Sicilia, debiti fuori bilancio all’ARS e alcuni deputati lasciano l’Aula

I debiti non convincono. La materia è delicata e a Palazzo dei Normanni alcuni deputati...

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I debiti non convincono. La materia è delicata e a Palazzo dei Normanni alcuni deputati guardano con inquietudine e forse pure con timore, una approvazione che potrebbe poi chiamare in causa il patrimonio personale dei consiglieri regionali.

Il debito fuori bilancio è quel debito che l’amministrazione pubblica effettua fuori dall’autorizzazione di spesa che il Parlamento acconsente con l’approvazione del bilancio consuntivo. Esso è disciplinato dal  Decreto legislativo n. 118 del 2011. Gli indirizzi giurisprudenziali in materia di responsabilità per danno patrimoniale, hanno dato la facoltà agli enti locali di riconoscere i debiti fuori bilancio nel limite dell’indebito arricchimento. Ciò consente di sanare, permanentemente, i debiti fuori bilancio nei limiti dell’utilità e dell’arricchimento che l’ente ha conseguito, mentre il pagamento della restante parte del debito deve essere richiesta a chi ha ordinato o reso possibile la fornitura in quanto per tale parte il rapporto obbligatorio intercorre tra il privato fornitore da un lato e l’amministratore, il funzionario ed il dipendente che hanno violato le disposizioni normative che regolano l’effettuazione delle spese dell’ente locale dall’altro.

II tipo di debito forzosamente ammissibile è di tre tipologie: per ricapitalizzazione o copertura di disavanzi degli enti controllati dalla Regione, per le sentenze esecutive e per i debiti da espropriazione o acquisto di beni e servizi. Il Governo aveva presentato all’Assemblea regionale i ddl per il riconoscimento di due tipologie di debito: quelli da sentenze esecutive, che valgono 21 milioni di euro, e quelli per acquisto di beni e servizi e per gli espropri, che ammontano a circa 16 milioni.

La legge che regola la materia prevede che se non si approva entro sessanta giorni dalla ricezione della relativa proposta, i debiti fuori bilancio dipendenti da sentenze esecutive si intendono tacitamente approvati.

Oggi in Aula al momento del voto del ddl sui debiti fuori bilancio all’Ars, sei parlamentari – Marianna Caronia (capogruppo del Misto), Tommaso Calderone (Fi), Rossana Cannata (Fi, nella foto), Riccardo Gallo (Fi), Luigi Genovese (Fi) e Vincenzo Figuccia (Udc) – della maggioranza che sostiene il governo guidato da Nello Musumeci si sono allontanati da Sala d’Ercole, ed è così mancato il numero legale: «solo» 28 i deputati presenti in Aula durante la votazione. Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè ha quindi sospeso la seduta e rinviato i lavori di un’ora, come previsto dal regolamento parlamentare. Dopo la sospensione di un’ora, la seduta è ripresa ma l’Aula ancora una volta non era in numero legale.

La seduta è stata quindi rinviata alle ore 16 di domani 28 novembre 2018, con all’ordine del giorno anche il “Defr”, il Documento di economia e finanza regionale 2019-2021, che costituisce il principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio e che descrive gli scenari economico-finanziari internazionali, nazionali e regionali, le politiche da adottare, gli obiettivi della manovra di bilancio regionale, tenendo conto degli obiettivi del Patto di stabilità interno, ed espone il quadro finanziario unitario regionale di tutte le risorse disponibili per il perseguimento degli obiettivi, della programmazione unitaria regionale, esplicitandone gli strumenti attuativi per il periodo di riferimento.

Nell’immagine di copertina, il Palazzo dei Normanni a Palermo ove ha sede l’ARS (l’Assemblea Regionale Siciliana).

Adduso Sebastiano

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