Aumentano i casi di positività da coronavirus in Sicilia

In Sicilia aumentano i casi di positività al contagio tanto che in questo momento si...

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In Sicilia aumentano i casi di positività al contagio tanto che in questo momento si rivelano superiori a quello della media nazionale.

Questi i casi di Coronavirus riscontrati nelle varie province dell’Isola, aggiornati alle ore 12 di oggi (giovedì 19 marzo), così come segnalati dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale. In totale sono 340 i casi positivi registrati dall’inizio, di cui 179 ricoverati (36 in terapia intensiva), 142 in isolamento domiciliare, quindici guariti e quattro deceduti. Questa la divisione nelle varie province: Agrigento, 27; Caltanissetta, 12; Catania, 151; Enna, 21; Messina, 16; Palermo, 52; Ragusa, 7; Siracusa, 33; Trapani, 21. La Presidenza della Regione Siciliana raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal Ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.

Intanto per un maggiore controllo preventivo e una più intensa attività sanzionatoria nei centri abitati, con particolare riguardo ai capoluoghi di provincia e agli approdi dello Stretto il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha inviato una nota al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, stante la “perdurante diffusa inosservanza delle norme di prevenzione della diffusione del Covid-19”.

Il Presidente Musumeci, nella lettera inviata al responsabile del Viminale, ha sottolineato come l’Isola sia “una Regione dove il tasso di crescita dei soggetti positivi al contagio, in questo momento, si rivela superiore a quello della media nazionale”.

Musumeci ha chiesto, quindi, di “valutare la necessità di impartire disposizioni affinché sia potenziato il numero delle pattuglie delle Forze dell’Ordine”, ricorrendo, ove ritenuto necessario, anche ai <<militari dell’Esercito impegnati in Sicilia nell’operazione “Strade sicure”>>.

E già da domani 20 marzo 2020, una parte dei militari dell’Esercito Italiano in servizio in Sicilia sarà da domani impiegata nelle pattuglie di vigilanza urbana e nei punti di arrivo dei passeggeri.
Lo ha assicurato il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese
, in un colloquio con il Presidente della Regione Nello Musumeci.

A Messina intanto è stata disposta una ulteriore stretta, per evitare il diffondersi del contagio del Coronavirus, nel trasporto marittimo da e per la Sicilia. I ministri dei Trasporti e della Salute, su proposta del presidente della Regione Nello Musumeci, hanno modificato il decreto dello scorso 16 marzo. Due le novità più rilevanti: la prima per il traffico merci e l’altra per i collegamenti nello Stretto. Nel primo caso, continuerà a essere garantito il trasporto delle derrate, ma “possibilmente su unità di carico isolate non accompagnate”. Per quanto riguarda, invece, gli spostamenti via mare dei passeggeri da Messina per Villa San Giovanni e Reggio Calabria le corse giornaliere passano da venti a quattro corse giornaliere di andata e ritorno, ma solo dalle 6 alle 21. Nessuna nelle ore notturne. Gli unici ammessi saranno: gli appartenenti alle Forze dell’Ordine e alle Forze Armate, gli operatori sanitari pubblici e privati, i lavoratori pendolari, quanti dimostrano comprovate esigenze di lavoro, per gravi motivi di salute e chi si trova in situazioni di necessità. D’ora in poi, inoltre, il porto di imbarco e sbarco del traffico merci a Messina non sarà più la Rada San Francesco ma l’approdo di Tremestieri. Sarà necessaria, infine, la preventiva autorizzazione del presidente della Regione, perché l’Enac possa consentire la partenza e l’arrivo di voli privati nell’Isola. Le disposizioni resteranno in vigore fino al 25 marzo. Nel frattempo, il governatore Musumeci ha scritto al ministro dell’Interno affinché siano potenziati i servizi di vigilanza in partenza ed in arrivo sullo Stretto.

E sempre a Messina si registrano nuovi casi positivi al Coronavirus al Policlinico di Messina. Uno di questi, un 50enne, è un altro dei messinesi tornati il 7 marzo scorso dalla settimana bianca a Madonna di Campiglio. Nel frattempo il Sindaco di Messina Cateno De Luca ha adottato oggi il divieto assoluto di passeggiate e attività all’aria aperta.

“Ci rendiamo conto che l’ordinanza può sembrare restrittiva, ma è una misura necessaria ed improcrastinabile a fronte della leggerezza ed imprudenza che sono state riscontrate ed accertare in questi giorni – ha detto il sindaco di Messina Cateno De Luca – Nonostante i ripetuti inviti a stare in casa, ed a spostarsi solo se strettamente necessario, abbiamo accertato casi di persone che hanno organizzato un falò sulla spiaggia, che hanno messo la musica in piazza per ballare come se fossero ad una sagra di paese, o che si radunavano per svolgere attività sportiva. Evidentemente le drammatiche immagini che giungono dalle città del Nord gravemente colpite dal contagio non sono sufficienti a fare desistere i messinesi da condotte egoistiche e venate da una superficialità che non può trovare alcuna giustificazione”.

