Il Presidente dell’ARS: la nostra legge sui vitalizi non si cambia

È stata oggi la risposta della Regione Siciliana dopo che il 23 gennaio il Consiglio...

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È stata oggi la risposta della Regione Siciliana dopo che il 23 gennaio il Consiglio dei Ministri aveva impugnato la legge siciliana sui vitalizi.

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, nella seduta n. 24 del 23 gennaio 2020 aveva esaminato ventisette leggi delle Regioni e delle Province autonome, deliberando tra l’altro di impugnare <la legge della Regione Siciliana n. 19 del 28/11/2019, recante “Disposizioni per la rideterminazione degli assegni vitalizi”, in quanto alcune disposizioni riguardanti i trattamenti previdenziali e i vitalizi del Presidente della Regione, dei Consiglieri e degli Assessori regionali violano il principio di uguaglianza e ragionevolezza, sancito dall’art. 3 della Costituzione, nonché i principi di coordinamento della finanza pubblica e di leale collaborazione cui agli articoli 117, terzo comma, e 120 della Costituzione>. Ce ne siamo occupati nell’articolo “Il CdM impugna la legge sul minitaglio dei vitalizi in Sicilia”. Per la cronaca gli unici a votare contro furono i parlamentari dei Cinque Stelle.

La reazione del Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gianfranco Micciché, con attuale Maggioranza di centrodestra, non si è fatta attendere “Ora spetta al Presidente della Regione decidere se opporre resistenza. Noi la legge per adesso non la cambiamo. Se il dubbio del Consiglio dei ministri è sulla temporalità, la legge resta, comunque, valida. Già lo è adesso, siamo al secondo mese di tagli dei vitalizi come stabilito dal ddl”.

Se dovessi dire se questa è una vittoria o una sconfitta, direi che è una stra-vittoriaha aggiunto Micciché, che ha aggiunto ”Non abbiamo ancora le carte e, di conseguenza, non possiamo essere precisi ma di fatto l’impianto della legge regge e in più andiamo finalmente alla Corte costituzionale, che è quello che tutti volevamo, che così potrà pronunciarsi sul taglio dei vitalizi, sull’azione messa in campo su diritti acquisiti e non è escluso che dica che è incostituzionale il taglio in generale”.

Il ddl sul taglio dei vitalizi, varato lo scorso novembre 2019 dall’ARS prevede un taglio più cosiddetto “soft” rispetto a quello deciso a livello nazionale e dalle altre Regioni a statuto ordinario e, soprattutto, per un tempo limitato a cinque anni.

E sull’aspetto temporale il Presidente dell’ARS ammette tuttavia implicitamente la sostanza dell’impugnativa “Avevamo immaginato che questa cosa sarebbe potuta accadere. La presidenza del Consiglio dei ministri ci aveva chiamato due giorni fa chiedendoci chiarimenti sull’aspetto della temporalità, cioè sul fatto che il provvedimento duri solo cinque anni. In effetti i rilievi potrebbero avere un senso”.

“Se avessimo fatto una norma che prevedeva un contributo di solidarietà allora mettere un tempo, una scadenza, era giusto – continua Micciché – Avendo di fatto modificato i parametri, il meccanismo dei vitalizi, allora fissare il limite dei cinque anni potrebbe non avere senso. Lo vedremo, non è un grosso problema. L’importante, e potremo saperlo appena vedremo le carte, è che l’impianto della legge abbia retto”.

Nell’immagine di copertina il Palazzo dei Normanni a Palermo, noto anche come Palazzo Reale ed è attualmente sede dell’Assemblea Regionale Siciliana. Il palazzo è la più antica residenza reale d’Europa, dimora dei sovrani del Regno di Sicilia, sede imperiale con Federico II e Corrado IV e dello storico Parlamento siciliano.

Adduso Sebastiano

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