Internet Day. Trent’anni fa l’Italia sbarcava su Internet

Oltre mille eventi e Pisa epicentro delle celebrazioni con i ‘pionieri’ della Rete: l’Italia festeggia...

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Oltre mille eventi e Pisa epicentro delle celebrazioni con i ‘pionieri’ della Rete: l’Italia festeggia domani e dopodomani l’ Internet Day per ricordare i 30 anni dalla prima connessione internet nel nostro Paese. “‘Il giorno in cui l’Italia scoprì Internet’ è il 30 aprile 1986”. “Il 30 aprile 2016 saranno 30 anni esatti. E faremo un altro Internet Day. Tutti sono invitati a partecipare”, aveva annunciato su Facebook il il premier Matteo Renzi, aggiungendo che il governo prepara la prima gara per la banda larga. Domani il presidente del Consiglio partecipera’ in collegamento video (verso le 13)  all’Internet day di Pisa. 

“Entro il 2020 tutti gli italiani avranno almeno 30 mega di connessione”, ha sottolineato il digital champion di Palazzo Chigi, Riccardo Luna, durante la diretta Facebook del #Matteorisponde con il presidente del Consiglio. “Domani si celebrano, in tutto il Paese, i trent’anni dalla prima connessione internet in Italia – ha spiegato Luna –Sono stati organizzati 1200 eventi ufficiali. Pisa e’ la culla dell’informatica in Italia, e la citta’ toscana diventa quindi l’epicentro delle celebrazioni, con i pionieri della rete”. “La cosa migliore per festeggiare – ha aggiunto Luna – e’ rispondere con i fatti: il piano della Banda larga finalmente arriva a conclusione dopo un iter molto complicato. Questo vuol dire che entro il 2020 tutti gli italiani, in ogni comune della penisola, avranno almeno 30 mega di connessione. Finalmente riusciamo a chiudere il gap”.

“‘Il giorno in cui l’Italia scoprì Internet’ – ricorda Renzi nel suo post – è la storia di una impresa, realizzata da pochi pionieri all’insaputa di tutti per qualche anno; ed è l’inizio di una nuova possibilità per il nostro Paese. Quella del digitale. E delle connessioni. E della condivisione. ‘Il giorno in cui l’Italia scoprì Internet’ è il 30 aprile 1986. Negli Stati Uniti governa da tempo Ronald Reagan, che qualche mese prima ha dovuto gestire la crisi di identità collettiva dell’esplosione in volo dello Space Shuttle due minuti dopo il decollo. In Unione Sovietica c’è Mikhail Gorbaciov, la cui perestrojka si trova ad un passaggio drammatico: il 26 aprile la centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, esplode causando decine morti e un disastro ambientale di proporzioni immani. Le prime pagine dei giornali sono piene di articoli sugli sviluppi di quella notizia, quando nelle redazioni arriva il comunicato stampa più ignorato delle storia. Recita più o meno: il Cnuce, il Centro di calcolo elettronico del CNR di Pisa, è stato collegato per la prima volta alla rete Arpanet, la rete creata negli Stati Uniti per collegare i computer delle università, degli istituti di ricerca e degli enti militari. Arpanet è il papà di Internet e l’Italia è il quarto paese europeo ad essere collegato: dopo Norvegia, Regno Unito e Germania Ovest. Su questo neanche una riga si trova sui giornali dell’epoca. E non c’è un video a ricordare quel momento. E nemmeno una foto. Allora i telefonini per scattarsi un selfie non c’erano. Internet in Italia è stato il più grande “buco” della storia del giornalismo italiano? Forse. Ma non è questo che conta adesso”.

“Il 30 aprile 1986 vive ancora nella testa e nei cuori dei pionieri di Internet. Quelli che il collegamento alla rete di computer lo hanno immaginato, voluto e realizzato: su tutti, Stefano Trumpy, Luciano Lenzini e Blasco Bonito, che erano a Pisa il giorno del primo Internet-Day. Tutti uomini del CNR. Il 30 aprile 2016 saranno 30 anni esatti. E faremo un altro Internet Day”.

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