“Io sono il sindaco – conclude il primo cittadino peloritano – e come tale devo garantire l’applicazione delle norme all’interno del territorio di mia competenza. Il contagio del virus avviene attraverso la circolazione delle persone. Ebbene, da ora sarà prevista l’interdizione assoluta al pubblico passeggio o attività sportive nelle pubbliche vie, nelle piazze, nei villaggi, nei torrenti e lungo il litorale marittimo della città. Chi violerà tale ordinanza ne risponderà con sanzioni pecuniarie e anche penali”.

E ha conferma che la situazione sanitaria inerente il diffondersi del coronavirus preoccupa a Messine, in serata il Sindaco di Messina Cateno De Luca è nuovamente intervenuto con un post sulla sua pagina Fb “Dopo la recente conferma della presenza di n. 7 soggetti contagiati da Coronavirus all’interno dell’ IRCCS Bonino Pulejo, aderendo altresì alle richieste formulate, tra le altre, dall’Ordine dei Medici, da alcune sigle sindacali delle professioni infermieristiche e dall’Ordine dei Farmacisti, di alcuni consiglieri comunali, dal personale medico e paramedico risulta necessario ed indifferibile istituire una cabina di regia per affrontare e gestire il crescente contagio da Coronavirus nel territorio del Comune di Messina … Per affrontare le su esposte tematiche e affrontare in modo organico la gestione sanitaria dell’emergenza, si è chiesto a S.E. il Prefetto di convocare con urgenza un Tavolo Organizzativo per la gestione della crisi che, con molta probabilità salvo imprevisti, si terrà domani nel primo pomeriggio con le modalità della video conferenza. Al detto confronto abbiamo chiesto che vengano invitati, oltre i rappresentanti canonici, anche l’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche e quello dei Farmacisti, i direttori generali di ASP, Policlinico, Papardo ed IRCCS”.

Ma è Catania la città siciliana che maggiormente desta preoccupazione per il maggior numero di casi che in pochi giorni hanno superato abbondantemente il centinaio. Contestualmente però si registra anche che gli  Agenti delle Volanti della Questura di Catania, in tre giorni di controlli, hanno denunciato 118 persone per inosservanza del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) per fare fronte all’emergenza Coronavirus. Tra loro anche un posteggiatore abusivo attivo, al quale sono stati sequestrati anche 30 euro, la titolare di una gastronomia di corso Indipendenza che, violando il divieto, continuava a tenere aperto il negozio. Due persone sono state anche denunciate per per false attestazioni o dichiarazioni a pubblico ufficiale. La Questura di Catania “ribadisce la gravità del reato cui si va incontro ignorando l’obbligo di non uscire di casa” poiché ciò “comporta un processo penale. Soprattutto, però è importante osservare il divieto, – salve le esigenze primarie previste, allo scopo di porre fine a questa pericolosissima situazione nel più breve tempo possibile, prima che sia troppo tardi”.

Dura posizione intanto Sicindustria boccia decreto ‘Cura Italia’ “Una farsa. Il decreto che doveva tamponare l’emergenza di un Paese in difficoltà non è altro che una farsa. Nessun aiuto concreto alle imprese. Soldi a destra e sinistra, contributi sparpagliati senza criterio. Non un piano, non un programma per sostenere organicamente la produzione italiana”.

Le critiche investono diversi aspetti. A cominciare dalla Cig ordinaria per nove settimane che continua Sicindustria “non stanzia le risorse necessarie, complessivamente 1 miliardo e 300 milioni per tutta l’Italia, fondi che potrebbero bastare per non più di 400 mila dipendenti. Si tratta dunque di un bluff. Inoltre impone inutili consultazioni sindacali come se ci fosse da discutere”. In questo momento in Sicilia ci sono circa 100.000 richieste di Cassa Integrazione e 50.000 di Cassa Integrazione in Deroga. Critiche anche sulla disciplina fiscale “Le aziende con più di 2 milioni di fatturato – spiega la nota – non hanno ottenuto alcuna sospensione, di fatto, per quanto riguarda il pagamento delle imposte, dei contributi previdenziali e dell’IVA. Non è prevista la sospensione degli adempimenti legati ad appalti e subappalti e il differimento dei termini di versamento dei carichi affidati all’agente della riscossione è irrisorio”.

