Il nuovo Senato non sarà come il Bundesrat tedesco

Nel discutere delle riforme sottoposte a referendum, si raffronta spesso il nuovo Senato con il...

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Nel discutere delle riforme sottoposte a referendum, si raffronta spesso il nuovo Senato con il Bundesrat tedesco. Le due camere sono a rappresentanza regionale. Ma i senatori italiani rispecchiano la distribuzione dei seggi nei consigli di origine, mentre gli omologhi tedeschi devono votare secondo gli interessi dei governi degli stati federati.

Perché il nuovo Senato non è il Bundesrat

Poteri di proposta di nuove leggi e pareri sui provvedimenti approvati dall’altra camera. Si fermano qui le similitudini tra il Senato delle autonomie che esce dalla riforma costituzionale e il Bundesrat. Le differenze dovute a due diverse impostazioni: federalista in Germania, regionale in Italia.

Composizione ed Elezione

Nel dibattito sulla riforma costituzionale, sovente i fronti del “Sì” e del “No” si dividono sulla composizione e sulle funzioni del nuovo Senato delle autonomie. Poiché viene spesso richiamato il confronto con il Bundesrat tedesco, proviamo ad analizzare similitudini e differenze tra le due istituzioni.
Il nuovo articolo 57 prevede un Senato delle autonomie composto da 95 senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali (consiglieri regionali e sindaci) e da 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica. Il mandato dei primi scade al termine di quello nell’istituzione che rappresentano, mentre per i secondi è di sette anni. I seggi sono ripartiti in base alla popolazione di ogni regione, il cui consiglio elegge i propri senatori “in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri”.
L’esatta formula elettorale è rimandata a una successiva legge ordinaria; nell’attesa, le disposizioni transitorie prevedono il metodo proporzionale.
In Germania, il Bundesrat è composto da 69 rappresentanti degli stati federali. Il numero di delegati per stato varia in base alla popolazione e ogni delegato è espressione del partito o della coalizione di governo dello stato che rappresenta. L’elezione non è dunque diretta neanche nel caso tedesco. La durata della carica coincide, anche lì, con la durata del mandato nell’istituzione locale che il delegato rappresenta.
La principale differenza nella composizione del Senato e del Bundesrat si concentra dunque sulla ripartizione dei seggi assegnati a ciascuna regione: in Italia sarà proporzionale della rappresentanza nei consigli regionali, mentre in Germania è espressione della coalizione di governo dello stato.

Figura 1 – Ripartizione dei seggi nel Senato delle autonomie, vigente il criterio di ripartizione in vigore in Germania

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Come si può notare dalla figura 1, se i membri del Senato fossero espressione dei governi regionali, anziché dei consigli, avremmo uno sbilanciamento politico netto a favore dello schieramento che governa in gran parte delle regioni italiane (in questo momento storico il centro-sinistra). È ragionevole dunque supporre che non ci siano state le condizioni politiche per arrivare a un Senato federale come quello tedesco, in cui i membri della seconda camera siano espressione diretta dei governi territoriali.
Inoltre in Germania, i rappresentanti di uno stesso stato sono tenuti a votare in maniera unitaria sulle leggi discusse nel Bundesrat e possono essere sostituiti dal governo dello stato in qualunque momento, mentre ciò non avverrà nel Senato delle autonomie. Le due disposizioni aumentano le probabilità che i rappresentanti degli stati votino negli interessi delle istituzioni territoriali che rappresentano e non a seconda delle logiche di partito.

Doveri e funzioni

In Italia il superamento del bicameralismo paritario avviene perché si riducono drasticamente le funzioni del Senato, il quale non voterà più la fiducia al governo. Il Senato continuerà a legiferare collettivamente con la Camera solamente sulle materie elencate al primo comma del nuovo articolo 70, e cioè sostanzialmente sulle leggi costituzionali e quelle che determinano l’ordinamento dello Stato e degli enti locali, nonché sulle forme e i termini di attuazione delle politiche dell’UE.
Anche il Bundesrat non vota la fiducia al governo, ma ha funzioni in parte differenti da quelle del Senato italiano. Si esprime infatti sulle leggi costituzionali che hanno un impatto specifico sugli interessi degli stati, sulle leggi di bilancio, sulle delibere riguardanti la legislazione europea e sulle decisioni di politica estera.
Tra i punti in comune, Senato e il Bundesrat hanno poteri simili di proposta di nuove leggi e di pareri sui provvedimenti approvati rispettivamente dalla Camera e dal Bundestag, sebbene il potere di veto della seconda camera tedesca sia in alcune circostanze più marcato. Per esempio, se una legge viene respinta dal Bundesrat con una maggioranza dei due terzi, al Bundestag deve ottenere una maggioranza equivalente per essere approvata.

Senato regionale o Senato federale?

In definitiva, fra le molteplici differenze presenti fra il Senato e il Bundesrat, sembrano essercene due sostanziali, che costituiscono il solco più evidente fra un’impostazione federale e una regionale della seconda camera. Primo, il Bundesrat esprime la volontà dei governi degli stati membri della federazione, con voto univoco e vincolo di mandato, mentre il Senato delle autonomie esprimerà le esigenze territoriali con una rappresentanza proporzionale dei consigli regionali e senza vincoli di mandato per i senatori. Secondo, il Bundesrat partecipa all’approvazione delle leggi di bilancio, mentre il Senato avrà solamente la facoltà di proporre modifiche. Tuttavia, il diavolo potrebbe essere nei dettagli della legge che dovrà disciplinare l’elezione dei senatori: trattandosi di pochi seggi, la formula elettorale sarà cruciale nel determinare l’effettiva rappresentatività delle liste regionali.

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*TORTUGA

Tortuga è un gruppo di studenti di economia alla Bocconi, a LSE e UPF. Attualmente vi partecipano Andrea Cerrato, Francesco Chiocchio, Marco Felici, Francesco Filippucci, Giulia Gitti, Alessandro Greco, Giuseppe Ippedico, Cecilia Mariotti, Alberto Mola, Marco Palladino, Benedetta Pavesi, Isabella Rossi, Matteo Sartori, Giulia Travaglini, Francesca Viotti, Alessandro Zhou e Alessandro Zona. Questi i link alla loro pagina facebook e al loro sito https://www.facebook.com/tortugaecon/ ; http://www.tortugaecon.eu/

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