Elezioni Milano, 13 candidati: il voto è una bagarre. La sinistra divisa tra cinque nomi

13 candidati perché per uno che si ritira, Corrado Passera, altri ne arrivano. Ed è...

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13 candidati perché per uno che si ritira, Corrado Passera, altri ne arrivano. Ed è record di candidature, in attesa di vedere chi riuscirà a raccogliere le firme e sostenere la campagna

Cinque anni fa la scheda elettorale per gli elettori milanesi era già un lenzuolo: 9 candidati sindaco, 30 liste collegate. Fra poco meno di due mesi, di questo passo, servirà stampare schede maxi: gli aspiranti primi cittadini sono già 13, soltanto ieri sono arrivati tre nuovi candidati, e forse non è finita qui. Perché per uno che si ritira – leggi Corrado Passera, approdato tra i sostenitori di Stefano Parisi – altri ne arrivano. E se adesso il record di candidature spetta alla sinistra, con cinque concorrenti, anche tra generici “civici” e nel centrodestra non mancano gli annunci.

Certo, bisognerà vedere quanti di questi arriveranno a formalizzare la loro discesa in campo: perché annunciare una candidatura è ben diverso da arrivare a depositare tutta la documentazione necessaria per l’ufficializzazione. Sempre che, nel frattempo, non si decida di ritirarsi a favore di altri: anche l’ex preside del Parini Carlo Arrigo Pedretti – di cui, peraltro, era ignota la candidatura – che corre(rebbe) con Rivoluzione Cristiana di Gianfranco Rotondi potrebbe cedere il passo a Parisi. Se anche volesse candidarsi, comunque, dovrebbe, come gli altri, depositare entro il 5 maggio (un mese prima delle elezioni, anche se il decreto non è ancora sulla Gazzetta) simbolo, programma elettorale, una previsione di bilancio delle spese e, soprattutto, una lista formata da non meno di 32 e non più di 48 candidati al Consiglio comunale, assieme alle firme di non meno di mille e non più di 1500 milanesi. Un numero che sembra facilmente raggiungibile, ma va considerato che ogni lista e ogni candidato sindaco devono raccogliere le proprie firme.

SI VOTA IL 5 GIUGNO

Senza considerare, poi, che una campagna elettorale costa: e quindi bisogna trovare anche chi è disposto a finanziarla, visto che i partiti hanno meno soldi e alcuni candidati sono sostenuti da movimenti nati per l’occasione. È il caso di Massimo Emanuelli, un giornalista che ha fondato il movimento “Sosteniamo Milano” (simbolo: una lavatrice con la scritta “Per una Milano pulita”) e che si candida assicurando di essere l’unico vero candidato civico. Poco più strutturato il movimento “Fuxia People”, nato in Regione un anno fa, quando la consigliera Maria Teresa Baldini ha abbandonato la lista Maroni: ora prova a correre per Palazzo Marino, puntando sul fatto che è l’unica candidata donna. Nel pienone di questi ultimi giorni, si è presentato anche Luigi Santambrogio, assessore al traffico ai tempi di Formentini, leghista pentito, che si candida con i socialisti riformisti che non hanno appoggiato la scelta di Basilio Rizzo fatta dal movimento Milano in Comune.

Non che sia finito qui il parterre di sinistra: la candidatura di Beppe Sala sembra aver prodotto una moltiplicazione di concorrenti, visto che il Partito comunista e il Partito comunista dei lavoratori ne hanno uno a testa (Tiziano Tussi e Natale Azzaretto) e c’è anche il Radicale Marco Cappato. Nel 2011, tra i candidati sindaco, c’erano un candidato 5 Stelle (Mattia Calise, adesso tocca a Gianluca Corrado), un esponente di Forza Nuova e una del Partito dei pensionati: bisognerà vedere se replicheranno questa volta o se, nel caso dell’estrema destra, sceglieranno Parisi, vista anche l’alleanza con la Lega. Nel centrodestra, poi, c’è ancora spazio per qualche ripensamento: bisognerà capire cosa fa Nicolò Mardegan. Mentre Marco Cozzi, candidato da ieri dell’Udc, spiega: “Non ci sentiamo rappresentati da Salvini”.

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