Anche Federalberghi della Riviera Messinese Jonica ha espresso la sua delusione sul decreto Cura Italia “Il Decreto legge approvato ha creato molto disappunto e delusione all’interno del mondo del turismo della riviera jonica messinese, che ricordiamo essere fatto dal grande albergo, dalle piccole attività a conduzione familiare, ma soprattutto anche dalle migliaia di lavoratori che ruotano nel comparto, la maggior parte di essi stagionali il turismo è il settore maggiormente colpito e nella nostra area rappresenta la maggiore economia, sulla quale si base il sostentamento di migliaia di famiglie. Il fermo del turismo, se non saranno supportate imprese e lavoratori in maniera adeguata, potrà rappresentare un problema sociale di enorme entità con effetti devastanti per famiglie, lavoratori ed imprese. Realisticamente ad oggi si può prevedere che è molto difficile che la stagione 2020 sia in grado di partire, con perdite non recuperabili, per cui le attività turistiche si troveranno molto probabilmente con entrate pari a zero e quindi impossibilitate ad affrontare qualsiasi tipo di pagamento, e soprattutto non saranno in grado di procedere alle assunzioni. Il Decreto, nonostante le numerose e pressanti istanze da parte del comparto turistico non ha ancora colto le necessità primarie, in primis quella dei lavoratori stagionali, che ricordiamo essere oltre 10.000 (area jonica di Messina), tutte le attività turistiche del territorio si basano su una stagione che varia da marzo ad ottobre. Il Decreto ha riconosciuto un’indennità di 600 euro solo per il mese di marzo per coloro che hanno cessato il loro rapporto di lavoro tra l’1 gennaio 2019 e la data di entrata in vigore del decreto, dopo marzo al momento non è prevista alcuna indennità, per cui come faranno migliaia di lavoratori a sostenersi? Sembra che il Decreto non abbia recepito che al Sud la maggior parte dei lavoratori del settore turismo sia stagionale riteniamo che questo decreto possa rappresentare solo un primo passo di sostegno per reagire alle necessità immediate, ma molto deve essere fatto, se non ci saranno azioni decise e forti non ci saranno più imprese. L’unica soluzione per evitare il collasso nel territorio è che il Governo preveda la cassa integrazione per tutti i lavoratori del turismo compresi gli stagionali e la sospensione di tutti i tributi per le aziende per l’anno in corso, nella speranza che la stagione possa riprendersi nel 2021”.

Nel frattempo il Governo regionale siciliano del Presidente Nello Musumeci ha in corso un  bando per l’individuazione del soggetto gestore del Fondo per la realizzazione di operazioni cosiddette “Tranched Cover” (garanzie di portafoglio), per oltre 25 milioni di euro provenienti da somme liberate dalla precedente programmazione europea. L’annuncio è stato dato dall’assessore all’Economia, Gaetano Armao. Si tratta di una complessa operazione di ingegneria finanziaria che consente di mobilitare, attraverso garanzie per l’accesso al credito bancario, oltre 250 milioni di euro di finanziamenti per piccole e medie imprese per alimentare il capitale circolante nella difficile fase di carenza di liquidità determinata dall’epidemia Covid-19.

“Attraverso le garanzie di portafoglio (Tranched Cover Sicilia) – ha spiegato il Vicepresidente Armao – intendiamo rafforzare il sostegno all’accesso al credito delle nostre imprese. Soprattutto in questa fase di drammatica carenza di liquidità. L’obiettivo dello strumento è sostenere i fabbisogni di liquidità di breve termine delle Pmi, garantendo il rientro delle somme prestate dagli istituti finanziari. I 25 milioni di euro, sulla base dello storico, consentiranno di mobilitare finanziamenti per le Pmi per oltre 250 milioni di euro”. Questa misura si affianca alle risorse già destinate al Fondo centrale di garanzia (102 milioni di euro già assegnati, che la giunta Musumeci ha deciso di incrementare di ulteriori 100 milioni e che garantiscono l’80 per cento dei finanziamenti bancari per le imprese), che consentono di finanziare 20.000 imprese con oltre 2 miliardi di euro di risorse liquide da immettere sul mercato.

Per favorire l’accesso al credito delle Pmi che operano in Sicilia, le risorse del Fondo saranno prioritariamente impegnate per l’attivazione di strumenti finanziari riferibili alla costituzione di garanzie a copertura. Tali misure saranno adottate mediante l’attivazione di convenzioni con banche, intermediari finanziari e confidi autorizzati dal dipartimento regionale Finanze, operanti sul territorio della Regione.

L’Opinione.

Tuttavia non si può sottacere che il Governo del Presidente del Consiglio Conte ha comunque, nonostante le notorie deficitarie casse pubbliche dello Stato (a causa di decennali notorie razzie, per carità, legali anzi costituzionali, della politica di destra, sinistra w centro, con rispettive innumerevoli pletore istituzionali, giuridiche, burocratiche, sindacali, professionali e imprenditoriali) ha immesso 25 miliardi, praticamente liquidi nell’economia italiana, pressappoco l’importo di una manovra economica annuale. Altre Nazioni, tra cui europee, sembra abbiano stanziato molto di più, ma in effetti si tratta sostanzialmente di una garanzia pubblica per accedere a prestiti per chi li può fare. In Italia, c’è la cassa integrazione, il reddito di cittadinanza, la disoccupazione, l’assistenza pressoché gratuita e totalmente per i meno abbienti compresi gli irregolari. ecc. Purtroppo ci sono anche soldi per annosi carrozzoni pubblico-politici, come anche per una sanità che deve tornare in mano pubblica e non più regionale bensì centralizzata. Ci sarebbe però voluto un sostegno in più per le partite Iva e una generale riduzione delle tasse soprattutto periferiche. Il Premier Conte ha dichiarato, e ci si augura per tutti sarà così, che questo decreto ‘Cura Italia’ è solo una prima fase per aiutare l’economia a resistere e poi per risollevarsi. Staremo a vedere.

Adduso Sebastiano

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