I mille utilizzi della Canapa, un dibattito in un antico castello a Calatabiano vicino Taormina (foto)

Imprenditori, agricoltori, curiosi e cittadini, hanno riempito la sala per ascoltare esperti anche universitari e...

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Imprenditori, agricoltori, curiosi e cittadini, hanno riempito la sala per ascoltare esperti anche universitari e operatori della lavorazione della Canapa.

Grande riscontro di presenze al convegno dibattito che si è tenuto il 16 dicembre sui Mille Utilizzi della Canapa a Calatabiano, in provincia di Catania, località vicinissima a Taormina. Una grande opportunità di conoscenza per un assortito pubblico.

Hanno fatto da relatori Giuseppe Gullo Presidente dell’Ass. Etna KM Zero, Agronomo professionista e laureato in Scienze agrarie presso UniversitĂ  degli Studi di Catania, il direttore Daniele Murabito del Castello di San Marco Charming Hotel & Spa che ha ospitato il convegno, il Sindaco di Calatabiano Dott. Giuseppe Intelisano comune che ha patrocinato l’evento, il Professore Paolo Guarnaccia dell’UniversitĂ  di Catania, il dott. Lello Ciampolillo senatore e membro della Commissione Affari Esteri, il Dott. Giovanni Gioia dell’ANGA e Osservatorio Canapa Sicilia e azienda agricola KibbĂł, il Dott. Giovanni Milazzo e la D.ssa Giuliana Martines rispettivamente Responsabile sviluppo e responsabile area Farming della Canapar, Il dr. Luigi Sunseri – M5S deputato all’ARS e nella Commissione Bilancio e Dino Gianrusso de Le Iene.

Ha contribuito all’organizzazione dell’evento l’associazione Promoloco di Calatabiano il cui presidente è Massimo Amoroso.

Il dibattito molto seguito dal pubblico è stato anche piuttosto tecnico ed in certi tratti per addetti ai lavori.

Ciò che molto in sintesi è emerso chiaramente, è che la pianta della Canapa negli anni è stata demonizzata. Di tutta evidenza forse anche per togliercene la produzione e commercio, così da dirottarne altrove la formazione e negoziazione, favorendo, coincidenza vuole, soprattutto le Nazioni del Nord Europa che sono grandi produttori ed esportatori in tutto il mondo e anche verso l’Italia.

Un altro punto importate che è emerso, è che con una circolare del 2017 del Ministero delle Politiche Agricole si è chiarito che la coltivazione della canapa è consentita senza necessitĂ  di autorizzazione. Viene però richiesto che la pianta abbia un tasso di THC di non oltre lo 0,2%, come previsto da regolamento europeo. Qualora la percentuale risulti superiore ma entro il limite dello 0,6% l’agricoltore non ha ancora alcuna incombenza, poichĂ©, come anche spiegavano piĂą tecnicamente alcuni conferenzieri, sono le stesse piantine che durante la maturazione possono singolarmente fare oscillare questo elemento. Tuttavia nel caso venga accertato un tasso superiore allo 0,6%, l’AutoritĂ  giudiziaria può disporre il sequestro o la distruzione delle coltivazioni di canapa, senza che vi siano conseguenze penali. Ma certo ciò comporta un notevole danno economico per l’imprenditore.

Al riguardo si suggeriva di usare canapa monoica, oppure unisessuata. In quest’ultimo caso infatti tutte le piante saranno allo stesso stadio di maturazione al momento della raccolta. Le piantine invece si definiscono dioiche quando hanno l’organo riproduttivo maschile o quello femminile, sicchĂ© se femmina sviluppano i fiori da cui si formano le cime, mentre quelle maschio producono il polline. Quindi nel caso di dioiche si potrebbe avere un processo di crescita per certi versi piĂą imprevedibile, al contrario con la canapa monoica risulta piĂą agevole la selezione di piantine con un basso livello di cannabinoide, pertanto è piĂą idonea in Italia per rientrare nei parametri normativi previsti per il THC.

Ha pure in un certo senso sorpreso, poiché sono decenni che la canapa viene presentata come il fumo del diavolo, che in Sicilia era coltivata in maniera intensa sin dal primo millennio, anche grazie agli Arabi che in quell’epoca importarono modalità di coltivazione e soprattutto irrigazione moderni per allora, che consentirono un’agricoltura intensiva e produzione di tessuti, farina, corde, stoviglie, ceste, oli, birra, ecc.

I relatori hanno evidenziato che con la coltivazione della canapa, considerato il risaputo temperato clima che c’è in Sicilia, si darebbe una forte propulsione al settore agricolo, che in atto è anche fortemente in crisi con la produzione di grano a causa della massiccia concorrenza dei paesi stranieri, ottenendo così anche fibra per uso industriale, per la carta (quanti alberi salveremmo), plastica e innumerevoli altri utilizzi.

Inoltre la canapa si rivelerebbe salubre per un mondo senza petrolio, in quanto può essere utilizzata per creare biocarburanti, sicché in campo energetico si potrebbe attuare un piano di riconversione ecologica dell’industria chimico-petrolifera come anche di interi territori in atto asserviti alla trasformazione del petrolio con anche noti e gravi conseguenze inquinanti per l’ambiente, i luoghi e specialmente la salute delle persone.

In ultimo il deputato all’ARS (Assemblea Regionale Siciliana), Luigi Sunseri, si è impegnato anche a nome del Governo Nazionale essendo lui dei 5stelle, affinché la normativa sulla canapa sia rivista in ogni suo aspetto in modo chiaro per le imprese di agricoltori, raccolta, trasformazione, manifattura, terapeutiche e quant’altro, cosicché divenga un volano di sviluppo economico e occupazionale, nazionale e regionale.

Infine, come anche si vede dalle foto in calce e nelle quali si evidenzia pure il bellissimo luogo in cui si è svolto l’incontro nonché la soleggiata giornata con lo sfondo innevato dell’Etna, c’è stata una degustazione per i presenti cui qualcuno a base di cibi con una percentuale di farina di canapa. Ritengo di potere affermare con oggettività (peraltro non fumo, non mi sono mai fatto uno spinello, non bevo alcolici tranne qualche volta a tavola del vino rosso nostrano, sono anche vegetariano ma non per questo sono un assillato contro chi non lo è) che era tutto buonissimo, sapeva proprio di naturale, genuino e non ho avuto alcun effetto anomalo neanche con quelli con farina di canapa, anzi ho notato che si digeriva anche bene malgrado non mi sia tanto contenuto nell’assaggiare :-)

Forse, come per tante altre (veicolate) fobie, è arrivato il tempo di rivedere la canapa con un criterio moderno, obiettivo, scientifico, tecnico e soprattutto viste le potenzialità economiche, anche fruttuoso. Staremo pertanto a vedere cosa farà normativamente questo neoGoverno nazionale anche per questo interessante settore produttivo.

Prima di andare via sono entrato in una vecchia cappella e dietro l’altare, sopra il dipinto nell’abside, spiccava un antico simbolo … (l’ultima foto in basso).

Adduso Sebastiano

 

 

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