Casamicciola, 133 anni fa, il terrremoto

28 luglio 1883 Ore 21.30 Tra le viuzze di Casamicciola alta, pochi passanti, tra i...

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28 luglio 1883 Ore 21.30 Tra le viuzze di Casamicciola alta, pochi passanti, tra i numerosi turisti pochi erano già a letto, altri nelle sale dei rinomati hotel dell’epoca, tra i quali l’”Hotel Centrale”, il “Sauvet”e i “Piccola e Grande Sentinella”, e molti altri assistevano allo spettacolo dei fratelli Enrico e Costantino Petito che rappresentavano la farsa “’U cappiello, ‘u rilogge e ‘u pazzo” ovvero Pulcinella servo sciocco, interpretato da Enrico Petito e portato in scena al“Politeama”, una baracca di legno, coperta da un grande telone e adibita a teatro. Un rumore devastante, poi una scossa violenta, prima sussultoria, poi ondulatoria. In pochi istanti Casamicciola fu annientata. Al suo posto un cumulo di rovine, un vasto cimitero che seppellì i vivi e i morti. Il terremoto, di”solo” tredici secondi distrusse completamente Casamicciola, gran parte di Lacco, Forio e Panza, costò la vita a duemilatrecentotrentatre persone, e segnò l’esistenza di circa ottocento feriti. Solo una casa, rimase in piedi. Fu una tragedia immensa, un olocausto. Successe Casamicciola!!

Ricorderete l’esclamazione del grande Edoardo nel suo “Natale in Casa Cupiello”. Nessun nome di città ha avuto il privilegio di diventare sostantivo. Nessun luogo in cui è avvenuta una catastrofe ha avuto “l’onore” di rappresentare per tutti un sinonimo così preciso di disgrazia.

Il disastroso sisma ebbe però conseguenze di cui l’intera umanità tuttora beneficia. Fu, infatti, il terremoto dei ricchi ed ebbe un’eco internazionale. Il giovane Regno d’Italia, guidato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Agostino Depretis, inviò immediatamente il Ministro dai Lavori Pubblici Francesco Genala a Casamicciola per organizzare i soccorsi e la ricostruzione. Particolare fu il suo impegno a favore delle popolazioni terremotate di Ischia e, successivamente, di Diano Marina, in occasione dei sismi che segnarono l'inizio e la fine del suo dicastero. Le cronache dell’epoca riportano che s’inerpicasse sulle macerie per costatare sul campo l’entità dei danni e che dalla sua postazione dettasse ordini per cercare di alleviare le sorti dei superstiti. All’indomani dell’immane catastrofe, oltre ai sostanziosi aiuti alle popolazioni colpite, furono avviati progetti per cercare di contenere gli effetti di futuri sismi. I più acclarati sismologhi come Palmieri e Mercalli vennero a Ischia per studiare il fenomeno. Furono emanati i primi piani antisismici, tuttora migliorati, e ancora vigenti e, soprattutto, fu inviato a monitorare il territorio, un signore trentino: Giulio Grablovitz, il quale, avendo a disposizione un sostanzioso budget, istituì l’Osservatorio Geofisico di Casamicciola, ove mediante la sua invenzione, la vasca sismologica Grablovitz, riuscì a visualizzare i movimenti tellurici registrando sia i moti ondulatori, sia quelli sussultori. La vasca ebbe un enorme successo e i giapponesi, che col terremoto ci convivono, la copiarono e ne fecero massiccio uso. Fu inoltre miniaturizzata e portata al fronte durante la prima guerra mondiale. Mediante tre vasche, poste in punti strategici, che registravano la provenienza e la direzione dell’onda d’urto si riusciva a localizzare i cannoni austriaci e puntare i nostri, risparmiando l’assalto della fanteria. “L’Officina della Memoria” è anche questo e l’Associazione Culturale Radici, affidataria del Museo Civico Giovanni Maltese, coinvolge i visitatori del Museo Civico del Torrione in un excursus spazio/temporale che parte dal 1480, dodici anni prima che Colombo si avventurasse nella sua epica impresa, e termina nel 1926, quando la leggiadra acquerellista anglosassone, Jennifer Fanny Fayrer, dona al Comune di Forio il Torrione, che il marito, Giovanni Maltese, aveva riscattato dall’enfiteusi, e tutte le sue opere, con la clausola che fosse istituito il Museo a suo nome.

Il terremoto, fu indiretto artefice della permanenza dell’Artista nella torre antisaracena, che lo accolse per circa un trentennio. Qui lo scultore e poeta, che aveva perso gli affetti familiari (perirono l’unico fratello e il nipote, ma riuscì ad estrarre dalle macerie, dopo cinque giorni, la cognata) espresse la sua poliedrica Arte, che ci è pervenuta integra e fruibile. Le sue “Fidanzate”, la “Graziella”, “Il naufragio di Agrippina”, si aprono all’attonito visitatore e lasciano trasparire un mondo nascosto, permeato da una straordinaria vitalità. Ma è soprattutto il “Naufrago”, l’unica opera recante la firma autografa dell’Artista, a suscitare le maggiori attenzioni.

Probabilmente l’avventuroso “Castaway”, interpretato nel 1986 da un brillante Oliver Reed, prende spunto oltre che dal libro di Lucy Irvine, anche da quest’opera autobiografica del Maltese.

Nel volto emblematico ed esterrefatto dello sventurato si legge la carica umana che lo indusse a superare due tragici eventi: la perdita della mamma a sette anni, e il distacco del resto degli affetti, periti col terremoto e che incise profondamente sulla sua psiche, rafforzando viepiù il carattere di foriano “sangh e turc” (sangue di turco). Ancora un collegamento inscindibile con i luttuosi avvenimenti del 1883 è il disegno a carboncino che spicca tra i classici degli studi d’Accademia, particolari del gruppo del Laocoonte e nudi maschili. E’ il dipinto del Filosofo Benedetto Croce, illustre sopravvissuto al terremoto, che il nostro Giovanni ebbe modo di frequentare nei salotti della Napoli bene della “Belle Epoque”, periodo storico durante il quale cominciò a concretizzarsi l’idea del tempo libero, il nuovo pensiero della popolazione, che associava vacanza e benessere. Nacquero così le prime mete turistiche, come Sanremo, Cortina d'Ampezzo, Recoaro Terme e Casamicciola.

Si ringrazia il Centro Ricerche Storiche D’Ambra per le notizie relative al terremoto.

Luigi Castaldi

vivicentro.it/cultura – Casamicciola (Luigi Castaldi?

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