Milano, fino al 4 marzo le memorie di James Nachtwey a Palazzo Reale

Fino al 4 marzo è possibile visitare Memoria, la prima mostra antologica sul lavoro di James Nachtwey curata...

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Fino al 4 marzo è possibile visitare Memoria, la prima mostra antologica sul lavoro di James Nachtwey curata dallo stesso fotografo e da Roberto Koch.

UNA MOSTRA DI IMPEGNO CIVILE

La mostra è divisa in diciassette sezioni e raccoglie duecento immagini tratte dai reportage più significativi realizzati nei trentacinque anni di carriera di Nachtwey.

Le fotografie sono un pugno allo stomaco che si ripete all’infinito. Il genocidio in Ruanda  nel 1994, la terribile guerra in Cecenia, il dramma dei bambini disabili negli orfanotrofi della Romania degli anni ’90, fino all’attacco delle Torri Gemelle nel 2001 e ai flussi migratori verso l’Europa sono appesi alle pareti. E ci guardano.

Memoria è un progetto di forte impegno civile, capace di immortalare immagini incredibilmente potenti di dolore, violenza, morte e ingiustizia. Lo spettatore ne diventa il testimone e esce dalla mostra dilaniato e consapevole.

L’ARTISTA

James Nachtwey (1948) è considerato uno dei più importanti fotoreporter di guerra della contemporaneità e erede di Robert Capa.  Con una formazione umanistica e artistica -Natchwey studia Storia dell’Arte e Scienze Politiche al Dartmouth College- inizia ad avvicinarsi alla fotografia ammirando gli scatti che, tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, documentano le grandi marce civili e la guerra in Vietnam. Nachtwey diventa fotoreporter nel 1976, ricevendo il suo primo incarico all’estero nel 1981, quando si trova a documentare lo sciopero della fame di alcuni militanti dell’IRA. Da quel momento la sua macchina fotografica lo porterà tra i conflitti bellici e sociali più devastanti.

Nel 1984 il fotografo lavora per il Time, dal 1986 al 2001 fa parte dell’agenzia fotografica Magnum Photos e nel 2001 fonda l’agenzia VII. Molti i premi e i riconoscimenti ricevuti in più di 40 anni di carriera: la Robert Capa Gold Metal (vinta cinque volte), il World Press Photo, l’Infinity Award for Photojournalism e il Dresden Peace Prize. Una retrospettiva sulla sua opera è stata presentata nel 2016 a Palazzo della Ragione.

 

 

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