistica e culturale. Quindi credo che prima di discutere di quali grandi opere bisogna avere un’idea precisa di quello che noi vogliamo sia L’Europa, l’Italia e il Mediterraneo nei prossimi 15-20 anni e da un certo punto di vista dobbiamo pensare a quello che è utile per rilanciare il paese avendo cura del territorio e rispetto dell’ambiente”.

“Ci auguriamo – ha concluso il Segretario Generale della Cgil – che con l’incontro che domani avremo con la Presidenza del consiglio si possa aprire una discussione nuova per definire una legge di stabilità ma anche un programma di legislatura che affronti i temi che da mesi stiamo sostenendo. E’ chiaro che noi andiamo lì con la piattaforma sindacale che in questi mesi abbiamo sostenuto e che è la stessa che abbiamo presentato al governo precedente. Cambia il governo ma non la nostra piattaforma, le richieste sono sempre quelle vediamo se si apre strada nuova. Sicuramente ci aspettiamo che finalmente i governi capiscano che per cambiare il paese c’è bisogno di ripristinare un confronto vero con le associazioni e le organizzazioni che rappresentano i lavoratori e lavoratrici e le imprese. Non abbiamo governi amici o nemici, abbiamo chiesto a questo nuovo governo che a parole ha detto tante cose nuove un incontro, ora il momento dei fatti”.

Sul problema dello sviluppo e lavoro, particolarmente al Sud e specialmente in Sicilia e a Messina e provincia, da queste pagine si sono pubblicati diversi articoli nell’ultimo anno “Sicilia, l’Isola si spopola di giovani che fuggono dalle infauste conseguenze della trasversale rancida politica e istituzioni”, “Messina e provincia da qualche tempo vedono chiudere le attività. Allarme della Cgil”, “In Sicilia cresce la disoccupazione e l’Isola continua a spegnersi come una candela”, “Centinaia di aziende artigianali nei primi 6 mesi del 2019 hanno chiuso in Sicilia. Così continuando saremo prossimi alla soglia socio-economica di non ritorno.

Le immagini di copertina sono tratte da Fb. Quella in calce in diretta dal convegno.

Adduso Sebastiano

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