Notte di San Lorenzo: potremo vedere lo spettacolo di tre comete al minuto

Le previsioni dicono che lo spettacolo delle stelle cadenti della notte di San Lorenzo, domani,...

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Le previsioni dicono che lo spettacolo delle stelle cadenti della notte di San Lorenzo, domani, sarà portentoso. Secondo la Nasa, in passato si potevano avvistare in questo periodo dell’anno circa 80 stelle cadenti l’ora. Nelle notti dell’11 e 12 agosto, ne potremo vedere tra 150 e 200, circa tre al minuto come scrive Sabadin nel suo articolo di oggi su la Stampa

Le stelle cadenti un assaggio di Universo VITTORIO SABADIN

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Lo spettacolo delle stelle cadenti della notte di San Lorenzo sarà quest’anno davvero portentoso. Mesi fa, a centinaia di migliaia di chilometri dalla Terra è accaduto infatti un evento particolare: la forza gravitazionale di Giove ha concentrato diversi sciami di detriti della cometa Swift-Tuttle, e noi passeremo proprio nel mezzo di questo fiume di particelle invece che ai margini, come era quasi sempre accaduto finora.

Secondo la Nasa, se in passato si potevano avvistare in questo periodo dell’anno circa 80 stelle cadenti l’ora, nelle notti dell’11 e 12 agosto, i due giorni di maggiore visibilità del fenomeno, ne potremo vedere tra 150 e 200, circa tre al minuto. Vale dunque la pena di prepararsi. Bisogna individuare un luogo lontano dalle luci artificiali, in campagna o in montagna, che abbia una buona visuale verso Nord. Ci vuole una sedia confortevole, qualche tramezzino, molto spray anti insetti e infinita pazienza. Meglio mettersi comodi dopo l’una di notte dell’11 o del 12, quando la Luna sarà già tramontata, tenendo conto che più ci si avvicina all’alba e più stelle cadenti si vedranno. Ci vorranno circa 30 minuti per abituare bene gli occhi all’oscurità e si può usare questo lasso di tempo per impressionare gli amici, la fidanzata o i familiari parlando loro delle stelle cadenti.

Ecco dunque alcune cose che bisogna sapere. Quelle di San Lorenzo si chiamano Perseidi perché sembrano provenire dalla costellazione di Perseo, un ammasso di circa 130 stelle visibili a occhio nudo guardando verso Nord, a sinistra di Andromeda e sotto Cassiopea: è lì che bisogna puntare gli occhi per vedere lo spettacolo. Tutti però sanno che le stelle non cadono. Quelle che vediamo tracciare una scia luminosa nel cielo sono meteore, piccole particelle che la cometa Swift-Truttle lascia dietro di sé nella sua orbita di 133 anni intorno al Sole. Una volta l’anno, la Terra transita attraverso questa scia e i detriti che incontra si vaporizzano al contatto con l’atmosfera.

Il nucleo delle comete perde in continuazione materia, che resta abbandonata vicino al percorso dell’orbita. Questo sciame di particelle si raggruppa in nubi che hanno viaggiato per millenni nello spazio: la prima volta la cometa di San Lorenzo fu individuata nel 69 a.C., ma a darle il nome sono stati due astronomi americani, Louis Swift e Horace Truttle, nel 1862, quando negli Stati Uniti il presidente era Abramo Lincoln. La loro cometa tornerà vicino a noi, e sarà visibile a occhio nudo nel 2126. Ha un diametro di 26 chilometri e se dovesse mai colpire la Terra, farebbe fare a quasi tutte le specie viventi la fine dei dinosauri. Ma gli astronomi ci assicurano che non accadrà.

Lo sciame meteorico della Swift-Truttle è in gran parte composto da particelle che hanno dimensioni variabili da un granello di sabbia a un pisello, ma che sono in grado comunque di illuminare il cielo notturno: incontrando l’atmosfera terrestre alla velocità di 60 chilometri al secondo comprimono l’aria davanti a loro, riscaldandosi fino a 1600 gradi centigradi. Il calore ne provoca la vaporizzazione, lasciando nel cielo una brillante scia visibile come un lampo improvviso. A volte le particelle più grandi producono anche un piccolo boom sonico nel momento in cui si disintegrano.

L’atmosfera ci protegge e non corriamo alcun pericolo a guardare le stelle cadenti, che possono invece causare danni mentre ci avviciniamo a loro: nel 1993 le Perseidi hanno infatti distrutto Olympus, un satellite di telecomunicazioni dell’Agenzia Spaziale Europea. Ma nessuna meteora può arrivare fino al suolo terrestre. Se lo facesse, cambierebbe nome e sarebbe subito promossa a meteorite. E quando cade uno di quelli, è sempre meglio non essere lì a guardare.

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