Dopo i Cinesi anche gli Arabi sono interessati al progetto Eurispes per il porto di Palermo

Dopo i Cinesi anche dei rappresentanti di una holding di Dubai con 5mila dipendenti e...

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Dopo i Cinesi anche dei rappresentanti di una holding di Dubai con 5mila dipendenti e 60 filiali nel mondo sono interessati a questo progetto da 5 miliardi.

Si era scritto di questo interessante progetto in un precedente articolo “Fondo d’investimento di Shangai interessato ad un progetto di 5 miliardi per il porto di Palermo. 435 mila posti di lavoro”. Infatti, già prima della visita del 23 marzo 2019 a Palermo del Presidente della Cina Xi Jinping, tre rappresentanti di un fondo d’investimento di Shangai avevano incontrato i vertici di Eurispes (L’Eurispes è un ente privato italiano che si occupa di studi politici, economici e sociali, ed operante nel campo della ricerca politica, economica, sociale e della formazione) per prendere visione del progetto presentato in alcune missioni internazionali in Cina, che prevede la realizzazione di una mega piattaforma marittima per il trasporto merci a Palermo, un’operazione da 5 miliardi di euro che trasformerebbe il porto nel più grande hub d’Europa e strategico soprattutto per i traffici tra l’Asia e la sponda sud del Mediterraneo.

Il progetto de porto Hub a Palermo era stato presentato a luglio del 2018 dall’Eurispes a Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione Siciliana. Giovan Battista Rubino – componente del comitato scientifico di Eurispes Sicilia, ingegnere palermitano, esperto di opere pubbliche nel campo dell’ingegneria sanitaria e dell’idraulica marittima – lo aveva redatto con il suo team e ne aveva sottolineato, in un’intervista di seguito riportata, da un lato il valore ecologico e paesistico, con il rilancio di un pezzo di costa oggi degradata su cui insiste persino il divieto di balneazione, e dall’altro quello economico, che lo porterebbe ad essere il primo porto container del Mediterraneo, con la creazione di 435mila posti di lavoro.

Adesso, dopo i cinesi di Shanghai, anche gli arabi sono interessati al porto di Palermo. Ieri due rappresentanti della Mohammad Omar Bin Haider (Mobh), holding di Dubai con 5mila dipendenti e 60 filiali nel mondo, hanno incontrato a Palermo i vertici di Eurispes per prendere visione del progetto da 5 miliardi di euro per la realizzazione di una piattaforma commerciale capace di movimentare fino a 16 milioni di container. I colloqui si sono tenuti a Villa Zito. Per Eurispes il responsabile dipartimento Mezzogiorno Saverio Romano e il componente del comitato scientifico, l’ingegnere Giovanni Battista Rubino; per la holding di Dubai, il ceo di Mobh Zahed Albattarni e Tom Nauwelaerts. I colloqui avviati con il gruppo Mobh, secondo quanto risulta all’ANSA, proseguiranno nei prossimi giorni.

L’anno passato aveva manifestato interesse la Global ports holdings di Istanbul (Gph) per un progetto di sviluppo del terminal crociere, con un porto-capolinea in grado di poter ormeggiare le recenti super navi da crociera i giganti del mare fino a 9 ore al giorno.  La Gph è un colosso turco detiene già il 70% della Cagliari cruise port, il 62% della Catania cruise terminal, il 51% della Ravenna terminal passeggeri e il 53% della Venezia terminal passeggeri (Vtp). Altre società turche operano sulle banchine italiane anche nel settore ro-ro e container: a Trieste e La Spezia, ad esempio.

Intanto le arance rosse siciliane sono arrivate in Cina, come abbiamo scritto in un precedente articolo “Le arance rosse siciliane saranno celebrate domani 2 aprile a Pechino all’ambasciata italiana” e già 40 tonnellate sono state vendute nei supermercati cinesi. Il titolare Mao Hongming della Ningbo Textar Trading&Industry, la società che per prima ha deciso di importare lungo la Nuova Via della Seta marittima gli agrumi siciliani, si augura di incrementarne il quantitativo con il 2020.

L’opinione.

La Sicilia si trova in una posizione favorevole nel Mediterraneo, tra l’Eurasia e l’Africa e adesso anche sulla rotta commerciale della “Nuova Via della Seta”. Il Governo nazionale pare intenzionato a rilanciarla in questo globale contesto che apporterebbe di certo sviluppo e lavoro. Il Governo regionale invece sembra puntare al decennale progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.

Si facciano le necessarie infrastrutture, chiaramente utili, produttive e nel rispetto dell’ambiente, poiché ormai in Sicilia stanno rimando i vecchi, i pensionati che non vogliono andare via, i remunerati del sistema pubblico-politico-giuridico-burocratico e purtroppo anche i mafiosi. I giovani o chi ha un mestiere, stanno emigrando altrove dove c’è lavoro vero e non clientelare o per scambio di voto oppure raccomandato o ancora nepotista.

Adduso Sebastiano

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