l’Istituto ‘Di Vittorio’ contro il bullismo e il disagio giovanile

Ai nastri di partenza il progetto contro il bullismo “Sei in gioco o in fuorigioco?”,...

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Ai nastri di partenza il progetto contro il bullismo “Sei in gioco o in fuorigioco?”,  che insegna e veicola i valori del rispetto attraverso lo sport

 All’Istituto ‘Di Vittorio’ un progetto per contrastare e prevenire il bullismo, il cyberbullimo e il disagio giovanile attraverso lo sport.

di Maria D’Auria

Ladispoli- Un progetto per contrastare e prevenire il bullismo, il cyberbullimo e il disagio giovanile attraverso lo sport. Lo scorso 28 novembre, nell’Aula Consiliare del Comune di Ladispoli, è stata presentata l’iniziativa “Sei in gioco o in fuorigioco?”, organizzata in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale sul Bullismo e il doping, il Coni, il MIUR, l’Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani, l’Ordine degli Psicologi del Lazio, la Federazione Italiana Rugby, la Federazione Italiana Hockey e altre associazioni di settore.

Presenti all’evento: Francesca Lazzeri, Assessore al Commercio e alle Attività Produttive del Comune di Ladispoli, la Prof.ssa Vincenza La Rosa, Dirigente Scolastico dell’Istituto Superiore ‘Giuseppe Di Vittorio’, Carmelo Mandalari, Segretario Generale Gruppo Sportivo ‘Flames Gold’, Lucia Cordeschi, Assessore alle Politiche Sociali e alla Pubblica Istruzione del Comune di Ladispoli, Giuseppe Vitali, Psicoterapeuta, Nazzareno Di Vittorio, presidente dell’Associazione ‘Raggi di Speranza”, Eleonora Caroppo, Programmatrice neuro-linguistica, Teresa Sorrentino, Sociologa, Susanna De Angelis, campionessa italiana e allenatrice nazionale di Nuoto sincronizzato, Marco Cavicchia, Direttore sportivo Asd Unione Rugby Ladispoli e Emiliano Massabo Mela, Art Director “We 4 You”.

L’Istituto Alberghiero ha aderito a questa iniziativa perché crede nell’efficacia di un intervento sinergico di prevenzione e di contrasto al disagio giovanile riconoscendo da sempre l’importanza dei valori della cultura sportiva, che è alla base di questo progetto. “Ognuno deve fare la sua parte. Noi siamo e rimarremo in gioco e non in fuori gioco”, ha affermato la Prof.ssa Vincenza La Rosa.

Le dimensioni assunte dal fenomeno del bullismo e del cyber bullismo nel Lazio sono allarmanti: secondo una ricerca effettuata dal Corecom (e condotta in collaborazione con La Sapienza e la Lumsa su un vasto campione di giovani tra gli 11 e i 18 anni) nella nostra Regione, almeno il 30% dei ragazzi è stato vittima di bullismo. Questa percentuale aumenta esponenzialmente se ci si limita a Roma, la più colpita dal bullismo e dal cyberbullismo tra le cinque province laziali. Uno studio dell’Osservatorio regionale ha infatti rilevato che nelle scuole elementari e medie della Capitale è stato coinvolto, come vittima, il 45,7% dei ragazzi: in pratica quasi uno studente su due.

L’obiettivo è quello di puntare sulla motivazione, sulla personalità e sulla centralità degli studenti e fornire informazioni che diano loro piena consapevolezza della gravità del fenomeno bullismo e dei rischi a questo connessi. “Ma è necessario ripartire dai valori – ha affermato la Prof.ssa Sara Leonardi, Docente di Economia dell’Alberghiero di Ladispoli, che ha coordinato l’iniziativa per l’Istituto– come il rispetto di sé e per gli altri e l’empatia indispensabile per combattere gli stereotipi e i pregiudizi che sono spesso alla base degli episodi di discriminazione e violenza”. Valori che lo sport aiuta a veicolare e a insegnare. Il rugby, ad esempio, che sempre più scuole stanno scegliendo nell’ambito di progetti che si propongono di combattere il bullismo e i comportamenti devianti. “Tutt’altro che una disciplina violenta – ha spiegato Marco Cavicchia – piuttosto uno sport che insegna a conoscersi, a fare squadra, a rispettare l’avversario e a concedersi sempre un’ulteriore possibilità: ‘il terzo tempo’, nel rygby, è obbligatorio”.

La scuola – ha aggiunto la Prof.ssa Leonardi, referente del progetto – è il primo e fondamentale luogo in cui l’espressione della personalità in formazione si confronta con i modelli prevalenti nella società. Un confronto spesso conflittuale, reso ancora più difficile e complesso quando ci si scontra con la diffidenza, la derisione, l’incomprensione o addirittura la violenza. Il progetto si articolerà in 10 incontri -ha aggiunto la Prof.ssa Leonardi – che si svolgeranno nelle due sedi del ‘Di Vittorio’ ed è aperto anche alle famiglie. I genitori potranno partecipare all’iniziativa, recandosi presso il nostro Istituto, dove forniremo tutte le necessarie informazioni. Combattere e prevenire il malessere e il disagio giovanile è possibile. Basta agire tempestivamente e non abbassare mai la guardia”. Proprio come nel rugby.

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