Renzi contro Juncker e Commissione Ue: “Ci vogliono deboli, ma l’Italia è tornata”

Post del premier su Facebook il giorno dopo la “assenza di interlocutori” a Roma lamentata...

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Post del premier su Facebook il giorno dopo la “assenza di interlocutori” a Roma lamentata da fonti Ue. “Italia sempre più aperta e attrattiva per gli investimenti internazionali. Preferirebbe averci più deboli e marginali, se ne facciano una ragione”.

ROMA – “L’Italia, sempre più aperta e attrattiva per gli investimenti internazionali. Con grandi aziende globali che non fanno più mordi e fuggi come in passato, ma hanno deciso di puntare sul nostro Paese, di scommettere sul suo futuro”, “la risposta migliore a chi, forse impaurito da questo nuovo protagonismo italiano, preferirebbe averci più deboli e marginali, come purtroppo è spesso accaduto in passato. Se ne facciano una ragione: l’Italia è tornata, più solida e ambiziosa”. Lo scrive su Facebook il premier Matteo Renzi, firmando un post che ha evidentemente in Jean-Claude Juncker e nella Commissione Ue l’oggetto del suo attacco polemico. Che giunge il giorno dopo le gravi affermazioni riportate da non meglio precisate fonti Ue, secondo le quali la Commissione non avrebbe autentici interlocutori a Roma.

Un giudizio altamente lesivo della credibilità internazionale del governo Renzi, difeso con decisione dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni: “L’Italia ha un governo nel pieno dei suoi poteri”. Questi gli ultimi sviluppi di una polemica a distanza che impegna Roma e Bruxelles ormai da settimane, con Renzi a chiedere alla Ue di non essere solo un pacchetto di regole, di cambiare passo e di mettere da parte una politica economica votata alla sola austerità e dall’altra parte il presidente della Commissione Juncker e il suo vice Dombrovskis a ricordare quanto l’Italia stia usufruendo di molteplici forme di flessibilità, quanto il debito pubblico italiano sia un elemento di rischio per la tenuta dell’Unione, che la stessa flessibilità è condizionata al completamento delle riforme e, ulteriore nota polemica sottolineata da un irritato Juncker, quella flessibilità non si deve a Renzi ma è stata adottata dalla Commissione.

Richiami a cui Renzi continua a rispondere a tono. Tra le “aziende globali che hanno deciso di puntare sul nostro Paese”, il presidente del Consiglio cita “Cisco, i cui vertici ho incontrato questa mattina a Palazzo Chigi, in occasione dell’annuncio di una serie di investimenti strategici qui da noi che valgono 100 milioni di euro per i prossimi tre anni. E’ il primo dei due giganti – aggiunge il premier, che posta anche una foto – cui avevo accennato nella mia ultima eNews che guardano all’Italia come a un Paese solido, che ha futuro e che, finalmente, favorisce chi vuole creare opportunità destinate a restare, a creare impresa, lavoro, innovazione. E’ importante che questo avvenga sul fronte della digitalizzazione, della formazione, della creazione di start-up innovative, della ricerca. Ma anche della trasformazione digitale di settori di eccellenza della nostra economia come il manifatturiero e l’agroalimentare, entrambi simbolo del made in Italy e della nostra qualità nel mondo”.

Insomma, scrive ancora Renzi, “la risposta migliore a chi, forse impaurito da questo nuovo protagonismo italiano, preferirebbe averci più deboli e marginali, come purtroppo è spesso accaduto in passato. Se ne facciano una ragione: l’Italia è tornata, più solida e ambiziosa. Con tanto lavoro ancora da fare – questa settimana sarà decisiva per la trasformazione della pubblica amministrazione e per un altro passo avanti della riforma istituzionale – ma anche con la consapevolezza che ce la stiamo mettendo tutta e che le grandi realtà internazionali, come oggi testimonia Cisco, tornano a scommettere su di noi”.

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