Saranno licenziati i 4 dipendenti che rubavano il gasolio dai mezzi

Licenziati i quattro dipendenti della Rap di Palermo che erano a giudizio per avere rubato...

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Licenziati i quattro dipendenti della Rap di Palermo che erano a giudizio per avere rubato il gasolio dai mezzi della raccolta rifiuti.

La RAP S.p.A. (Risorse Ambiente Palermo) è un’Azienda a capitale pubblico del Comune di Palermo che si  occupa della raccolta rifiuti. Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Palermo, Paola Marino, a gennaio di quest’anno aveva stabilito il reintegro dei quattro dipendenti nonostante fossero stati condannati per i furti di gasolio e altri oggetti di proprietà dell’azienda. I quattro erano stati licenziati, dopo che a seguito di indagini della Polizia Giudiziaria, anche supportate da video e pedinamenti, erano stati arrestati nell’aprile del 2015 proprio mentre stavano rubando carburante dai serbatoi dell’azienda.

Ma il presidente della Rap, Giuseppe Norata, dichiarò che avrebbe fatto “ricorso in appello alla decisione di reintegrare i quattro dipendenti licenziati per furto”.

“Pur rispettando le sentenze – dichiarò a inizio 2019 il Presidente della Rap – ho il dovere di tutelare l’immagine dell’azienda. Sia io che l’ufficio legale della Rap non condividiamo le motivazioni della sentenza del giudice del lavoro, emessa senza tenere in considerazione il procedimento penale in corso smentendo, addirittura, le attività certificate dalla stessa polizia”. A sostegno della legittimità dei licenziamenti l’ufficio legale della Rap cita “la consolidata giurisprudenza della corte di Appello di Palermo, confermata dalla corte di Cassazione, che ha ritenuto corretto l’operato societario nei confronti degli altri dipendenti coinvolti in analogo procedimento penale già licenziati per furto di carburante”.

A luglio di quest’anno, il Giudice penale del Tribunale di Palermo, dott. Walter Turturici, contrariamente a quanto affermato dal Giudice del lavoro, aveva reso giustizia alla società chiedendo anche di procedere con l’estinzione del rapporto di lavoro e prevedendo altresì per i lavoratori la misura accessoria dell’interdizione perpetua dei pubblici uffici.

Ora, con la sentenza della Corte di Appello, sezione lavoro, datata 10 ottobre 2019, il Tribunale ha ribaltato al sentenza di primo grado, accogliendo il ricorso della Rap avverso il dispositivo di primo grado, ravvisando la illegittimità della condotta dei lavoratori coinvolti. Precisano infatti i Giudici del Lavoro di secondo grado che “Deve ritenersi dimostrata la partecipazione dei dipendenti all’attività di appropriazione integrante gli estremi dei reati loro ascritti” e pertanto ritengono legittimo, “sul piano del giudizio di proporzionalità l’applicazione della più grave sanzione del licenziamento disciplinare”.

Così “Si chiude definitivamente un capitolo su alcuni licenziamenti portati avanti da Rap per giusta causa, che in un primo momento erano stati ritenuti illegitimi dal Giudice del lavoro con una sentenza discutibile che da subito si era appalesata assolutamente carente nella motivazione e infondata”. A darne comunicazione è stato il presidente della Rap Giuseppe Norata che per mezzo del proprio ufficio legale guidato dal dirigente  Donatella Codiglione aveva fatto ricorso impugnando la sentenza.

Adduso Sebastiano

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